Sono passati ormai due mese dal bacio tra me e Tsukishima, da lì ci vediamo molto più spesso, lo faccio venire da me, insomma, abbiamo inziato una vera a propria relazione.
Ho deciso di dargli ascolto, non sono andata al club per un mese, il tempo che mi serviva per la mia costola, ed in più, sempre grazie a lui, ho deciso di sporgere denuncia.Infatti mi sto preparando per andare in tribunale per far mettere una volta per tutte quel bastardo in carcere.
Come testimoni ci saranno tutti i miei zii e cugini da parte di mamma, più alcune sue amiche e, ovviamente, Tsukishima.Mentre mi trucco sento il campanello suonare.
-Vado io!- Disse mia zia.
Io sapevo già chi fosse, Tsukishima. Abbiamo deciso di vederci anche prima, avevo bisogno di un po' di conforto.
-Ciao Kao.- Disse lui entrando in camera.
-Ciao.- Mi alzai per andarlo a salutare. Ci baciammo, sta volta però non avevo il gloss.
Rimasi un attimo a guardarlo, si era vestito proprio bene, la prima volta che lo vidi in camicia.
-Così mi consumi.- Disse lui in una leggera risata.
-Sei bellissimo.- Fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Lui mi prese dal fianco e mi baciò.
-Anche tu lo sei.- Disse per poi lasciarmi finire di truccare.
***
Arrivarono a casa tutti i miei parenti, così andammo in tribunale.
Mi ritrovai a testimoniare contro mio padre insieme a tutta la mia famiglia, io fui la prima a parlare.
-È iniziato tutto quando ero molto piccola...- Presi un respiro.
-Mio padre picchiava mia madre, e ogni tanto anche me. Mia madre ha sempre cercato di non farmi pesare niente, e ha cominciato a prendersi anche i miei colpi. Un giorno tornata da scuola non la trovai a casa, inizialmente non ci feci molto caso. Andai in camera mia per riposarmi un po', finché non trovai una lettera sopra la mia scrivania. Era da parte di mia mamma, nel quale, in poche parole, disse che avesse deciso di togliersi la vita e mi disse di andare a vivere dai nonni, cosa che feci, così che gli incontri con mio "padre" si ridussero, anche se ogni tanto mi aspettava fuori scuola o fuori casa. Quando mi vedeva e c'erano persone si limitava a parole come "Sei una puttana." "Mi vergogno ad essere tuo padre." ecc.
Quanto eravamo soli invece, alzava anche le mani. Puzzava sempre o di fumo o di alcool, oppure di entrambi insieme.-Mio padre mi guardava con rabbia.
-Mia mamma non ha mai avuto coraggio di denunciarlo, nonostante tutto lo amava troppo, però ora, dopo l'ultimo episodio che mi porto in ospedale decisi che non potevo continuare così, visto che avevo paura che avrebbe fatto del mare alle persone a me care. Aveva minacciato di picchiare il mio ragazzo.-
Il giudice mi mandò a posto, facendo parlare Kei.
-Matsui fa parte del club di pallavolo maschile, fa la manager. Un giorno, dopo gli allenamenti stavo uscendo dalla palestra insieme ad un mio amico e compagno di squadra, Yamaguchi Tadashi.-
Lanciò uno sguardo a mio padre.
-Io portavo le cuffie alle orecchie, Yamaguchi disse di aver sentito un urlo, così me le tolsi ed uscì con lui dal cancello. Trovai Matsui spalle al cancello della scuola con il padre davanti a lei, con una mano che li stringeva il fianco. Il padre una volta accorto di noi si stacco, dicendoci che era una semplice lite tra padre e figlia.
Però notammo, grazie alla camicia bianca, che le usciva il sangue dal fianco. Lei disse che era una ferita vecchia che gli aveva procurato che si era riaperta. Poi al club, grazie alle maniche corte, un po' tutta la squadra notò i lividi sulle braccia, però nessuno apparte me e questo mio amico conosceva il perché, lei ci aveva chiesto di non dire nulla a nessuno.-Mandò a posto anche lui, si mise vicino a me e mi mese una mano sulla coscia per consolarmi come era solito fare.
Tutti quanti i miei parenti testimoniarono a mio favore, l'avvocato di papà cercava in tutti i modi di difenderlo, dicendo che non era capace di intendere e di volere, cosa che fu smentita.
Alla fine fu accusato di istigazione al suicidio e violenza fisica e verbale, gli hanno dato 7 anni, per ora.
Una volta usciti mi misi a piangere dalla gioia nelle braccia di Kei.
-C'è l'abbiamo fatta!- Gli dissi.
-Si, hai visto!- Mi sorrise per poi baciarmi.
Andai ad abbracciare tutti i miei parenti, ero pronta per iniziare una nuova vita.
***
Andammo a casa mia, io e Kei ci cambiammo per poi metterci nel letto e non fare nulla, solo per stare insieme.
Mi faceva stare bene la sua compagnia, stare accoccolata a lui mi faceva sentire il suo profumo.
Misi la testa nell' incavo del suo collo, e rimasi così per un tempo indefinito.Ero pronta per riprendere in mano la mia vita, ero pronta a non aver più paura ogni volta che uscivo di casa.
Ero pronta a non stare in pensiero per chi frequentavo.
Ero pronta a stare bene.Hai visto mamma? C'è l'ho fatta, c'è l'abbiamo fatta.
Kei non è come lui.Nota autore:
Ciao a tutti!
La storia finisce qua, spero vi sia piaciuta.
Questa storia mi ha accompagnato per questi mesi, e sono contenta per come sia uscita.
Ho preferito non inserire scene smut, per il semplice motivo che non le so scrivere, e per non fare una schifezza non l'ho scritta. (se riesco e se volete fare un capitolo bonus smut, ma non vi prometto nulla)
Vi ringrazio per il supporto che mi avete dato, non avrei mai immaginato di fare questi numeri, mi arrivano un sacco di notifiche di persone che aggiungo questa storia alla loro lista. Mi fa davvero molto piacere.Stavo pensando di iniziare una nuova storia, sta volta su Kuroo. Ditemi che ne pensate❤️

STAI LEGGENDO
Non sono come lui
FanfictionLei, Matsui Kaori. Ha una situazione famigliare molto complicata, sin da piccola ha sofferto davvero tanto, portandola a chiudersi in se stessa e a non esternare più le sue emozioni. Decide di frequentare il Karasuno semplicemente perché si trovav...