Capitolo IV

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[POV SHANNON]

Una tempesta di emozioni formò un vortice nel mio petto che mi fece mancare il respiro.

Daryl... mi era dispiaciuto ferirlo. I suoi occhi, le sue labbra... sentivo le guance roventi. Mi appoggiai con la mano ad un albero, il respiro era accelerato. Perché? Daryl era un uomo molto sexy, bello ed aveva un non so che di selvaggio, di sicuro nella vita normale aveva mandato in pappa il cervello di molte ragazze.

Strofinai il viso cercando di tornare in me, inspirai profondamente per liberarmi da quella sensazione ed intagliai la corteccia per segnare il percorso.

Spedita, ritornai dal gruppo, tentando di scacciare quella scena dalla mente.

"Ho trovato niente...mi spiace", comunicai agli altri, mi sedetti con loro ancora scossa.

"Sei sicura?", lo guardai stranita. Lo sceriffo era rosso in viso ed evidentemente nervoso.

"Si Rick!" riconfermai accigliata.

Mi fissava ma non ne capivo il motivo, non avevo detto o fatto niente di strano a mio parere.

"È venuto a cercarvi e non vi ha trovato", intervenne Carl.

Sentii un vero e proprio pugno nello stomaco!

In quel momento Daryl tornò con le bottigliette piene.

"Ecco l'acqua", disse ostentando di avercela fatta e le lanciò in mezzo a noi.

Iniziammo a bere stillando quell'oro colato. Nell'alzare, forse troppo velocemente la bottiglia, una goccia mi scivolò dall'angolo della bocca, poi sul mento e si infranse sul petto. Sentendomi osservata adocchiai lo sceriffo che mi fissava attento mentre beveva.

"Bevete pure tutto, c'è un ruscello qui vicino". I visi dei compagni si accesero di speranza e gioia ad una così bella notizia.

"Ben fatto Daryl, raggiungiamo il ruscello e ci fermiamo lì per questa notte", sentenziò il capo.

"Ah, questo e tuo". Rick porse un dardo all'arciere assumendo un'espressione infastidita, era lo stesso dardo che aveva scoccato per deviare i vaganti.

Ci aveva visto.

Era proprio quello che non desideravo vedesse, il nostro bacio. Rick si alzò e comandò di seguire Daryl.

Speravo tanto che non se ne fosse andato prima del mio rifiuto.

Il rivolo d'acqua era abbastanza vicino, finalmente c'era concesso un po' di riposo e soprattutto non vedevo l'ora di rinfrescarmi.

Scese il buio e ci ritrovammo tutti intorno al fuoco acceso da Carol con un bastoncino ed una pietra. La donna era ingamba, ma l'espressione delle sue iridi color ghiaccio era alquanto triste. Con lei mi confidavo. Mi parlò del suo passato, della sua bambina, di come Rick ce l'aveva messa tutta per ritrovarla viva, per poi scoprirla chiusa in un capanno trasformata anche lei in un vagante. Mi si strinse il cuore, povera piccola.

Nell'arrivare alla meta recuperammo qualche scoiattolo che divenne la nostra magra cena.

Rick continuava a fissare le fiamme che danzavano e scoppiettavano generando piccoli lapilli rubri, Daryl era poco di fianco a lui che mi guardava. Evitai i suoi occhi e spostai lo sguardo su qualcosa di dolce ed innocente. Judith dormiva nella cesta accanto a me, ma poi iniziò ad agitarsi. I suoi riccioli brillavano come fili dorati alla luce del fuoco.

"Rick", richiamai lo sceriffo, ma non ci fu risposta. "Rick, posso?" ripetei indicando la piccola.

"Certo", non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Presi in braccio sua figlia che smise di gemere appena la sedetti sulle mie gambe.

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