Capitolo VII

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[POV DARYL]

Passi lenti, il freddo acciaio tra le dita. Il sole stava sorgendo ed i riflessi dorati trapelavano tra gli alberi creando lunghe ombre. Ero più distante dagli altri che Rick aveva mandato fuori come segugi. Avrebbero trovato gli amichetti dello sconosciuto, Aaron, senza il mio aiuto. Abraham era in gamba anche se occorreva la presenza di Rosita per conservare un giusto equilibrio.

Mi mantenni vicino al capanno, volevo costruire una plausibile scusa per far uscire Shannon rimasta con Rick e l'altro tizio. Volevo dirle che la sua vicinanza mi faceva stare bene ed il cuore si alleggeriva dal peso di quella frenetica vita. Volevo confessarle che quella notte ero rimasto ore a guardarla dormire, a stringerla a me per darle calore, ad accarezzarle i capelli ed inspirare il suo profumo. Volevo dirle che avrei voluto lei con me così, stretti in un caldo abbraccio...per il resto dei giorni a venire.

Stavo tornando indietro e la scusa che mi ero prospettato di raccontare a Rick si frantumò quando la vidi là fuori. Shannon era seduta su un tronco ad osservare l'alba. Mi appoggiai alla corteccia ruvida di un albero, per sua fortuna rimasto all'in piedi, e mi misi ad osservarla. Raccolse i lunghi capelli in una morbida coda, poi prese qualcosa. Alzò le mani e vidi che stava dando corda al carillon che avevo aggiustato per Maggie. Era il posto ed il momento giusto per parlarle. Portai la balestra in spalla ed iniziai a camminare lento verso di lei, deciso, elaborando il discorso e le parole giuste da usare. La verità era che avrei voluto correre da lei e baciarla e baciarla ancora, ma qualcosa che si muoveva tra i rami e le foglie al suolo mi distrasse, così concentrai lo sguardo in quel punto. Prima una mano e poi un braccio emersero dallo strato di resti di alberi e foglie, alle spalle della ragazza. Mi si fermò il cuore. Le dita grigiastre e ossute afferrarono la maglia di Shannon, tirandola verso il basso. Vidi il carillon cadere dalle sue mani. Scattai come una molla. Lo zombie cercava di morderle il braccio, poi uno sparo riecheggiò nell'aria rischiarata ed in poche ma grandi falcate arrivai da lei. Il corpo tranciato a metà dello zombie riposava su Shannon. Ella aveva gli occhi spaventati e sorpresi ma c'era dell'altro. Mi guardava come se fosse in stato di shock, si muoveva a rallentatore. Liberai il suo torace dal peso del corpo marcio e mi accorsi che era ferita ad un fianco. Liquido rubro gocciolava dalla maglietta, subito la presi in braccio.

No! Non volevo perderla!

Iniziai a correre verso il capanno, la sua presa al mio collo si allentò. Avvertivo il suo corpo rilassarsi e cominciava a chiudere gli occhi ad intermittenza.

"Resta con me! Shannon resta con me!" gridai per destarla. Si toccò il fianco e dopo una smorfia di dolore svenne tra le mie braccia.

***

[POV RICK]

Judith piangeva e non voleva saperne di calmarsi. Nello zaino di Aaron c'erano parecchie provviste. "Queste sono nostre", informai. L'uomo inclinò il capo.

"Slegami", rispose. Lo avevo legato ad un pilastro di legno mentre era ancora svenuto.

"Tu non mi dai ordini...spera che i miei compagni arrivino tra un'ora esatta", mi inginocchiai di fronte a lui. "Altrimenti vedi questo?" sfilai il coltello dal cinturone e glielo mostrai, la lama argentea luccicò nei suoi occhi verdi.

"Dovrò affondarlo alla base del tuo cranio". Aaron mi guardava con spavento e gli occhi sgranati.

"Non ce ne sarà bisogno se tua figlia continua a piangere così!" evidenziò.

Judith aveva fame ma non sapevo che darle e non ero sicuro che le conserve del tizio non fossero contaminate.

"Non abbiamo latte!" mi rialzai e riposi il coltello.

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