2) 2019, il viaggio

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Agosto 2019

Il viaggio post maturità l’avevano aspettato tutti come se fosse il vero obiettivo dell’ultimo anno di liceo; se Simone dovesse descrivere il suo stato d’animo attuale, però, non è sicuro che saprebbe farlo perché si sente tra due fuochi.

Da una parte la felicità per il diploma, per la vacanza e per la persona che gli ha dichiarato amore dopo anni di amicizia e di sentimenti che pensava non sarebbero mai stati ricambiati; dall’altra parte le bugie, il sentirsi costretto a mantenere tra le quattro mura della stanza quel sentimento che sembra ancora spaventare Manuel.

Così finge, fingono davanti agli altri come se fossero amici o fratelli separati alla nascita; sono sempre insieme, ma mai un atteggiamento che potrebbe compromettere tutto e smascherare la rete di finzioni creata negli ultimi mesi.

Quando Manuel era esploso, dopo aver negato perfino a se stesso di aver iniziato a provare sentimenti per lui, l’aveva raggiunto una notte a Villa Balestra; era ubriaco, gli aveva mandato messaggi apparentemente privi di senso ma che lentamente, in quella notte, avevano iniziato ad agitare Simone. Aveva cominciato scrivendo -Sei la mia rovina-, per poi continuare con -Sei un grande problema- e -Non puoi essere costantemente nel mio cervello, ti odio-.

Poi si era palesato davanti a lui, Simone l’aveva raggiunto in giardino: era confuso, non capiva bene cosa Manuel avesse cercato di dirgli attraverso quei messaggi. Aveva iniziato a capirlo quando Manuel, spinto da un’irrazionalità e da un coraggio dettati dai gin tonic, gli aveva preso il viso tra le mani e l’aveva baciato come se fosse l’ultima cosa da fare prima di sparire dalla faccia della terra. Con foga, passione, e nel frattempo pronunciava frasi sconnesse esattamente come quei messaggi: “Ho provato a dimenticarti” e un bacio; “Non ci riesco” e un altro bacio; “Penso di amarti” e i loro occhi che si incrociavano nel silenzio.

“Allora raga, stasera adiamo a ballare e non accetto rifiuti. Io ho bisogno di rimorchiare e tu Manuelì me fai da spalla”

Simone vorrebbe istintivamente rispondere “Da spalla un paio di palle”, ma deve restare in silenzio. Deve. Non può nemmeno rilassarsi con i muscoli del viso perché la minima espressione di fastidio dopo le parole di Matteo sarebbero viste e interpretate da qualcuno.

Si trattiene fino all’esatto momento in cui può sentirsi libero nella stanza d’hotel condivisa sia con Manuel che con Matteo, il quale però -dopo la doccia- è sceso al bar per cercare di rimorchiare anche prima della serata. Con scarsi risultati, probabilmente, ma con grande tenacia.

“Che c’hai?” Manuel lo guarda e aspetta la scenata che sa bene arriverà. Per quanto Simone cerchi di portare una maschera davanti a tutti gli altri, per lui è sempre trasparente e non sarebbe in grado di mentirgli.

“Niente, che c’ho?”

“Dai, Simò… te la sei presa per quello che ha detto Matteo?”

“No, non è per quello”

“E allora per cosa?”

“Niente, non mi va di rovinarmi la serata quindi lascia stare”

“Tanto se rovina lo stesso, se nun me dici che c’hai. Qual è il problema? Pensi che farei il coglione con le ragazze in discoteca?”

“Non lo so e non mi interessa”

Manuel sbuffa, lasciandosi andare all’indietro con la schiena contro il muro mentre lo guarda e vorrebbe dirgli che è un paranoico irrimediabile.

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