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Lui e Bulma non avevano più avuto alcuna interazione dal loro ultimo scontro, come le aveva promesso, ma questo non aveva impedito alla sua curiosità di ammirarla da lontano né tantomeno di far parte della crescita di Trunks.

Da quando l'aveva tenuto stretto tra le braccia non se l'era più tolto dalla testa. Quella strega di Bulma lo sapeva bene che sarebbe stato il modo perfetto per incastrarlo.
E ci era riuscita alla grande...

Quelle stesse notti che aveva dedicato anima e corpo a Bulma, adesso le dedicava a Trunks.
Stare in quella stanza gli trasmetteva la tranquillità che tanto agognava e che non riusciva a scovare in nessun posto ed in nessuna attività.
Molto spesso si trattava di una brevissima visita, giusto il tempo di guardarlo, ma c'erano alcune notti dove addirittura aveva concesso al bambino di poter avere nuovamente un contatto con lui.

Annotava mentalmente ogni piccolo cambiamento, ogni passo in avanti per la crescita di Trunks senza mai destare sospetti.

Bulma l'aveva vista fiorire ed ormai si era rassegnato al fatto che, in fondo in fondo, andava bene così quella situazione.
Aveva sbagliato e adesso avrebbe pagato.

Lo sfigato aveva ricominciato a frequentare nuovamente casa sua, nonostante ben sapesse della sua presenza.
Lo odiava ed odiava non avere più voce in capitolo.
Odiava il modo viscido e patetico con cui cercava di corteggiare Bulma; ancora di più odiava il modo in cui cercava continuamente di imporsi nella vita di suo figlio.
Fortuna che suo figlio era uno sveglio, non si sarebbe fatto comprare con due regali scadenti!

Gli unici sorrisi che apparivano sul volto di Vegeta erano soltanto quando Yamcha tentava goffamente di approcciarsi al piccolo e come risposta riceveva un rigurgito o un sonoro pianto.

Era il degno figlio di suo padre, non c'era una volta in cui Bulma non lo pensasse.

La loro unica interazione fu quando per caso Vegeta fu costretto ad allenarsi più tardi e casualmente lei e Trunks stavano giocando all'aperto, cercando di passare dal gattonare ai primi passi.
Vegeta fece finta di nulla e cercò di avviarsi rapidamente alla gravity room ma i suoi piedi si bloccarono non appena sentì la prima parola del piccolo.

Un semplice - Papà - l'aveva messo a tappeto come il più spietato dei nemici.

Il piccolo aveva lasciato le mani della madre ed aveva indicato l'uomo che cercava di svignarsela nella gravity room.

- Pa- Pa-

Aveva davvero sentito bene?
Il suo piccolo genio aveva davvero detto la sua prima parola?

- Cosa hai detto? L'hai sentito anche tu? Ha detto papà, ha detto la sua prima parola! -

E Trunks gattonò nella direzione di Vegeta, ormai completamente bloccato dai sentimenti, gli afferrò l'orlo della tuta e con naturalezza ripetette

- Pa- Pa-

Vegeta abbassò lo sguardo nella direzione del piccolo e Bulma giurò di averlo visto addirittura sorridere. Prese suo figlio in braccio senza vergognarsi di essere all'aria aperta di fronte alla donna a cui aveva giurato di non volerci avere niente a che fare, lo tenne stretto soltanto un secondo, il tempo di far credere a Bulma di star avendo qualche allucinazione.

Lui era "Papà".
Soltanto lui.
E quello Yamcha non gliel'avrebbe mai portato via.

Consegnò il bambino tra le braccia di Bulma ed andò via come se nulla fosse.

Mancavano poche ore dall'arrivo degli androidi e Bulma si era ritrovata nella spiacevole situazione di dover essere costretta di fronteggiare Vegeta.
Aveva smesso di lavorare ai suoi progetti ma non aveva potuto sottrarsi in alcun modo a quelli che riguardavano la salvezza del suo pianeta.
Trovare la forza di bussare alla sua porta le sembrava impossibile, avevano smesso di parlarsi completamente da mesi ed ora quel contatto le sembrava forzato e fuori luogo.

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