𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟐

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Mi sveglio con tutta la stanchezza portata durante la notte, diluviava e non sono riuscita a chiudere occhio per mezzo secondo.

Sono consapevole del fatto che non riuscirei ad aprire occhio la mattina se non fosse per gli innumerevoli energy drink che stanno prendendo controllo della mia vita. Quelle maledette stanno diventando una dipendenza, ma in sessione di esame non posso pretendere tanto.

Almeno ha smesso di piovere, la pioggia è una di quelle cose naturali che non sopporto, per dormire ho bisogno del più totale silenzio e nonostante i tappi che uso per le orecchie, sento comunque ogni cosa e ogni cosa può svegliarmi.

Mi tiro fuori dal letto e mi alzo già intenta per andare a fare colazione, ma la prima cosa che noto sono le centinaia di notifiche che mi ritrovo nella schermata del  telefono, tutte inviate da un unico mittente: il mio ragazzo.

Convivo con questa situazione da un anno e da un anno mi sono ritrovata a ricevere centinaia di messaggi di scuse quasi ogni mattina dopo che ci siamo visti. Messaggi inviati per tutta la notte, in cui lui giustifica il suo comportamento della sera precedente, ogni singola parola e ogni specifico atteggiamento che ha usato nei miei confronti.

E ogni volta che lo rispondo mento a me stessa, non posso negare che quei comportamenti mi abbiano fatto male, che ultimamente le cose tendono a spaventarmi di più, ma non voglio farlo stare male più di quanto stia già soffrendo.

Non gli parlerò di quello che è successo la scorsa sera con suo padre.

Non voglio essere in alcun modo la causa del suo stato d'animo mentale triste, arrabbiato o semplicemente irritato.

Ogni giorno mi prendo tempo e cerco di aiutarlo in tutto quello che posso fare, rimango anche ore a messaggiargli e lui sembra quasi tranquillizzarsi. Eppure, quando ci vediamo sembro solo io la causa del suo male, così penso sempre di andare via e lasciarlo li, ma le volte che mi sono posta di andare tornare a casa,  lui si è agitato maggiormente.

Ha bisogno di me lo percepisco, sento che potrò sistemare le cose e che un giorno torneremo a stare bene insieme, ad amarci come abbiamo sempre fatto. Che i suoi periodi bui finiranno e la nostra quotidianità finalmente tornerà a stabilizzarsi.

«Min sei sveglia!?» la voce inconfondibile di Nora rimbomba in tutto il corridoio che separa la mia camera da letto dalla sua e dalla cucina.

«Mi aiuti con questo maledetto forno!?»

Alzo gli angoli della bocca e capisco subito che si trova in una delle sue missioni impossibili in cucina, ultima volta l'ho fermata in tempo prima che mettesse il suo hamburger nel microonde dato che l'aveva messo su un piatto di plastica.

È totalmente incapace ma non posso non volergli bene. Da quando c'è lei mi alzo ogni mattina con il sorriso. Non vedo l'ora di vederla sempre in queste situazioni, soprattutto osservarla mentre gli spiego tutto e rimane imbambolata come una bambina.

«Hai capito vero?»

«Si si certo che ho capito, per chi mi hai preso!»

Rido perché so benissimo che non ci ha capito una mazza dall'inizio alla fine.

Mi imbocco all'interno della cucina passando per il corridoio  ma quando la vedo intenta a infilare una teglia di lasagne dentro il forno mi fermo.

«Come posso aiutarti?»

«Allora, ho letto che le lasagne vanno cotte ad una temperatura di circa 180 gradi e che bisogna lasciare riscaldare per circa 40 minuti, ora i 40 minuti sono finiti, inizio a mettere la teglia in forno?»

𝑪𝒓𝒚𝒑𝒕𝒊𝒄/𝑫𝒂𝒓𝒌 𝑹𝒐𝒎𝒂𝒏𝒄𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora