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⚠️⚠️: scena di violenza da "Tsukki hai sentito?..." a "Lei si mise le cuffie..."

Tsukishima pov

-Hai visto che attacco assurdo?- Mi chiese Yamaguchi appena finita la partita.

-Già, Hinata salta più di me.- Mi fermai un attimo.

-La cosa che mi ha stupito di più, in realtà, è che Kageyama, il re del campo, si sia adattato ad una persona.- Nel frattempo stavamo mettendo a posto la palestra.

Dopo il saluto generale io e Yamaguchi raggiungemmo lo spogliatoio.

-Hey Tsukki aspetta!- Si mise a correre visto che l'avevo lasciato indietro.
Mi fermai aspettandolo, per poi riprendere a camminare.

-Tsukki hai sentito?- Disse con voce tremante.

Mamma mia si spaventa per tutto.

-Sentire cos- Non feci in tempo a finire di parlare che un urlo catturò la mia attenzione.

-Ma come ti permetti a parlami così!- Dalla voce, era sicuro un uomo, anche abbastanza adulto.
Yamaguchi si aggrappò alla mia borsa, come faceva da piccolo.

Decisi di avvicinarmi, cercando di distinguere le persone.
Avvicinandomi, notai una ragazza con la divisa della nostra scuola di spalle, un po' piegata da un lato. Poi notai il signore, che era attaccato a lei.

Capelli neri, lunghi... Matsui?

È stata la prima persona che mi è venuta in mente, dato anche che era appena finito l'allenamento, quindi era normale che se ne stesse andando.

Decisi di avvicinarmi ancora di più. Notai che quell'uomo aveva una mano poggiata sul suo fianco, mentre stringeva così tanto da farli diventare le nocche bianche. Non si era ancora accorto di me.

-Matsui?- Cercai di catturare l'attenzione di entrambi, cosa che mi riuscì molto facilmente.

Lei aveva gli occhi lucidi, penso dal dolore.
Notai anche come si porto subito una mano sul punto dove l'uomo stringeva.

Di solito mi sarei fatto i fatti miei, però sta volta, non so perché, mi sentivo che sarei dovuto intervenire.

-Che sta succedendo?- Chiesi puntando il mio sguardo al signore.

-Nulla, una semplice discussione tra padre e figlia.- Disse ricambiando lo sguardo.

-Va bene tesoro, ci vediamo domani allora.- Spostò lo sguardo verso la ragazza, poi si allontanò.

Una volta allontanato Matsui si piegó per recuperare le cuffie cadute a terra.

-Cazzo.- La sentii dire mentre barcollava e stringeva gli occhi dal dolore.

Decisi di aiutarla, raccogliendole le cuffie.

Cominciai a pensare.
Chissà da quanto va avanti così.
Beh, un questo caso, è meglio non averlo un padre, invece di averne uno che si comporta così, sempre se si possa chiamare tale.
La rabbia comincio a salire, odio queste cose.
Decisi di smettere di pensare per non farmi sovrastare da essa.

Nel frattempo lei si sedette su una panchina lì vicino.

-Tutto apposto?- Chiesi osservando ogni movimento della ragazza.

-Non si vede?-

-A me piace scherzare, ma non mi sembra il momento.- Risposi serio.

-Ha ragione.- Sentii parlare Yamaguchi dietro di me

Ah, già, c'era anche lui.

-Meglio prenderla a ridere.- Disse cercando di sorridere.

La vidi staccare la mano dal fianco, notando come la camicia bianca della divisa si era sporcata di alcune macchie di sangue.

-Grazie, ora vado.- Si alza prendendo lo zaino.

-Ti accompagnamo?- Non so perché lo chiesi, mi venne quasi spontaneo.

-No, tanto casa mia è qui.- Si incamminò dandoci le spalle.

-Anche la nostra fermata lo è.- Mi incamminai dietro di lei.

Non so perché, ma avevo una sensazione strana, volevo essere sicuro che se ne fosse andato.

Lei si mise le cuffie, ignorandoci completamente.
La capisco. Nemmeno io vorrei parlare dopo un episodio del genere.

***

Mi trovavo in autobus con Yamaguchi, nessuno parlava.

-Io non avrei avuto il coraggio di intervenire.- Disse all'improvviso.

-Ho solo fatto quello che mi sembrava giusto fare.- Feci spallucce.

-Che fa, ti sei preoccupato per una persona? Che caro.- Mi tiró una gomitata.

-Taci Yamaguchi.-

-Scusa.- Si mise a ridere. Gli lanciai un occhiataccia.

***

Entrai a casa ancora un po' scosso, non so nemmeno io perché. Devo ammettere che per un momento ho pensato che volesse menare anche me.

-Tsukki, ben tornato!- Oggi a casa c'era anche mio fratello, Akiteru.

-Ciao.- Risposi semplicemente mentre mi toglievo le scarpe.

-Tutto ok a scuola? E al club?-

Mamma mia, quante domande.

-Tutto bene.- Mi alzai, sorpassandolo.

-Mamma mia, sempre più alto.- Commentò.

-Ciao mamma.- Decisi di ignorarlo, andando a salutare la mamma.

-Ciao tesoro.- Mi sorrise.

-Io sono in camera.- Dissi poi, ignorando tutti.

In questo momento voglio solo mettermi le cuffie e stare in pace, senza nessuno che mi rompa.

Note autore:
Che ne pensate di questo capitolo con lo tsukishima pov?

Non sono come lui Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora