𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟏𝟒

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Nel momento in cui spegniamo i nostri sentimenti impariamo a conoscerne di nuovi.

-Spotted Eyes





«CORRI» la supero e mi dirigo verso la macchina appena spenta da Nora.

«Correre? Mine, che succede?» si gira verso di me con ancora le pizze e lo zaino in mano.

Continuo a percorrere la strada che mi separa dalla sua auto sperando di farle capire che si tratta di una situazione seria. Per poterci salvare da un malintenzionato.

Ma non sentendo i suoi passi dietro di me, decido di fermarmi e risponderle «C'è qualcuno in casa!» la avverto.

Chiude gli occhi e fa un grosso sospiro mentre sorpassa la soglia della porta per riposizionare tutte le cose che tiene in mano.

Mi spavento ancora di più ed entro dentro la macchina per proteggermi. Non ho nemmeno quel maledetto cellulare per chiamare qualcuno e anche se decidessi di urlare qui non mi sentirebbe nessuno.

Nora torna subito dopo e mi richiama per poterla raggiungere.

«No, Nora tu non capisci, ho sentito una VOCE.» la guardo combattuta.

Osservo attorno a me per riuscire a individuare la persona a cui appartiene la voce, convincermi di non aver immaginato nulla mentre il tremore delle mani non smette di crearmi ancora più ansia.

Intanto di Nora non risulta esserci traccia, non parla più, non sento i suoi spostamenti e non riesco nemmeno più a vederla.

La mia ulteriore agitazione si ferma quando la vedo oltrepassare la soglia della porta, farsi strada negli ultimi scalini e avvicinarsi a me. Non smetto di tener d'occhio la casa compreso il giardino che lo circonda.

«Calmati Mine, possiamo farcela se solo ora mi ascolti, è appena successo, passa ok?» mi accarezza il volto dispiaciuta.

La guardo incredula: «Cos... cosa stai dicendo?»

«Hai avuto un altro dei tuoi incubi notturni, succede sempre, soprattutto quando ti addormenti e sei sola a casa. Lo sai purtroppo, non siamo ancora riuscite a fartelo passare, sei così da mesi. Anzi mi sorprendo se non capita ormai ci sto facendo l'abitudine...»

«No, ora è diverso... credimi» imploro.

«Sei ancora spaventata lo vedo. Ti terrorizzi a tal punto che per riprendenti ci impieghi un po', dipende tutto da quello che sogni. Non ti abbandono, lascia che ti aiuti. Vieni con me, ti preparo un tè caldo.»

Mi prende la mano e insieme a lei mi alzo dal sedile anteriore della macchina. Lo faccio in automatico senza pensarci, quelle parole le ho sentite tante volte e ogni volta che le sento cerco di farmi aiutare, comprendendo di non essere abbastanza lucida per pendere decisioni affrettate .

Camminiamo insieme verso la porta di casa finché, d'un tratto, un dubbio si fa strada tra i miei pensieri: «Come fai a sapere che ho dormito?»

Ha ipotizzato da subito che io stessi dormendo senza che gli avessi accennato nulla.

Gira la testa verso di me e quasi ride nel pronunciare la frase che mi ha lasciata senza parole. «Me l'hai scritto tu stessa.»

Mollo la sua presa e spalanco la bocca risentendo le stesse sensazioni subite in quegli ultimi momenti di terrore.

Come è possibile tutto questo?

Non ricordo di avergli scritto nulla, di aver preso il cellulare e di avergli mandato un messaggio. Anche perché da diverso tempo sto cercando di starmene tra le mie senza dover comunicare per forza con qualcuno.

𝑪𝒓𝒚𝒑𝒕𝒊𝒄/𝑫𝒂𝒓𝒌 𝑹𝒐𝒎𝒂𝒏𝒄𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora