Dopo aver fatto la doccia era rimasto interdetto di fronte a quei vestiti da terrestre, morbidi e caldi da come poteva tastare.
Sentì bussare la porta ma la ignorò fino a quando il bussare divenne così insistente da doversi vestire per forza per andare ad aprire quella dannata porta.
Era di nuovo quella maledetta terrestre.
Portava tra le mani una strana scatoletta rossa con una croce bianca sopra e, senza nemmeno preoccuparsi di essere invitata ad entrare, sorpassò velocemente l'uomo prima di sedersi sul suo letto ed aprire quella strana valigetta.
Si era seduta sul suo letto?
Era una confidenza che nessuno le aveva concesso!
Prepotente e volgare come era, l'aveva presa senza neanche domandarsi dove aveva sbagliato.- Terrestre cosa credi di fare? -
Lei sbuffò spazientita mentre bagnava un batuffolo di cotone con quella che sarebbe dovuta essere una medicina umana.
- Mostrami le ferite scimmione, dobbiamo disinfettarle così guariranno prima -
Se ne fosse stato capace di certo sarebbe scoppiato in una grossa risata.
Uno come lui ora aveva bisogno di farsi guarire due graffietti di battaglia?
Che cosa terribilmente ridicola.
Senza se e senza ma le fece cenno con la testa di ritornarsene da dove era venuta.- Me ne andrò solo quando ti avrò disinfettato le ferite e prima facciamo meglio è, sto cucinando la cena e non ho nessuna intenzione di bruciare tutto perché tu sei uno stupido testardo -
Fu lei allora ad avvicinarsi, nonostante venne fulminata con lo sguardo e nonostante le proteste e le continue minacce di far saltare in aria tutto quel dannato pianeta. Ancora una volta quella donna saccente e volgare ebbe la meglio su di lui.
Forse se le avesse dato retta si sarebbe tolta dai coglioni e non l'avrebbe rivista più.Si tolse la maglietta e si sedette sulla sedia accanto la scrivania.
Lei rimase leggermente di stucco, probabilmente perchè non si aspettava minimamente di poter vincere un combattimento contro quell'uomo, ma sorrise e senza indugiare oltre si avvicinò a lui.- Dovrebbe bruciarti un pochino ma tranquillo è normale -
Senza aspettarsi una risposta iniziò con il suo lavoro certosino, pulendo e disinfettando ad uno ad uno sia i graffi che le ferite più profonde.
Nonostante quella faccia da schiaffi e l'aspetto burbero, Bulma doveva proprio ammetterlo, era dannatamente attraente e per un briciolo di secondo nel suo cervello si innestò la peggiore delle domande:
E se?- Ho finito, ci vediamo più tardi per la cena -
Lui la guardò così intensamente che da un momento all'altro, era sicuro, si sarebbe sciolta come ghiaccio al sole.
Aveva i capelli di un colore che non aveva mai visto su nessuna creatura, soltanto nel colore del cielo.
Due occhi così profondi da avere lo stesso colore degli abissi.
Attraente e sfacciata.
Dannatamente irritante quando con quel tono di sfida impartiva ordini incurante del mostro che aveva davanti.
Indossava dei jeans scuri che le fasciavano le gambe come una seconda pelle ed una maglietta che lasciava intravedere il pizzo del reggiseno.
Era attraente e questo lo aveva ammesso a sé stesso il primo secondo in cui aveva avuto la fortuna di poter posare lo sguardo su di lei.
Era un fuoco con cui non poteva e non doveva assolutamente giocare perché in gioco, sarebbero state messe troppe cose che dovevano restare esattamente al loro posto.I loro occhi in realtà s'incontrano per una frazione di secondo, e ciò bastò a Bulma per scappare nuovamente in cucina e a Vegeta per trovare particolarmente interessante il pavimento.
Il mondo era cambiato da quel piccolissimo sguardo.
Si maledì perché non aveva nessuna voglia di avere a che fare con quei terrestri ma non mangiava da giorni e, di certo, quando riusciva a mangiare qualcosa non era mai di prima scelta.
Nonostante fosse un principe non aveva conosciuto altro che disciplina, distruzione e miseria.
Non ricordava se sul suo pianeta gli ospiti venissero accolti come quella donna aveva fatto con lui, né ricordava se gli venissero offerti dei banchetti luculliani.
Il suo stomaco aveva avuto la meglio e senza nemmeno rendersene conto aveva nuovamente fatto quello che voleva la terrestre.Poco importava però, quando l'aveva vista sorridergli mentre gli aveva posato sotto il naso un intero pollo dimenticò ogni singolo proposito di resistenza ai suoi ordini.
- Che diavolo ci fa quel mostro a tavola con noi Bulma?! -
Non reagì.
Aveva ancora la bocca piena di cibo e lo sguardo fisso sul piatto come un cane randagio che ha il terrore di perdere il cibo che ha faticosamente conquistato.
Era il terrestre sfregiato ne era sicuro.- Yamcha è mio ospite e come tutti gli ospiti ha diritto ad una cena. Sarebbe meglio se incominciassi a riferirti a lui con il suo nome o per lo meno smettendo con questi ridicoli insulti -
L'aveva guardata ancora.
Aveva fallito.
Ancora.
Era così poco avvezzo alla cortesia che la scambiò per difesa, come se uno come lui avesse avuto bisogno di qualcuno per difendersi.- Donna non ho certo bisogno di te so benissimo parlare per me stesso... il moscerino deve imparare a chiudere la bocca in mia presenza se vuole continuare a respirare, è l'ultimo avvertimento -
Si alzò dal tavolo pur non essendo pieno e si ritirò in quella che d'ora in poi sarebbe stata la sua stanza.
Dal piano di sotto i toni accesi della discussione impregnavano a poco a poco, come una nube tossica, l'intero piano e si placarono soltanto quando uno dei due opponenti si decise a gettare la spugna maledicendo l'altro.Bulma aveva vinto anche questo round con Yamcha e si domandò per quanto ancora sarebbe andata avanti questa storia.
Perché non poteva semplicemente fidarsi di lei in quella sua decisione?
Perché diavolo non la riusciva mai a capire?
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A Penny For Your Thoughts
Fanfiction"Tu sola puoi con la tranquilla pace aiutare i mortali, poiché i feroci effetti della guerra Marte, signore delle armi gestisce, lui che spesso nel tuo grembo si getta sconfitto dall'eterna ferita di amore, e così guardando in alto con il tenero co...