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È domenica e un altra pesante settimana sta per cominciare, svegliarmi presto per me è davvero una tortura. Infatti, la domenica di solito tendo a rimanere a casa a riposarmi.

-Tesoro, io e il nonno dobbiamo uscire, rimani con Emi?- Urla leggermente la nonna dalla sala.

Già, Emi sta con noi, voleva vedermi e la mamma l'ha accontentata. In realtà vede spesso i miei nonni, ma la maggior parte del tempo io sono a scuola, per questo la vedo poco.

-Certo.- Mi avvio verso il soggiorno, così da rimanere con Emi.

Ci mettiamo a giocare, adoro passare il tempo con lei, nonostante sia solo una bambina.

Mentre giochiamo lei si ferma, venendo vicino a me e abbracciandomi.

-Quando mi fai rivedere quel ragazzo?- Mi stringe ancora di più.

Fa così ed è passata solo una settimana...

-Tesoro non lo so, può essere impegnato adesso.- Cerco di convincerla, ma lei si mette a piangere.

-Che fai non piangi mai e ora fai così?- Dico mentre le sorrido e le asciugo la lacrima sulla guancia.

-Mi manca, è così bello guardare il mondo così in alto.-

-È un semplice ragazzo, anche tu potresti essere così alta un giorno!- Ridacchiai.

-Ti pregoo!- Mi fece gli occhi dolci, sapendo che non riesco a resisterli.
Mi fa piacere che le piaccia Tsukishima, però non posso obbligarlo a vedere la bambina.

-Poi vediamo, ok?- La poggio a terra.

-Promesso?- Mi guarda ancora.

-Si, promesso.- Le toccai il naso.

Mio dio, ma cosa mi è saltato in mente.
Ora finché non lo vedrà mi assillerà con questa storia.
Beh, non mi rimane che sperare che la possa vedere anche cinque minuti.

Decido di scrivere a Shimizu, mi serve il suo numero per chiederli di venire qui.

Ciao scusami, per caso avresti
il numero di Tsukishima Kei?

Ciao, si, dovrei averlo.
👤 Tsukishima Kei.

Grazie mille.

Mio dio, mi vado sempre a cacciare in queste situazioni assurde.
Non mi resta che chiamarlo, sperando che non mi mandi a fanculo.

E finalmente, dopo un paio di squilli che sembrano essere durati una eternità mi risponde.

Pronto?

-Ciao scusami, sono Matsui. Ti disturbo?-

Non disturbi, ti serve qualcosa?

-Emh... ecco vedi sono a casa con Emi e... insiste a volerti vedere. Io glielo detto che potresti essere impegnato ma non ne ha voluto sapere.-

Mi stai chiedendo se posso passare per stare con la bambina?

-Diciamo di sì.-

Ci furono alcuni secondi di puro silenzio, nei quali mi aspettavo mi chiudesse in faccia.

Va bene, sto arrivando, però posso rimanere fino alle 19 massimo.

-Oddio grazie, non so come avrei fatto. Emi quando si impunta può essere testarda.-

Di niente.

Mi aspettavo andasse diversamente, non è stato difficile.
Mentre lo aspettavo decisi di mettere apposto camera mia, visto che Emi giocandoci l'ha fatta diventare un disastro.

-Emi, sta arrivando, ma sappi che è l'ultima volta che ti faccio vincere questo capriccio!- Cercai di rimproverarla nel miglior modo possibile, anche se non sono stata credibile come pensavo.

-Davvero? Grazie Grazie.- Mi saltò in braccio.

Non cambierà mai...

Dopo una ventina di minuti qualcuno suona il campanello. Ci ha messo meno tempo di quello che pensassi.
Andai ad aprire seguita da Emi.

-Ciao, scusami ancora per questa situazione.- Dissi gesticolando un po'.

-Tranquilla, non mi pesa.- Disse mentre gli feci appendere la giacca all'attaccapanni.

Senza accorgermene la bambina di trovava già hai suoi piedi, pronta per essere abbracciata.
Tsukishima rispetto alla prima volta non chiese, le prese e basta, facendola salire sulle spalle.

Gli dissi di seguirmi, andando in camera mia, dove stavamo giocando prima io ed Emi.
La fece scendere e si mise a guardarsi intorno.
La mia camera non è niente di che, anche perché non è tantissimo che mi trovo qui.

Anche il gatto aveva cominciato a strusciarsi alle sue gambe.

-Oddio scusa, non ti ho chiesto se avessi paura o fossi allergico.- Dissi, ma lui si era già accucciato ad accarezzarlo.

Gli stava facendo le fusa.
Non ci credo.

-No dai, si fa accarezzare da te e non da me.- Commentai infastidita dal comportamento del gatto.

-Forse sente l'odore del mio.- Nel frattempo continuava a fargli le fusa.

-Come si chiama il tuo?-

-Nina.-

-Bello, il mio Wisky .-

E così siamo rimasti tutti e tre li con la bambina, anche se a me non considerava più di tanto.
Decisi di alzarmi e portare un po' di the a tutti, tanto non stavo facendo nulla di che.

Mi fa piacere che la bambina si diverta, ma non posso farlo venire ogni volta che lei vuole.

Mentre tornavo con il the notai come si fosse avvicinato alla scrivania, cominciando a scrutare tutte le fotografie.

-È tua madre questa?- Indicò la fotografia.

-Si.- Dissi mentre mi affiancavo a lui poggiando le tazze sulla scrivania davanti a noi.

-Ti assomiglia molto.- Guardava prima me e poi la fotografia.

-Grazie mille.- Presi una tazza e mi allontanai.

-Come mai non abiti con lei?- Prese anche lui una tazza, mettendosi vicino a me.

Non risposi, rimasi a guardare la tazza fumante davanti a me, cercando di capire cosa fosse meglio fare, se rispondere o far finta di non aver sentito.

-Scusami, non volevo toccare un tasto dolente.- Anche lui si mise a guardare la tazza.

Decisi da alzarmi e prendere un foglio ripiegato da un cassetto.

-Tieni, leggi.- Glielo porsi.

-Ma cos'è?- Lo scrutava con faccia interrogativa.

-Una lettera, tu leggila e basta, prima che cambi idea.-

Nota autore:
Che ne pensate?
Beh, sono successe un po' di cose...
Cosa sarà scritto sulla lettera?🤷🏻‍♀️

Non sono come lui Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora