Capitolo 1

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-sei davvero un caso perso Dijar- borbottò Shin mentre teneva le mani ferma sulla gamba ferita del moro che aveva difronte. Dijar non disse nulla ma si beò del gelo che stava circondando la sua gamba ferita mentre ringraziava che la ferita che si era fatto in quell'ennesima missione non fosse stata troppo grave -due centimetri e rischiavi di perdere la gamba- continuò l'uomo di trent'anni osservando scettico la gamba del ragazzo alzando anche le mani dalla stessa. La ferita si era del tutto rimarginata grazie ai suoi poteri.

-lo dici sempre, due centimetri in più qui, due centimetri in più la ma non succede mai. So calcolare i rischi che corro- sbottò Dijar alzando gli occhi al cielo per quelle parole che si sentiva dire fin troppo volte. Non ne poteva davvero più di tutti quei rimproveri: prima lo buttavano in qualunque missione avevano davanti e dopo si lamentavano se tornava ferito. Non li capiva proprio.

-un giorno di questi ti troverai morto Dijar! Non hai un po' di amore per te stesso? Sembra come se tu non abbia minimamente paura di morire-

-e forse è così perché non ho veramente paura della morte. Se deve arrivare l'abbraccerò come un'amica-

-e non pensi alle persone che ti vogliono bene e che vorrebbero che tu tornassi vivo dalle missioni? Ogni volta con te non si sa mai se tornerai vivo e in una bara- cercò di farlo ragionare Shin ma Dijar lo scrutò attentamente con i suoi occhi giacchio prima di alzare un sopracciglio.

-parli di gente che mi ama quando nessuno lo fa. Ti devo per caso ricordare che un anno fa Paul mi ha lasciato?-

-e per quale motivo lo ha fatto? Tutti sanno che è perché sei troppo spericolato- cercò di farlo ragione Shin ma Dijar scosse la testa per negare.

-se fosse stato per quello non si sarebbe messo dopo una settimana con Tobias e soprattutto non lo avrebbe sposato dopo un mese-

-non puoi sapere come vanno certe cose Dijar- scosse la testa Shin -e ci sarà di sicuro qualcun altro che tiene a te-

-no Shin. Quei due...non puoi lasciare quello che è il tuo ragazzo da sette anni per poi sposarti dopo nemmeno un mese con un tizio con il quale ti sei messo dopo una settimana che ti sei lasciato- ringhiò Dijar. Paul era sembrato fin troppo veloce a trovare un ragazzo che potesse sostituirlo e con il quale realmente non ci aveva pensato due volte prima di sposarsi. Con lui invece Paul non aveva mai parlato di matrimonio, nonostante i sette anni che erano stati insieme, e anzi era stato Dijar a proporre la cosa dopo un po' di tempo ma il biondo aveva storto la bocca dicendo che era troppo presto per pensare a un matrimonio: e poi si sposava dopo un mese con un tizio a caso. La cosa non tornava per niente nella testa di Dijar.

-so che non l'hai presa bene?-

-solo?- sbottò il moro.

-Dijar so che non è stato bello- continuò Shin -ma non per quel motivo devi buttarti a capofitto in ogni missione che vogliono proporci dai piani alti per poi tornare qui con ferite sempre nuove. Se il mio potere non restaurasse la pelle e la curasse semplicemente al momento saresti completamente pieno di cicatrici-

-mi piacciono le cicatrici-

-lo noto- sbottò Shin -vieni qui solo se stai letteralmente morendo-

-mi ricordano tutte le missioni che faccio e principalmente quelle nelle quali fallisco- disse parecchio tranquillo Dijar perché infondo era la verità. Quelle cicatrici gli ricordavano costantemente che non era stato abbastanza bravo da portare avanti la missione e concluderla. Per colpa sua quindi avrebbero continuato a combattere contro gli Hunters. Certo non era solo per colpa sua che si trovavano in quella situazione, non era l'unico che andava sempre in missione e principalmente la colpa era degli umani che non avevano ricevuto i poteri come loro e che vivevano nell'isola meridionale. Quegli umani erano solo invidiosi di loro e dei poteri che avevano ricevuto di conseguenza volevano eliminarli. Ci avevano provato a far capire ai senzapoteri che volendo potevano vivere insieme e avere il vantaggio di vivere con loro che i poteri li avevano ma non avevano accettato. Non avevano accettato e non avevano pensato due volte prima di imbracciare armi da fuoco e provare a farli fuori con quelle.

Ne avevano uccisi tanti dei loro, fin troppi, e solo per quel motivo loro avevano deciso di rispondere. Un po' sembrava barare utilizzando i loro poteri ma li avevano e non usarli sarebbe stato da emeriti idioti.

-se proprio vuoi fare questi pensieri pessimistici perché non pensi al fatto che a conti fatti nessuno di noi ha mai compiuto con successo la propria missione?- gli domandò Shin che ormai sapeva dove sarebbe andato a parare quel discorso visto che da un mese buono letteralmente dicevano le stesse identiche cose. -la nostra missione principale è letteralmente cercare di vivere in pace con i senzapoteri dell'isola meridionale ma non ci riusciamo ormai da secoli quindi il nostro intento è diventato semplicemente quello di sabotare le loro scorte di armi-

-cosa che stiamo facendo sempre meno- sussurrò Dijar.

-e questo perché hanno capito dopo anni il nostro intento, cosa che era a quanto palese a dirla tutta fin dall'inizio, e nascondono meglio le loro scorte. Non vinceremo mai questa battaglia Dijar quindi non voglio sentire che ti tieni le cicatrici solo perché fallisci le missioni che ti assegnano-

-lo so Shin ma fa comunque male pensare che molti dei nostri sarebbero ancora vivi se solo fossimo riusciti a fare leggermente di più. A volte è davvero meglio perdere una singola persona ma che riesce a compiere la piccola missione che ha ricevuto e non molti di noi solo perché il singolo non è riuscito nel suo intento-

-smettila di incolparti per tutto coglione- sbottò Shin -e vai a riposarti visto che hai delle occhiaie da far paura, la tua gamba è come nuova-

-grazie Shin- sussurrò Dijar abbassando lo sguardo e andando verso quella che era la sua abitazione.

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