𝗘𝗣𝗜𝗟𝗢𝗚𝗢

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-Buongiorno amore mio.- Mia nonna, come tutte le mattine, mi viene a svegliare accarezzandomi i capelli.
Oggi, in particolare, è il mio primo giorno di liceo.
Ho deciso di frequentare il Karasuno semplicemente perché si trova a cinque minuti da casa.
-Buongiorno.- Rispondo scansando leggermente la mano di nonna, odio il contatto fisico. Lei per fortuna lo sa, quindi cerca di non sbilanciarsi mai.

Appena mi metto in piedi sento un dolore attraversarmi tutto il corpo, ricordandomi la sera prima. Decido di non farci caso, non ci voglio pensare.
Vado fino alla cucina, la nonna mi sta preparando la colazione, mentre il nonno sta guardando la tv.

-Buongiono nonno.- Dico mentre mi siedo per fare colazione.

Una volta finito vado al bagno a farmi una doccia fredda per svegliarmi al meglio, sperando funzioni.
Mi vesto, mettendomi la divisa della scuola.
Avevo fatto richiesta per indossare i pantaloni come i ragazzi, ma non me l'hanno fatto fare.
Odio le gonne, non mi fanno sentire me stessa.
Spogliandomi per mettermi la camicia noto che i lividi stanno diventando più viola, cerco di non farci troppo caso. Con la gonna cerco pure di coprire le ferite sulle gambe.

Una volta finito mi trucco, mi possono levare tutto ma non questo, mi aiuta ad esprimermi, e in più mi piace.
Cerco di coprire le mie occhiaie violacee che mi accompagnano da quando sono piccola, non mi ricordo com'ero senza.
Almeno il primo giorno vorrei essere più presentabile, so già che da domani mi alzerò 10 minuti prima.

Mentre mi pettino i capelli sento il telefono vibrare, così controllo chi è.

Scusami per ieri tesoro,
ti prego parliamone.

Mio padre.
Ovviamente lo ignoro, già tanto che non lo blocco.

Prendo tutto quello che mi serve, tra cui le chiavi, i soldi e le mie amate cuffie, non cammino mai senza.

Stamattina mi accompagnerà il nonno, ma da domani andrò a piedi.

-Wow tesoro, sembri quasi una ragazzina della tua età.- Commenta il nonno.

Divertente.

Non dico niente e continuo a camminare verso la macchina.
Il viaggio dura molto poco, meno di due minuti e mi trovo davanti alla scuola.

È una struttura classica di un liceo giapponese, infondo è un normale liceo delle prefettura di Miyagi. Non l'ho scelta per un motivo specifico, ma solo perché sono obbligata a finire la scuola.
Cerco sempre di fare il minimo indispensabile, così almeno non mi bocciano.

Una volta entrata vado alla ricerca della mia classe, devo dire che comunque è grande come scuola.

-Hey! Stai cercando anche tu la classe?-
Un ragazzo con i capelli arancioni viene verso di me quasi saltellando, cerco di ignorarlo indossando le cuffie.

-Hey! Non ignorarmi!- Si mette vicino a me.

Mi rassegno e mi tolgo le cuffie. Odio le persone con così tanta vitalità, soprattuto di prima mattina.

-Sono di primo, anche tu lo sei?- Mi chiede continuando a stare al mio passo.

-Si.- Rispondo secca continuando a guardare davanti a me.

Tiro dritta entrando in quella che dovrebbe essere la mia nuova classe, andandomi a sedere al banco in ultima fila vicino al muro, il mio posto da quando faccio le medie.

Ancora prima che mi potessi rimettere le cuffie il ragazzo si mette al posto davanti a me, per poi girarsi a parlarmi.

Mio dio, per quando tempo ancora dovrò sopportarlo.

-Ti iscriverai a qualche club?- Mi chiese lui.

Non sarebbe malissimo, voglio stare a casa il minor tempo possibile.

-Non lo so.-

-Io voglio iscrivermi a quello di pallavolo.-

Per poco non gli scoppio a ridere in faccia.

-Ma se tra un po' sei più basso di me.- Lo prendo in giro, il mio hobby preferito.

-Hey! Così mi offendo.-

-Meglio.- Dico così a bassa voce che nemmeno se ne accorge.

La classe comincia a riempirsi di studenti, la maggior parte a gruppetti ed entra anche il professore.

Oggi è stata una delle giornate più noiose di sempre, visto che ogni professore voleva che ci presentassero alla classe.



Nota autrice:
Ciao a tutti!
Questo è il primo capitolo, spero vi piaccia.
È giusto un introduzione, se avete qualche consiglio sono pronta ad ascoltarvi

Non sono come lui Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora