Capitolo IX

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[POV SHANNON]

Stringevo tra le dita il lenzuolo morbido mentre le sue mani leggere mi accarezzavano lentamente fin su alle ginocchia, le cosce erano avvinghiate ai suoi fianchi nudi. Mi abbandonai tra le sue braccia. La sua voce calda vibrava il mio nome sulla pelle. Brividi fugaci lungo la schiena. Stringevo fra le dita i suoi capelli lunghi, umidi. I nostri corpi erano caldi, molto caldi.

Sentivo caldo, poi i brividi.

Aprii piano le palpebre e la luce forte mi costrinse a socchiuderli. Il sudore bagnava la mia fronte, cinsi il suo collo con le braccia. Era Daryl.

"Rick accelera!"

Il ronfo del motore si fece più roco salendo di giri.

"Hey" mi sorrise l'arciere. Il sole era forte ed illuminava i suoi occhi verde acqua. Tra i capelli appiccicati alla fronte notai il taglio sul sopracciglio sinistro e tentai di sfiorarlo.

"Daryl...sei ferito", biascicai con voce roca scostandogli di poco i capelli.

"È solo un graffio, non preoccuparti per me...cerca di stare sveglia, presto ti cureremo."

Gli occhi erano colmi di paura ed un falso sorriso rassicurante si stampò sulle sue labbra.

"Starai bene te lo prometto".

Ero appoggiata col viso sul suo petto. Mi chiusi a riccio piegando le ginocchia sul sedile ed infilai il naso nell'incavo del suo collo. Tremavo come una foglia, ma il suo profumo mi faceva stare stranamente bene. Posai le labbra su quella pelle liscia e sudata sussurrando il suo nome a pochi millimetri, le massicce braccia mi strinsero come una morsa su di lui. Girò appena il viso per raggiungere il mio orecchio.

"Ce la farai...ci sono io qui, non ti lascerò da sola nemmeno per un secondo", sussurrò.

Le sue parole furono come un soffice materasso su cui cadere dopo un salto nel vuoto.

La macchina ci sballottolava e produceva un suono strano, metallico, che non dava tregua. Era un'auto piuttosto vecchia, la tappezzeria era ingiallita e le sedie strappate a sprazzi.

Chiusi un occhio nel guardare fuori dal finestrino, il sole splendeva ancora nei tre quarti di cielo sporcato qui e là da ciuffi di bianca ovatta. Concentrai di nuovo lo sguardo su quella figura che mi proteggeva, ma non prima di dare un fugace sguardo al conducente. Riuscivo a vedere i suoi occhi blu dallo specchio retrovisore.

Rick era concentrato sulla strada da percorrere, tenendo sul volante la cartina su cui aveva segnato di rosso il percorso. Chiusi gli occhi.

Sfiorai le colline che formavano il ferreo braccio dell'arciere, su per la spalla ed inoltrai la mano tra i suoi capelli.

"Non lasciarmi, ti prego", strinsi il lembo di pelle dello smanicato. Sentii il cuore di Daryl battere più veloce sotto il petto muscoloso. Mi guardò dritto negli occhi e si avvicinò, i biondi peli del pizzetto mi fecero il solletico ed istintivamente guardai Rick e poi l'arciere.

Stavo combinando un casino. Meglio star zitta e ferma, ero troppo confusa, deliravo per la febbre...o forse no.

***

[POV DARYL]

"Rick siamo arrivati!"

La voce di Glenn ci richiamò fuori dal capanno. Ci avvicinammo alla grande porta di legno che lo sceriffo spalancò con entrambe le mani liberandola dall'asse che la bloccava.

Rick disse ad Abraham e a Glenn di guidare rispettivamente il camper ed una Jeep. Le donne si divisero portando con loro Aaron ed Eric.

"Daryl portala nel camper con Carol, si occuperà lei di Shannon", si strofinò le labbra col dorso della mano destra.

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