Capitolo 22

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Mi sono svegliata e mi sono ritrovata sola a letto.

Negli ultimi giorni Camila e io dormivamo nella stessa stanza e mi ero abituata a svegliarmi accanto a lei.

Mi ci vuole un secondo, ma mentre mi alzo dal letto vedo un biglietto sul comodino e sorrido. Questa era diventata una cosa tra noi, sia per dire qualcosa di importante o semplicemente per ricordare all'altra di comprare il latte. Tuttavia, non manchiamo mai di firmarlo esattamente allo stesso modo, ogni volta.

Qualche tempo fa ho citato Oscar Wilde in una conversazione, dicendoti di non amare mai qualcuno che ti tratta come se fossi normale. Penso che tu ti sia accontentata per troppo tempo e meriti molto di più.

Quando sei pronta, vieni in soggiorno

E Lauren

Non dimenticare di respirare

C'era praticamente un sorriso permanente sul mio viso che pensai fosse troppo banale, quindi decisi di sbarazzarmene prima di seguire le sue istruzioni e incontrarla in soggiorno.

Quando sono entrata stava suonando la chitarra, ma si è fermata improvvisamente quando ha notato la mia presenza.

"C-ciao" disse nervosamente alzandosi

Ho sorriso e ho notato il profumo dei pancake che mi riempiva le narici, rendendomi conto che stava preparando la colazione.

"Ci hai messo un po' a svegliarti così ho cominciato a suonare" ha detto. Ho annuito e mi sono avvicinata a lei con il biglietto che aveva scritto a portata di mano.

"L'hai trovato" disse guardando il minuscolo pezzo di carta mentre mi avvicinavo a lei

"L'ho trovato" sorrisi

Ha fatto un passo indietro mettendo una certa distanza tra noi, cosa che mi ha fatto fermare sui miei passi.

"Devo dire qualcosa" informò "O chiedere qualcosa" si spostò "Menzionare qualcosa?" si chiese allora.

Il suo divagare nervoso mi ha fatto ridacchiare mentre emettevo un basso "Stai bene?"

Lei fece un sospiro nervoso e annuì "Si" disse "Non sarò in grado di dire quello che ho da dire se ti avvicini perché..." si interruppe "Beh perché allora sarai vicina, e averti vicina è estremamente fonte di distrazione" ridacchiò

Ho sorriso e annuito, pensando che spero che lei sappia che ha lo stesso identico effetto su di me quando mi sta vicina.

"Va bene" rispondo "Allora cosa hai da dire?" chiesi andando dritta al punto.

La mia mente si è subito chiesta se è qui che ci saremmo dette per la prima volta ti amo. So che è presto, e so che non stiamo ancora insieme ufficialmente, ma più tempo passo con lei più è difficile tenerlo per me.

"Allora nel biglietto ti dicevo che meritavi di meglio" cominciò, distogliendomi dai miei pensieri "Ho capito dopo aver messo sul tuo comodino che la gente lo dice spesso. Fanno sapere alle persone a cui tengono che meritano meglio, ma non dicono mai cosa potrebbero offrire per renderle migliori" ha detto.

Ora si avvicinò e mi tenne le mani tra le sue, mentre i suoi occhi color cioccolato penetravano nei miei.

"Non ho cose materiali da darti" ha detto "Ma ecco la mia offerta"

Ho sorriso, non del tutto sicura di dove volesse andare a parare, ma sicuramente mi stavo godendo ogni secondo.

"Lauren Jauregui" sorrise "ti offro il mio tempo e la mia attenzione. Ti offro tutte le serenate che il tuo cuore desidera, ti offro la colazione a letto ogni lunedì perché fanno schifo quei giorni, e dovresti avere qualcosa da aspettarti il lunedì. Ti offro una spalla su cui piangere, ti offro le mie braccia per stringerti quando sei stanca o triste" continuò, facendomi gonfiare il cuore

Non volevo certo piangere, ma le sue parole mi creano un nodo in gola

"E poiché non posso prometterti che sarò perfetta ti offro di scusarmi sempre se e quando litigheremo, anche se non penso di aver fatto nulla di male. Mi offro di non permetterti mai di andare a letto arrabbiata e io prometto di ricordarti sempre che ci tengo a te..." si interruppe e potevo vedere le lacrime riempirle anche i suoi di occhi "E che ti amo" confessò con un cauto cenno del capo.

Involontariamente, ho tirato un sottile sospiro di sollievo nel sentire quelle parole uscire dalla sua bocca e subito un sorriso ha preso il sopravvento sulle mie labbra

"Allora Lauren" continuò con un'alzata di spalle come se la sua confessione avesse poca o nessuna importanza "Questo è quello che ho da offrirti" disse "Se accetti di essere la mia ragazza"

Proprio quando pensavo di non poter sorridere più di tanto, l'ho fatto.

Non riuscivo a verbalizzare i miei sentimenti in quel momento, quindi mi sono semplicemente chinata in avanti e ho catturato le sue labbra tra le mie. La sensazione mi lasciò senza fiato quando la mia mano si ritrovò a prenderle a coppa la guancia.

Quando ci siamo lasciate, sono riuscita finalmente a trovare le parole "Ti amo anch'io" fu tutto ciò che dissi.

Lei sorrise...quel sorriso radioso che illuminava la stanza "È un sì?" chiese

Ridacchiai e annuii catturando le sue labbra nelle mie ancora una volta "SÌ"

Don't forget to breathe || Camren || Traduzione ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora