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Matsui pov

Le lezioni sono appena finite così ho deciso di sedermi su una panchina a prendere un po' di arietta fresca.
Nel frattempo ripensavo a cosa è successo con Tsukishima, ho fatto bene a fargli leggere quella lettera? Manterrà il segreto?

Tanto ormai gliel'ho fatta leggere.

Oggi è una giornata particolarmente calda, per questo ho deciso di mettermi all'ombra, odio sudare.
Così mi misi le cuffie alle orecchie e mi lasciai trasportare, finché...

-Cazzo!- Guardai l'ora.

-Sono in ritardo.-  Non stavo pensando al club di pallavolo.

Così mi alza e mi diressi a passo svelto nello spogliatoio per cambiarmi, sta volta era vuoto così non mi sono nemmeno dovuta preoccupare di cambiarmi dentro al bagno.
Decisi di rimanere senza felpa, si sarebbero viste le ferite e i lividi ma in quel momento non ci pensai.

Aprii la porta di ferro, facendo spostare l'attenzione di tutti su di me.

-Scusate per il ritardo.- Dissi prima di entrare.

Mi stavo dirigendo verso le altre due manager finché un ragazzo ancora più basso di Hinata non cominciò a parlarmi.

-Tu devi essere l'altra manager!- Il suo tono era molto... squillante.

-Si, sono io. Tu chi sei?- Non l'avevo mai visto prima in quella palestra.

-Io sono Nishinoya Yu!-

-Io Matsui Kaori, piacere.- Feci un piccolo inchino.

Stavo camminando verso le sedie ma continuavo a sentire il suo sguardo su di me. Cercai di non farci troppo caso.

-Fai qualche sport?- Chiese d'un tratto.

-Umh, no. Perché?- Non riuscivo a capire il nesso di quella domanda.

-No perché ho visto tutte quelle ferite e lividi...- Fece una pausa.

-Anche io ne un sacco a furia di buttarmi!-

Mi ha lasciato un attimo spiazzata, i miei non erano ovviamente per quello.
Sentivo gli occhi di tutti addosso, mi stavano guardando le braccia, d'istinto me le portai al petto.
Decisi comunque di fare un sorriso, infondo la domanda non era stata fatta con malizia.

-Nishinoya! Scusalo, parla un po' troppo.- Era il capitano.

-Non fa niente.- Dissi semplicemente.

Sentivo un altra persona guardarmi, così mi girai.

-Tutto ok?- Era Tsukishima.

-Si.- Dissi con un sorriso per non farlo preoccupare, cosi che potessero tornare ad allenarsi.

***

Una volta finito l'allenamento fui una delle prime ad uscire, mi sono sentita osservata per tutto l'allenamento, anche una volta aver rimesso la felpa, e stavo provando un estremo disagio.
Non salutai nemmeno le altre manager, spero che non ci siano rimaste male.
Mi misi le cuffie e mi diressi a passo svelto fuori dalla scuola.

-Matsui.- Sentii in lontananza una voce chiamarmi, sapevo molto bene chi fosse, ma non mi girai, non avevo voglia di parlare.

Continuai a camminare, finché qualcuno non mi prese il polso, facendomi girare.

-Pensi di scappare ancora?- Chiese subito dopo.

Lo guardai un attimo... cosa dovevo fare?

-Non sto scappando.- Risposi sperando che mi lasci stare, lui più di tutti dovrebbe sapere, non capisco questo suo comportamento.

-Sai, ho visto la tua reazione alla parole di quello... Gli altri non se ne saranno accorti, ma io si.- Mi guardava negli occhi, solo ora mi sono accorta che mi teneva ancora il polso, così con un gesto rapido mi liberai dalla sua presa.

-E quindi? Dovresti saperlo che non sono una tipa che vuole attenzioni o vuole far pena, quindi ti prego di lasciarmi stare.- Dissi subito prima di girarmi e ricominciare a camminare.

-Aspetta.- Il biondino richiamò la mia attenzione, così io girai a malapena la testa.

-Te le ha fatte lui, vero?- Nel suo tono c'era... preoccupazione? No, impossibile.

-Secondo te?- Risposi spazientita da quella situazione, volevo solo tornarmene a casa.

-Non è normale questa situazione, lo sai vero?- Mi stava guardando le braccia ricoperte dalla felpa.

-Secondo te non lo so? Cosa dovrei fare? Denunciarlo? Si farà a malapena qualche anno, una volta uscito che farò? Mi ucciderà probabilmente. Io più di tutti sono consapevole di questa situazione, tanto ora mai non sento più niente, non mi fanno effetto lei sue parole e questi segni sono solamente superficiali!- Penso che lo stessi dicendo più a me stessa che a lui, e senza volerlo, il tono della mia voce si era alzato.

-Sei sicura che sia così? O sei tu che vuoi cercare di mostrarti forte quando in realtà hai bisogno di aiuto?- Mi stava guardando più intensamente di prima.
Quelle parole mi hanno colpito molto... sono così facile da capire?
No, avrà solamente sparato e ci ha azzeccato, si, sicuramente è così.
Io non provo emozioni.

-Il fatto che tu non risponda mi fa capire che ho fatto centro.- Aggiunse dopo un lungo silenzio da parte mia.

Non risposi, ricominciai solamente a camminare verso casa mia, e lui sta volta non ha cercato di fermarmi.

Note autore:
Si stanno avvicinando leggermente o è un'impressione?...

Non sono come lui Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora