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Tornata a casa parlai hai miei nonni dell'esperienza che dovrò fare per la golden week, ovviamente erano contenti ma allo stesso tempo preoccupati.

-È un bene che tu cambi aria, però fa attenzione.- Disse la nonna.

-Dai, starai con quel ragazzo biondo tutto il tempo.- Fece un sorrisetto il nonno.

-Nonno!- Risi alla sua affermazione.

-Fatti sentire, va bene tesoro? Chiamaci ogni tanto.- Mi abbracciò.

-Non sto partendo in guerra! E poi sono ancora qua!- Risi per le parole di nonna.

-Per una volta non hai fatto storie per l'abbraccio però.- Mi fece notare.

-Te l'ho lasciato fare presa dal momento.- Feci spallucce.

-Mi sembrava strano infatti.- Rise accompagnata da me e il nonno.

***

I giorni passarono, è arrivò quello della partenza.
Ci saremmo riuniti per prendere un pullman prenotato a posta, l'unico problema? L'orario.
Sapevo che saremmo partiti presto, ma nonostante questo sono andata a dormire tardi, avendo tipo tre ore di sonno in corpo.
Ho messo un po' di correttore per mascherarlo, ma non ha funzionato più di tanto.

-Buongiorno.- Dissi alle altre manager accompagnato da uno sbadiglio.

-Hai dormito poco vero?- Chiese Yachi.

-Si vede così tanto?- Risi leggermente.

-Si, direi di sì.-

Mano a mano iniziarono ad arrivare tutti quanti, compresi il coach e il prof.
Andammo a prendere i posti, mi sedei vicino a Yachi, rigorosamente dal lato del finestrino.

Presi le cuffie, le misi e passai l'intero viaggio a dormire.

***

Arrivati i ragazzi erano davvero molto emozionati di stare a Tokyo, forse un po' troppo.
Alloggeremo in una mezza specie di B&B, tutti tranne Shimizu, che abitando qui vicino tornerà sempre a casa.
I ragazzi dormono tutti insieme, mentre io e Yachi avremmo una stanza a parte.
Senza perdere altro tempo andiamo a posizionare i bagagli, visto che i ragazzi avranno un allenamento anche il giorno di arrivo.

Quest'arco di tempo saremo praticamente sempre in palestra, una occasione per non pensare a niente, e soprattutto a nessuno.
Vedo i ragazzi già molto agitati per la famosa partita contro il nekoma, sono davvero così tanto forti?

Devo dire che tutte queste ore di allenamento stancano anche noi manager.

-Ho assolutamente bisogno di una doccia.- Dice Yachi mentre camminiamo.

-A chi lo dici.- Rispondo.

Arrivati alla struttura dove stiamo alloggiando i ragazzi un po' per volta stanno andando a farsi le docce, io ho deciso di far andare prima Yachi, visto che di solito ci metto tempo a farla, visto che è uno dei miei pochi momenti di relax.

Per passare il tempo decido di uscire fuori, mettermi le cuffie e sedermi ad una panchina lì davanti. Mi poggio allo schienale e mi lascio trasportare dalla musica che producono le mie cuffie, canticchiando di tanto in tanto.

-Sei brava.- Una voce mi risveglia dal mio stato di quiete, facendomi fare un leggero balzo su me stessa, rimettendomi in piedi.

-Tsukishima! Mi hai fatto perdere un infarto.- Dissi con una mano poggiata sul petto.

-Non ti trovavo dentro quindi ho pensato di cercare qui fuori.-

-Posso sedermi?- Chiede indicando il posto vicino a me.

-Si.- Dico semplicemente.

Come si siede noto come lasci una scia di profumo, sinonimo che sia, probabilmente, appena uscito dalla doccia.

-Tu hai paura della partita contro il Nekoma?- Chiesi per iniziare un discorso.

-No, sinceramente non mi importa più di tanto, non so gli altri come fanno ad essere così eccitati, soprattuto quella specie di mandarino.- Dice con voce un po' irritata.

Rido leggermente al nomignolo assegnato ad Hinata.

-Sai...- Sospiro.

-Ti capisco, nemmeno io riesco a mettere me stessa in quello che faccio, non riesco a trovare una passione, prima mi piaceva tanto studiare per esempio, ora mi arrangio il gusto che serve per essere promossa. Però è davvero un peccato. Tu sei alto, molto alto, potresti dare molto di più di quello che fai già ora.- Mi giro per guardarlo.

-Per me è solamente un club.- Alza le spalle.

-Chissà, magari un giorno ti divertirai davvero giocando.- Gli sorrido, per poi tornare a guardare davanti a me.

Le nostre ginocchia si toccano, ma nessuno dei due cerca di spostarle.
Ci poggiamo entrambi alla panchina, ascoltando i suoni della natura, del vento che delicatamente sposta le foglie degli alberi.

Per una volta mi sento... bene.
Non so se sia il termine giusto, non mi viene nessun altro termine in mente, non sono mai stata così.

Stiamo in silenzio, ma non è un silenzio imbarazzante. Siamo entrambi di poche parole, e ci va bene così.

-Matsui!! Ho finito di farmi la doccia.- Yachi mi chiama camminando verso di me.

-Oh... ho interrotto qualcosa?- Chiede vendendo me e Tsukishima stranamente vicini.

-No tranquilla, stavamo facendo due chiacchiere.- Rispondo mentre mi alzo.

-Ciao.- Lo saluto mentre cammino.

-Ciao.- Risponde lui, rimanendo però seduto sopra la panchina.

Note autore:
Ammetto che mi ricordavo come si chiamasse il posto dove hanno alloggiato😭
Vi volevo dire che ho pubblicato un altra storia, se avete voglia date un'occhiata🫶🏻

Non sono come lui Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora