𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟕

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"E se diventi farfalla nessuno pensa più a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali."

-Alda Merini


Sono in uno stato di completo smarrimento fisico.

Mi sento molto debole e non solo... è come se le ossa delle mie gambe siano sul punto di sgretolarsi in frammenti di polvere. A ogni minimo movimento che compio, i muscoli tendono a cedere e la circolazione del sangue a rallentare.

Sono costretta ad attendere che questo sfracello momentaneo passi.

Devo avere pazienza, riposarmi, come consigliato dai medici, e lasciare che il mio corpo riacquisti la sua vitalità. Ritornare alla normalità sarà un processo duro e di lunghe tempistiche, ma io non ho intenzione di mollare.

Non credevo minimamente che avrei superato il baratro per l'unica persona che amo, rischiando di compromettere la mia vita per un brutale sentimento.

Metto a fuoco chi è presente dall'altro lato della stanza e a poco a poco riesco a vedere la sua furia divampare tra le mura: Nora.

È dalla volta che gli confessai di essermi fidanzata con lui che iniziò a non portargli buon occhio. Ha sempre portato con sé una strana sensazione che gli è stata alimentata dall'ultimo periodo trascorso.

Fra i miei frammentati ricordi c'è un avvenimento che risale al terzo anno di liceo, quando un gruppetto del quinto anno si scagliò contro di me poiché mi permisi di agire con la ribellione a causa del loro insistente e inadatto comportamento: superavano ogni giorno l'intera fila della mensa e io ero stufa di essere puntualmente sorpassata.

Sfortunatamente per loro, Nora quel giorno era al mio fianco e non la prese per niente bene. Forse Josh non ha tutti i torti quando dice che lei potrebbe benissimo essere scambiata per la mia guardia del corpo.

Non dimenticherò mai quel giorno...

«Hey! Guardate che siamo in fila!»

L'insulsa studentessa si girò verso di me e mi squadrò tutto il corpo da capo a piedi per poi ritornare a guardare le sue amiche, scoppiando in un'arrogante risata dai toni erroneamente scherzosi.

Nora non sa nulla di quello che succede qui, non è mai voluta andare in mensa per via del cibo scadente e della fila interminabile.

Dato che la questione andava avanti da mesi e nessuno aveva il coraggio di affrontare questa situazione, abbassai lo sguardo e decisi di rimanere in silenzio per non subire un'ulteriore umiliazione.

«Questa fa sul serio?»

All'improvviso Nora spiazza tutti con la sua voce, schiocca le dita e richiama le ragazze che intanto stavano andando a prendersi il pranzo.

«Oh stronzette, alzate i tacchi e tornatevene al vostro posto!»

Le tre ragazze, sentitesi chiamate in causa, si voltarono di colpo e quella in mezzo, che mi aveva rivolto un'occhiataccia in precedenza, si girò con la bocca spalancata e lo sguardo sconvolto.

«No, Nora che fai!? Non vorrai mica iniziare una rissa?»

«Una rissa?». Lei mi rivolse un sorriso beffardo. «E non vedo l'ora!»

A quel punto loro avanzarono nella nostra direzione con passo deciso e si fermarono a pochi centimetri di distanza dalla faccia di Nora. Lei non smosse minimamente gli occhi dalla ragazza e dal suo viso non trasparì alcuna emozione.

«Avanti, ripeti quello che hai detto!»

E da quel momento che si radunò in cerchio un'intera folla, pronta a prendere visione alla tipica sceneggiata del liceo.

𝑪𝒓𝒚𝒑𝒕𝒊𝒄/𝑫𝒂𝒓𝒌 𝑹𝒐𝒎𝒂𝒏𝒄𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora