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⚠️scene di violenza da "una volta entrata decisi..." fino al pov di Tsukishima⚠️


Matsui pov

Ormai è passata una settimana dal ritiro, ma da quello che ho capito il coach ha deciso di continuare a seguirci.

Si stanno allenando tutti duramente per il torneo primaverile, per alcuni il primissimo che giocano.

In questo momento i ragazzi stanno facendo una piccola pausa, ma Hinata e Kageyama non riescono a stare fermi.

-Ma come che voglia...- Commenta Tsukishima dietro di me.

-Non ne ho idea, mi sto stancando solo a guardarli.-

-Sei emozionato per il torneo primaverile?- Aggiungo.

-No, cioè boh. Ripeto per me è solo un club.-

Mi dispiace davvero tanto che lui dica così, ha potenziale, è sprecato.
Io so cosa si prova ad non avere una passione o a non riuscire a mettere te stesso in qualcosa che fai.

-Perchè?- Chiesi dopo un po'.

-Cosa?-

-Perché dici che "è solo un club"?-

-Non sono fatti tuoi.- Risponde per poi girarsi e poggiare la bottiglia, stavano per rientrare in campo.

-Oh scusa, beh, pensavo che alcune cose c'è le dicessimo, ti ho anche fatto leggere la lettera.- Gli dissi mentre camminava, probabilmente ci stavano ascoltando, ma a me non interessava in quel momento.

-Beh, siamo diversi evidentemente.- Aggiunse prima di entrare in campo.

Sentivo gli occhi di tutti addosso.
Bene, abbiamo anche dato spettacolo.

Mio dio, ogni volta che mi fido di qualcuno e gli racconto di me finisce per rovinarsi tutto in qualsiasi modo, una domanda così semplice e senza malizia.
Ammetto che non me lo sarei aspettata, come posso dire... ci sono rimasta male?
No... non direi così, però quasi.

***

Sto tornando a casa, quella sensazione va avanti da tempo ormai, anche quando tornavo a casa con Yamaguchi e Tsukishima la continuavo a sentire, forse più forte del normale.
Oggi è lo stesso, anche se sta volta ero da sola, non gli ho aspettati, devo ancora farmi andare giù la conversazione di prima.
Così, come sempre, andai a passo spedito fino a rientrare a casa, sta volta sarei stata da sola fino a dopo cena, i miei nonni sono fuori.

Una volta entrata decisi di mettermi comoda, mi struccai e mi legai i capelli.
Avevo anche un enorme mal di testa, così andai a prendermi un bicchiere d'acqua con una medicina a posta.
Mentre giravo la medicina con un cucchiaino mi voltai per poggiare la schiena al bancone.

-Vedo che te ne sei accorta.- Disse poi una voce famigliare, decisamente famigliare.

Una mix di emozioni e sensazioni mi fece cadere il bicchiere a terra, rompendolo e facendo espandere il liquido a terra.

Paura, stupore, rabbia, ansia.

-Ti stavo per chiamare, ma a quanto pare ti sei girata da sola.-

-Che c'è?- Cercai di racimolare più forza possibile, ma la voce mi moriva in gola.

-Beh, vedevo che ultimamente di guardavi più giro del solito, ti sentivi osservata, vero? Sai... non mi è piaciuto come è andata a finire l'ultima volta che ci siamo visti, direi che hai bisogno di una bella lezione.- Si avvicina e mi blocca contro il bancone della cucina con il suo corpo.

-Continui a fare la puttana, soprattuto con quel ragazzo biondo, gliel'hai data non è così?- Mi mise una mano intorno al collo, così stretta che non riuscivo a parlare e a rispondere.

-Non mi piace quando fai la cattiva ragazza, perché altrimenti ti dovrò punire...- Fece una pausa nella quale mi osserva dall'alto in basso.

-Penserò prima a te... poi quando scoprirò dove abita anche al biondino.-

-N..No.- Cercai di dire.

-Come?- A mia sorpresa allenta leggermente la presa.

-Non c'entra nulla lui... non gli ho raccontato niente.- Tossi.

Riprese a stringermi ancora di più il collo.

-Ci penserò...- Mi guardava fisso.

-Prima però... ti dovrò punire.- Fu l'ultima cosa che sentii prima che lui cominci a colpirmi.

Mi prese a calci e pugni, in faccia, sulla pancia, sulle gambe.
Uno sullo stomaco mi fece piegare dal dolore, così mi inginocchiai e mi rassegnai, più mi dimenavo peggio era.
Sentii il sapore di ferro in bocca, la ferita sul fianco aveva ricominciato a sanguinare.
Mi tirò un pugno sul mento... da lì mi sentii leggermente stordita e poi... buio.
Non sentivo più dolore... ha dire e vero non sentivo più nulla... mi lasciai cadere a terra.

Tsukishima pov

Stavo a tavola con mia madre e mio fratello, stavamo cenando.
Era tutto più tosto silenzioso, oppure era la mia testa che me lo faceva sembrare tale.
Il silenzio fu interrotto dal mio telefono che prese a squillare.

"Matsui"

Rimasi sorpreso, non mi chiamava mai, ed in più non gli era andata giù la conversazione di oggi, infatti è tornata da sola, era anche orgogliosa, quindi era strano.
Non mi feci altre domande e mi alzai per rispondere.

-Scusate, devo rispondere.- Dissi mentre mi alzavo ed uscivo dalla cucina.

-Pronto?-

"C..Ciao" Sentii dall'altro lato.

Non era la sua voce.

-Si? Chi sei?-

"Sono la nonna... abbiamo portato Kaori d'urgenza all'ospedale, te l'ha abbiamo detto sei vuoi venirla a trovare, le visite da domani. Abbiamo chiamato te perché ci ricordavamo quando sei venuto qui..." La sua voce tremava.

Non ci sto credendo, non può essere.

-Cosa? Come è successo?-

"L'abbiamo trovata a casa... avrei dei sospetti su chi sia stato, se te l'ha raccontato lo capirai anche tu"

Me lo aspettavo, quella sensazione che sentiva da giorni ormai non poteva essere casuale, c'era qualcosa dietro.
E chi se non il padre sarebbe capace di una cosa così.

-Va bene, la ringrazio... appena posso verrò.- Dissi prima di chiudere la chiamata e rientrare in cucina.

-Chi era?- Chiese mio fratello.

-Nessuno, solo una mia compagna di classe che voleva sapere un esercizio.-

Note aurore:
Mi state odiando?
Scusate mi dispiace...

Non sono come lui Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora