𝟭𝟰

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Mi trovo a scuola, ma a differenza di tutte le altre volte la mia mente è completamente altrove, da quando sono entrato non riesco ad essere attento nemmeno ad una lezione, pure i prof se ne sono accorti.
"Ti vedo con lo sguardo perso, tutto apposto?"
Ovviamente rispondevo sempre di sì, che non avevo dormito, ma in realtà continuo a pensare alla chiamata.
Non pensavo che si potesse spingere a tanto.
Non avrei dovuto risponderle in quel modo, avrei dovuto accompagnarla come tutte le altre volte.
Ormai è successo, non posso farci più nulla, non so nemmeno io perché ci stia pensando cosi tanto.

-Tsukki... Tsukki!- Sobbalzo leggermente dalla sedia.

-Tutto ok?-

-Si.- Ci si mette anche Yamaguchi...

-Forza dobbiamo andare al club!- Dice tutto euforico...

Non voglio far sapere a nessuno questa cosa senza il consenso delle nonna di Matsui, non so se ha avvertito la scuola.
Cammino verso il club, sta volta portavo le cuffie alle orecchie, non parlavo con Yamaguchi, penso che se ne sia accorto ma che, conoscendomi, non mi stia chiedendo nulla.

Arrivati al club il prof. Takeda dice che ci deve comunicare qualcosa, così ci accerchiamo.

-Come vedete ci sono solo Shimizu e Yachi, Matsui pultroppo si è presa una brutta febbre e non tornerà presto.- Disse per poi invitarci a continuare ad allenarci.

Allora la nonna ha preferito mentire... vuol dire che farò la stessa cosa.

-Kei! Sta attento! Se non hai voglia di allenarti esci!- È il coach, che ha deciso di continuare ad allenarci.

-Mi scusi.- Dissi, ma non usciii.

Non so nemmeno io perché, forse voglio rimandare il più possibile la visita all'ospedale.

***

Finito allenamento dissi a Yamaguchi che avevo una cosa da sbrigare, e che quindi non tornerò con lui.
Mi sono fatto mandare in precedenza la posizione dell'ospedale, dicendo che sarei andato il più possibile.

Arrivato, mi recai alla reception.

-Buonasera. Dov'è la stanza di Matsui Kaori?- Chiesi.

-Secondo piano, stanza 210.- Mi rispose per poi rimettersi a guardare il computer.

Non me lo feci ripetere due volte e salii per andare alla sua stanza.
Arrivato al piano notai in lontananza la nonna di Matsui fuori dalla sua stanza, così mi avvicinai.

-Salve signora...-

-Oh ciao giovanotto! Sapevo che saresti venuto, ti stavo aspettando.-

-Come sono le sue condizioni?-

-L'ha colpita in un punto che l'ha fatta svenire, ancora non si sveglia, però le sue condizioni sono stabili e fuori pericolo.-

Ora capisco perché era più tranquilla di quello che mi aspettavo.

-Posso entrare a vederla?-

-Certo.-

-Grazie.- Feci un leggero inchino prima di entrare.

Una volta entrato la trovai stesa sul lettino con una flebo attaccata al braccio.
Era piena di graffi e lividi ovunque, aveva la camicia scolastica sporca di sangue proprio nello stesso punto.
Aveva il braccio sinistro, quello con il tatuaggio, con più lividi, proprio come mi aveva raccontato.
Presi una sedia e mi misi affianco a lei, la osservai per non so quanto tempo, potevano essere secondi, minuti, ore...
Per la prima volta in vita mia mi sentivo... in colpa? Penso che sia questo quello che sto provando.

-Sai...- Cominciai a parlare.

-Per la prima volta in vita mia sto provando una sensazione strana, non è fortissima, ma la sento.
Non sento di essere vuoto come sempre, nel mio animo sta nascendo un sentimento che non ho mai provato: mi sto sentendo in colpa.
Mi sento in colpa perché non avrei dovuto risponderti così al club, avevi fatto una domanda innocente che avevi tutto il diritto di farmi.
Mi sono sentito in colpa perché non ti ho accompagnata a casa come è ormai abitudine da un po'.
Forse se avessimo fatto meno gli orgogliosi oggi starei dicendo queste parole ad una te sveglia.
Non so se ti dirò queste cose quando ti sveglierai in realtà, non mi piace esternare come sono fatto realmente...-

Le parole mi stavano uscendo senza sosta, più parlavo più mi veniva altro in mente da dire, forse perché sapevo che lei in quel momento non mi poteva sentire.

-Sono davvero contento che tu mi abbia fatto leggere quella lettera, sono contento di essere uno dei pochi che conosce la verità.- Dissi prima di alzarmi.

-Svegliati presto Kao.-

Una volta uscito dalla stanza trovai sua nonna ancora seduta li.

-Signora io sto andando a casa, lei non ci va?-

-Sto aspettando che mio marito finisca di lavorare, mi passa a prendere lui, grazie per la preoccupazione.-

-Di nulla... ci vediamo allora. Penso di tornare altre volte.-

-Certo... alla prossima allora.-

-Si alla prossima.- Feci un leggero inchino e me ne andai.

Note aurore:
Ciao a tutti!
Vi piace il capitolo?
Scusate l'attesa ma sono stata molto impegnata😅

Non sono come lui Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora