𝑪𝒓𝒚𝒑𝒕𝒊𝒄/𝑫𝒂𝒓𝒌 𝑹𝒐𝒎𝒂𝒏𝒄𝒆

𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟐𝟐

L'atroce sofferenza di poter amare una persona ma non poterla toccare

-Spotted Eyes

Dopo giorni in cui mi sono data pace, ho ripreso la mia vita conoscendo una persona nuova e dimenticando tutto quello che stava succedendo sperando di poter stare meglio, inevitabilmente tutto ciò mi si è ritorto contro.

Non avrei dovuto trascurare quella parte per poter vivere meglio, perché andando a fare così l'ho provocato, ho fatto in modi che si mostrasse e decidesse definitivamente di incontrarmi.

Dopo essere entrato in casa mia per la prima volta sentendo un frammento della sua voce, dopo avermi mandato il primo messaggio tornata a casa dall'università e dopo avermi mandato il secondo messaggio seguendomi e intrappolandomi in un bagno, ha deciso di segnare la strada per un primo incontro.

Ora lui è qui, in casa mia per la seconda volta, che mi guarda infondo al corridoio immerso nel buio della notte.

La sua ombra non è abbastanza chiara, è tarda notte e quel poco che il mio cervello può percepire è tutto grazie alla luce della luna che mostra piccoli tratti della casa, lasciando scoperto dei vuoti.     

Potrei concludere quello che stavo tentando di fare due secondi prima che lo vedessi, cioè accendere la luce per poterlo affrontare meglio, ma facendo in questo modo sbaglierei.

Questa è casa mia, so dove posso andare perché la conosco a memoria, lui no invece, si troverà più in difficoltà di me nell'orientarsi e trovarmi in caso di fuga.

La paura che sento in questo momento è indescrivibile.

I miei occhi cercano di seguire i suoi senza nemmeno vederli, provo in tutti i modi di calmarmi, di placare i movimenti e tutto quello che posso provocare con il mio corpo.

L'ultima volta non è andata come avrei voluto, ma questa volta posso fare in modo di non sbagliare ulteriormente.

Non so come comportarmi in questa situazione, non penso che nessuno al mondo saprebbe cosa fare, eppure il mio cervello cerca di processare mille pensieri per trovare quella giusta senza dover rischiare ancora una volta di essere seguita.

Cosa prendere in caso di aggressione.

Cosa dire in caso decidesse di comunicare con me.

Mi ritrovo morta e senza la capacità di potermi difendere e senza le forze per poterlo fronteggiare.

Mi ucciderà ne sono certa.

E se non sarà così dovrò far in modo che la mia memoria fotografica rimanga attiva per tutto il lasso di tempo che si trova qui.

La sua altezza ricorda quella di Colin, anche se dalla distanza non potrei ancora definirlo, la porta d'ingresso, da dove sono entrata un minuto prima, e dalla fine del corridoio che porta alle scale del piano superiore distano diversi metri, abbastanza da non comprendere la sua persona.

Ma non potrebbe mai essere lui.

Il primo motivo è perché l'ho visto andarsene poco prima che aprissi la porta e l'attimo dopo ho trovato un uomo in casa mia. Il secondo motivo è che la sua corporatura è totalmente diversa.

Le sue spalle larghe sfidano il limite di quella giacca di pelle che brilla appena sotto i sottili fili di luce che filtrano dalla finestra, come lame taglienti in un mare di oscurità. I suoi pantaloni, sempre neri come le sue scarpe, s'intrecciano a quell'aura impenetrabile, mentre il suo corpo, aderente e minaccioso sotto gli strati scuri, si avvicina con una calma che mi lascia senza fiato. Ogni muscolo trattenuto da quei vestiti sembra una promessa di pericolo, e più lo osservo, più mi sembra di cadere in un abisso da cui non ho speranza di poterne uscire. In confronto sono un piccolo insetto.