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La terrestre non si era fatta viva per tutta la giornata, aveva infatti mandato il padre a mostrare le sue nuove invenzioni e la madre a sfamarlo quando ne avrebbe avuto bisogno.
Brava gente loro due ma non avevano il minimo concetto dello spazio personale.
Lui odiava chi non rispettava i suoi spazi.
L'uomo era un tipo tutto sommato tranquillo, gli sembrava instabile mentalmente ma di certo non uno di quelli che progetta androidi capaci di distruggere pianeti né uno di quelli che costruisce bombe.
Anzi, in uno slancio di curiosità verso questi strani terrestri aveva addirittura guardato le decine e decine di progetti che era stato in grado di mettere a punto e ne era rimasto sorpreso.
Si poteva dire che la figlia era la sua sputata copia perché della madre, oltre l'incredibile talento in cucina; il suo essere estenuante ed insopportabile; non aveva proprio un bel niente.
La classica donna borghese tutta dedita alla famiglia che di certo non poteva rappresentare una minaccia.

Aveva appena finito di cenare dopo essersi distrutto i muscoli tutta la giornata e la casa sembrava apparentemente deserta.
La madre della terrestre gli aveva lasciato un biglietto dove gli spiegava come riscaldarsi la cena, ovviamente preparata da lei nei minimi dettagli, perché i coniugi sarebbero dovuti attendere ad un qualcosa di beneficenza.
Non se ne interessò molto perché appreso come avrebbe dovuto usare gli strumenti terrestri, gettò nella spazzatura il biglietto.

Non dovette usare nemmeno un briciolo della sua potenza per capire che la sua terrestre era ritornata.
Dal piano di sopra si sentiva un suono mai sentito prima d'ora, centinaia di suoni e voci diverse.
E aspetta, stava forse cantando?
Si insospettì a tal punto da non rendersi conto di essere arrivato sulla soglia della stanza da dove il rumore era generato e distrusse la porta con un pugno, sotto le urla di Bulma.

- Cosa cazzo credi di star facendo idiota? Pensavi che mi avresti trovata nuda eh? Beh ti sbagli come vedi sono già vestita! -

In quel preciso istante la vide chinarsi in avanti per allacciare i vertiginosi tacchi intorno alla caviglia, e non ci provò neppure a lottare contro sé stesso per non ammirarla.
Era estremamente bella.
Una dea a cui lui avrebbe potuto chiedere la grazia di essere accolto nella sua benevolenza.
Perché ne era sicuro che quella donna lo avrebbe accolto tra le sue braccia.

Il tubino rosso le fasciava quel fisico statuario come se fosse una seconda pelle.
Nonostante fosse un abito modesto, senza ghirigori o fronzoli, e corto poco più del ginocchio; le metteva in risalto il prosperoso seno a cui lei non sembrava badare molto.
Era la rappresentazione terrestre più simile che ci fosse della dea Afrodite.
Scaltra, intelligente e bellissima.
Yamcha aveva dimenticato tutto questo, non la guardava più come la donna che tutti avrebbero desiderato avere al proprio fianco.
La dava per scontato e dava per scontato che lei ci sarebbe sempre stata.

Non temeva realmente Vegeta, la gelosia nei suoi confronti era più per farle un disperato che per altro.
Probabilmente perché in primis non credeva che a lei sarebbe potuto veramente interessare un uomo così infimo, successivamente perché Vegeta trattava tutti al limite dello schifo e, nonostante avesse ben inteso alcuni sguardi di lussuria che lui le aveva rivolto, non credeva fosse possibile che il principe dei sayan si potesse immischiare con una terrestre.

- Quanto sei volgare -

Lei sorrise perché era uno di quegli insulti che lui le rivolgeva sempre.
Le faceva strano non averlo sentito nemmeno una volta in quella giornata.
Si avvicinò allo specchio stendendosi il vestito sui fianchi ed in maniera forse un po' troppo conscia di sé si spinse verso lo specchio, cercando di agganciare una collana.

- Che ne capisci tu di donne? Lamentarti e combattere, solo questo sai fare -

Si morse la lingua.
Come al solito non aveva collegato cervello e lingua.
Come al solito si sarebbe adesso trovata nei guai.
Come al solito avrebbe dovuto sorbirsi la cantilena su quanto lui fosse superiore a tutto e a tutti, della suo sangue blu e su quanto i terrestri fossero inutili.
Fece finta di nulla mentre cercava di chiudere la collana.

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