Zordan osservò attentamente l'uomo che lo stava controllando spendo che si muovesse. Erano arrivata da una mezzoretta in quella che era Hazelmond e lui e Dijar suo malgrado erano stati separati. Avevano letteralmente preso Dijar e portato di urgenza verso l'infermeria mentre lui era stato costretto a restare nell'anticamera dove gli avevano tolto poco alla volta tutte le armi. Ormai non aveva letteralmente più niente addosso e voleva semplicemente raggiungere il suo ragazzo.
-puoi andare, ma vedi di non uccidere nessuno- disse serio l'uomo lasciandolo passare e subito Zordan lo superò raggiungendo l'interno dell'infermeria. La maggior parte erano ragazzi che non erano feriti tanto gravemente e Zordan li ignorò fino a quando non raggiunse il letto sul quale riconobbe Dijar ancora con gli occhi chiusi. Accanto a lui c'era un uomo moro che stava curando tutte le sue ferite poggiando con delicatezza le mani sulle parti lese.
-come sta?- non riuscì a non chiedere avvicinandosi ai due e Zordan si trovò a mantenere lo sguardo con il moro che lo osservò attentamente.
-gli rimarranno parecchie cicatrici ma è vivo. Questo è quello che importa- gli spiegò con calma il moro -sei un hunter- disse poi osservando attentamente il suo abbigliamento.
-ero- lo corresse Zordan -da quando ho messo piede su quest'isola credo di non esserlo più- e il castano incrociò le braccia al petto.
-sei Zordan- e quella del moro non fu una domanda ma una affermazione che lasciò parecchio sorpreso Zordan.
-conosci il mio nome-
-sei l'unico hunter che avrebbe potuto fare qualcosa del genere per Dijar- e indicò il ragazzo steso sul lettino -per non parlare del fatto che ho conosciuto tua sorella e avete parecchi tratti simili-
-come sta Jessie?-
-bella arzilla rispetto a quando è arrivata. Mia moglie la controlla ogni settimana per sicurezza ma è in salute-
-grazie mille, per tutto- sussurrò allora Zordan ritornando a guardare verso Dijar per poi prendergli una mano e stringerla.
-SHIN- un urlo riscosse completamente Zordan dai suoi pensieri e si voltò per vedere entrare in infermeria quello che era un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi nocciola che non ci pensò due volte prima di scostarlo malamente e mettersi al suo posto vicino a Dijar -come sta?-
-ehi- protestò Zordan guardandolo male ma il biondo gli ringhiò semplicemente per poi tornare a guardare verso Shin.
-si riprenderà- rispose secco il moro e Zordan rimase in parte sorpreso da quel tono di voce perché era certo che sarebbe stato riservato a lui e non al biondo.
-e quando?-
-non posso dirlo con certezza e non urlare perché disturbi gli altri pazienti- disse serissimo Shin alzando gli occhi al cielo continuando a lavorare sull'ultima ferita ancora aperta di Dijar. E fu proprio dopo aver risanato quest'ultima che poco alla volta Dijar iniziò ad aprire gli occhi ma poi fu costretto a farlo del tutto perché lo prese in pieno un attacco di tosse -aspetta- disse Shin sollevato di vedere che Dijar si fosse ripreso aiutandolo a mettersi seduto.
-cosa...-
-amore mio!- disse invece il biondo facendo restare completamente di sasso Zordan che stava per muoversi e palesarsi a Dijar.
-Paul?- domandò confuso Dijar con la testa che gli stava martellando per il dolore. Avvertiva parecchio doloro anche se doveva ammettere che era molto meno di quello che si ricordava -che cosa sta succedendo? Perché sono in infermeria?-
-sei il solito sconsiderato che va in missione e rischia la pelle Dijar- disse Paul -ti ho quasi perso di nuovo amore- e Dijar socchiuse gli occhi senza però correggerlo cercando di capire perché Paul si stesse comportando in quel modo.
-ero nelle prigioni del castello di Newsummit ne sono più che certo. Come ci sono arrivato qui?- chiese in un sussurrò Dijar.
-il tuo ragazzo ti ha portato qui- gli rispose Shin con Dijar che si voltò di colpo verso di lui con occhi sgranati. Non poteva aver detto davvero quello che aveva sentito no?
-è vero, ti sono venuto a prendere io stesso. Amore mio non devi essere più sconsiderato davvero- e Dijar si rivoltò verso Paul contro a ringhiargli contro quando facendolo notò Zordan. Zordan che era in disparte rispetto a loro e che aveva lo sguardo basso come a volersi nascondere da lui. Nacque un piccolo sorriso sulle labbra di Dijar mentre realizzava che contro ogni aspettativa davvero Zordan lo aveva salvato -amore non mi merito un premio per questo?- domandò ancora Paul.
-sta zitto- sbottò Dijar continuando a guardare verso Zordan aspettando che l'altro incrociasse lo sguardo verde con il suo.
-ma come! Ti ho salvato la vita e mi dici di star zitto? Sono il tuo ragazzo dovresti av...-
-non sei il mio ragazzo da più di due anni pezzo di merda- sbottò Dijar guardandolo con occhi di fuoco -e smettila di dire cazzate o ti inserisco in un blocco di ghiaccio per il resto della tua vita-
-andiamo Dijar sono il tuo ragazzo, sono io che ti ho salvato!-
-non sei tu il mio ragazzo. Sparisci dalla mia vista prima che...- ma Dijar non riuscì a dire altro visto che gli venne un colpo di tosse.
-allora chi sarebbe il tuo fantomatico ragazzo che ti avrebbe salvato-
-è quello contro il quale hai ringhiato prima- rispose alla domanda Shin portando a Dijar un bicchiere d'acqua mentre Paul si voltava a guardare sconvolto Zordan che aveva alzato lo sguardo e stava sostenendo quello dell'ex di Dijar.
-è un fottuto hunter! Un hunter senza poteri!- ringhiò Paul.
-mi è venuto a salvare- sussurrò Dijar finalmente guardando negli occhi Zordan -e poi sarà senza poteri ma almeno riesce a farmi godere diversamente da te che dovevi ricorrere al tuo di potere per darmi piacere mentre facevamo sesso- concluse il moro facendo rimanere di stucco tutti e tre gli altri presenti con Shin che scoppiò in una fragorosa risata.
-vaffanculo- sbottò Paul voltando loro le spalle per andarsene definitivamente con Zordan che piano piano si avvicinava a Dijar.
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Power Hunter
FantasyIl regno di Strunine è diviso a metà, da una parte ci sono persone in grado di usare poteri particolare più rari che unici e dall'altra gli hunter il cui compito è uccidere quelli che loro chiamano mostri solo perché diversi. Dijar riuscirà a non m...