𝟭𝟲

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Ieri i miei nonni mi hanno riempito di mille domande, la maggior parte riguardante Tsukishima e io mi mettevo a ridere, non sapevo cosa rispondere.
Ho passato una serata davvero spensierata, non ho pensato a nulla e sono andata a dormire tranquilla.
Stamattina dovranno fare gli ultimi controlli, uscirò nel pomeriggio. Sono davvero contenta di uscire da qua.

Stavo pranzando quando sentii il telefono squillare.

"Tsukishima Kei"

-Pronto?-

"Oggi esci vero?"

-Si.-

"Ci possiamo vedere?"

Ammetto che un po' di ansia mi sta salendo.

-Umh, si va bene. Dove?-

"Dopo gli allenamenti alla panchina vicino alla stazione, va bene?"

-Si, certo.-

"Ok, a dopo."

-A dopo.-

Rimasi un attimo a fissare il telefono, e alcune domande iniziarono a frullarmi nella testa.
Non vorrà parlare di ieri? Perché nemmeno io so bene cosa sia successo.

Continuai a mangiare con la testa altrove.

***

Era arrivata finalmente l'ora di lasciare l'ospedale. Mi hanno detto che potrei avere ancora dolore per colpa della costola inclinata e di non sforzarmi troppo, ma comunque tornerò al club, non vorrei far preoccupare gli altri, è strano che manchi così tanto per una semplice febbre.

Varcai la soglia dell'ospedale e trovai tutti ad aspettarmi. I miei nonni e la sorella di mamma con Emi.

-Kao!-

La prima a correre verso di me fu la bambina.
Mi abbassai e la abbracciai, peccato che non possa prenderla in braccio.

-Mi sei mancata tantissimo.- Disse la bimba.

-Anche tu!- Risposi.

Mi alzai e andai incontro agli altri, facendo un abbraccio di gruppo.

-Mi hai fatto spaventare tantissimo!- Disse mia zia.

-Scusami!- Ci mettemmo a ridere.

Andammo tutti quanti a casa mia, per passare il tempo insieme.
Ammetto che rivedere il punto dove è successo tutto mi mette un pò di angoscia, però il fatto di essere tutti insieme mi rasserena.

Il tempo passa, e con questo si avvicina "l'uscita" con Tsukishima, anche se non sono sicura si possa chiamare tale.

-Scusate vado a prepararmi, devo vedere una persona, non sarò via molto.- Dissi a tutti quanti.

-Si tratta del biondo vero?- Mi chiese nonna.

Feci spallucce, e lei si mise a ridere.

Mi vestii comoda e feci un trucco leggero, alla fine mi ha visto in condizioni pietose in ospedale.

Uscii di casa e mi recai al luogo che mi aveva detto. Lui si trovava già lì.

-Ciao.- Dissi mentre mi sedevo.

-Ciao.- Rispose lui, levandosi le cuffie.

Poggiai la testa sulla sua spalla, e mi godei il venticello fresco che mi scompigliava leggermente i capelli.

-Lo sai che non sono bravo con le parole, però vorrei farti una proposta.- Disse lui, così io mi alzai per guardarlo.

-Dimmi.-

Non sono come lui Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora