Capitolo 2

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"Cosa vuol dire che la signora Hansen era qui?" chiedo ad Alessia che camminava velocemente accanto a me mentre ci dirigevamo verso il mio ufficio.

Non so perché camminiamo così velocemente, non ha davvero senso che lo facciamo, ma è un'abitudine della gente di New York. Mi dà così fastidio quando la persona davanti a me cammina lentamente. Lo trovo scortese. Ovviamente devo andare da qualche parte, perché mi stai rallentando?

"Voglio dire, era qui ieri" dice mentre apriamo la porta. Come sempre mi dirigo immediatamente verso la parete della finestra del mio ufficio mentre guardo la folla di persone per le strade. Non so quando o se riuscirò mai a posare gli occhi su questa Hansen, ma penso che sia meglio di no. Sarebbe difficile non dirle qualcosa dopo tutti i guai inutili che ci ha fatto passare, quindi probabilmente è meglio che siano i miei capi a occuparsi di lei faccia a faccia.

"Ho sentito che ha dato un'occhiata di persona ai progetti di tutti, solo per farci sapere che ancora non abbiamo quello che vuole"

Mi faccio beffe "Certo che no"

Mi giro e vedo Alessia seduta davanti alla mia scrivania con i piedi appoggiati sopra.

"Ci ha almeno detto cosa sta costruendo?"

Uno dei riccioli di Alessia le cade negli occhi mentre scuote la testa. Sospiro e mi siedo dietro la scrivania sbloccando velocemente il computer.

Lo avevo aperto per un motivo, credo. Ma la mia mente improvvisamente va alla ragazza dagli occhi castani che ho visto ieri da Embers.

Qualcosa in lei mi fa sentire come se stessi impazzendo. La maggior parte dei senzatetto per strada ucciderebbe per un pasto gratis, quindi perché non ha accettato la mia offerta? Ha permesso a quella donna, Dinah, di farlo, quindi perché non a me? Non è che avessi intenzioni negative, tutto quello che volevo era aiutarla. E per quanto voglia concentrarmi sul lavoro in questo momento, tutto ciò che vedo ogni volta che chiudo gli occhi è l'unica lacrima che le è scesa lungo la guancia quando Austin si è comportato da stronzo con lei. Solo il ricordo di quello che è successo mi fa ribollire il sangue.

"Terra a Lauren" sento.

Vedo una piccola mano con minuscoli calli sulla punta delle dita che si agita davanti al mio viso, cercando di attirare la mia attenzione.

"Dove diavolo sei andata, Lauren?" chiede Alessia ridacchiando leggermente.

"Perché hai le mani callose?" chiedo evitando la sua domanda.

Si guarda la punta delle dita quasi con affetto, ed emette un sospiro

"Ero una musicista" rifletté "una volta"

"Veramente?" Ho chiesto "Come mai non lo sapevo?"

I suoi occhi si concentrano su di me con sospetto mentre incrociava le braccia sul petto "Stai cambiando argomento" nota. Ero in grado di farle questo senza che se ne accorgesse quando ci siamo incontrate per la prima volta, ma alla fine ha capito i miei trucchi.

"Se non vuoi raccontarmi del tuo viaggio a Narnia tutto quello che devi fare è dirmelo" alza le spalle "Non mi offenderò, per quanto ne so avresti potuto ricordare un momento sexy con la tua ragazza"

Immediatamente sento il calore accumularsi nelle mie guance mentre provo a riderci sopra "Alessia!"

Non sembrava minimamente infastidita dalla mia reazione mentre alzava le spalle "Okay, forse ci ho preso, diventi rossa come un pomodoro quando ci pensi "

Quasi istintivamente mi premo le mani sulle guance per coprire il rossore "Fai schifo" mormoro

La sua risata riempie la stanza mentre faccio del mio meglio per fissarla mentre si dirige verso la porta.

Don't forget to breathe || Camren || Traduzione ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora