Capitolo18: Diciotto

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La foto non era niente. Giusto?

Forse si trovava sulla scrivania della Granger perché non stava bene sul suo caminetto stracolmo a casa.

Aspetta. Non aveva senso.

O forse il futuro di Draco prevedeva la morte per sfinimento o per fame che derivava dal vivere e dal volere così tanto che non poteva avere, e la foto di loro due insieme era un tributo.

Dei, era senza speranza.

Draco fissò il soffitto per il resto della notte.

Al mattino, un momento di disperazione, alimentato dall'insonnia, gli fece abbandonare la sua posizione post-pranzo sul divano di Daphne con un "Fanculo".

"Stai bene?", gli chiese lei.

Lui balzò in piedi e si tolse una lanugine invisibile dai pantaloni. "Vado a fare errori terribili".

Daphne non alzò lo sguardo dal suo lavoro. "Io credo in te!"

Con tutta la spavalderia possibile, Draco andò nell'ufficio della Granger.

Aveva due obiettivi in mente.

Uno: una conversazione.

Due: una conferma.

Draco bussò alla sua porta. La sera prima era stato in preda alla confusione e non si era preoccupato di prestare attenzione a una cosa assurda.

C'era una foto di Wood sulla sua scrivania?

"Avanti".

La Granger stava lavorando. Gli occhiali, il calamaio aperto, la pergamena mezza ricoperta dalla sua ordinata calligrafia. La sua scrivania era stranamente pulita, vista la pila di fascicoli e la tazza di caffè vuota che aveva preso da lui quella mattina.

Ma cosa non vide?

Una cornice.

Da nessuna parte.

Draco dovette respirare attraverso una nauseabonda vampata di panico.

Cazzo... Cazzo. Cazzo.

"Stai bene?" La Granger rilasciò la penna d'oca che si librò accanto a lei.

La sua scusa sarebbe stata idiota, Draco lo sapeva già, ma era tutto quello che aveva e pregava che lei non lo capisse. "È così che tieni il tuo ufficio?"

Il sopracciglio della Granger si alzò. "Ehm, sì. Perché?"

Merda, stava per rubare la sua Giratempo e tornare indietro a poco prima di decidere di andare lì e affrontare il suo passato, al diavolo le conseguenze. "Ricordo la mensola del tuo appartamento, tutte le tue foto. Perché non le porti qui e le metti sulla scrivania?"

"Non ci avevo pensato". Lei alzò le spalle. "Tu hai delle decorazioni?"

La domanda colse Draco di sorpresa. "No, ma non ho nemmeno quadri appesi in casa mia. Solo opere d'arte pretenziose, la maggior parte delle quali non posso togliere perché sono state sigillate magicamente alle pareti".

Granger strizzò gli occhi. "Ho sempre più domande sulla tua famiglia".

"Non preoccuparti. Siamo tutti pazzi".

"Capisco."

"Sono abbastanza sicuro che sia stato fatto perché avevo alcuni antenati con dipendenze da gioco d'azzardo".

"L'orrore."

Draco cominciava a detestare il modo in cui le sue battute lo facevano sorridere.

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