13) 2024, nient'altro

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Ottobre 2024

“Manuel a che ora torna?”

Laura glielo chiede con un po’ di timore, perché se c’è una cosa che ha capito è che da quando anche loro sono venuti a conoscenza della situazione non c’è niente che possa impedire a Simone di non sentirsi uno schifo ogni weekend in cui Manuel non c’è. Gli sembra di doversi giustificare con tutti loro, nonostante non ce ne sarebbe mai bisogno perché se è spesso a Torino è perché lì c’è suo figlio ed è giusto che accada.

Simone però vorrebbe non dover dire mai “No, Manu non c’è questo weekend” quando qualcuno propone una pizza o un’uscita in generale; vorrebbe non dover fingere un sorriso come se tutto fosse normale, quando per lui è una situazione orribile.

Ci sta provando seriamente a fare ciò che ha promesso, ma negli ultimi due mesi non ha mai risposto positivamente a un invito di Manuel di accompagnarlo a Torino per conoscere Tommaso; ha sempre inventato una scusa, giustificandosi poi con il fatto che tanto ci sarebbe sua madre Anita pronta ad accompagnarlo per stare con suo nipote.

“Stasera, verso le nove…”

Laura annuisce e lo guarda senza sapere bene cosa dire, ma convinta di volergli dire qualcosa. Di parlargli, chiedergli come sta davvero, perché lo conosce e lo vede che non sta bene.
Ne approfitta mentre gli altri sono distratti, fermi a parlare con amici di Matteo incontrati per caso durante un aperitivo.

“Come vanno le cose tra voi, Simo?”

“Bene, perché?”

“Non lo so… forse non sono affari miei perché non abbiamo più diciott’anni e non parliamo di pettegolezzi, ma di una situazione di un certo tipo. Da adulti, diciamo… però ti guardo spesso e sono un po’ preoccupata”

“Ma no, tranquilla… sto bene”

“Mh… prova a dirlo di nuovo con un po’ di convinzione in più…”

Simone sorride, con lo sguardo basso proiettato sul bicchiere di Spritz che ha tra le mani e che rigira continuamente.

“Non è facile, ma ci stiamo provando. Era inevitabile che dovessimo rinunciare a tante cose di noi…”

“E a te questa cosa fa stare male…”

“Abbastanza. Però lui non ha colpe!”

“No, lo so… non volevo dire questo”

“Lui fa quello che avrebbe fatto chiunque, l’avrei fatto anch’io. È giusto che voglia stare con suo figlio, soprattutto adesso che è l’inizio e sta cercando di instaurare un rapporto con lui… lo vedo che si sforza tantissimo per non lasciarmi indietro e per dimostrarmi quanto tutto questo non cambi nulla per noi, ma le cose sono comunque cambiate. A volte vorrei chiedergli se avrebbe voglia di passare un weekend con me, di andare al mare… cose così, quelle che ci sono sempre piaciute… però poi non glielo chiedo nemmeno perché vorrebbe dire metterlo davanti a una scelta e io non voglio rendergli tutto difficile… magari potrebbe pensare che sto lì a chiederglielo perché così ha un impegno con me ed è costretto a rinunciare a Torino.”

“Non credo lo penserebbe mai… però tu non potresti andare con lui?”

Laura si rende conto di aver fatto proprio quella domanda a cui Simone non avrebbe mai voluto rispondere, perché la sua espressione è colpevole, imbarazzata, un po’ anche triste.

“Me lo chiede sempre…”

“E perché non vai?”

“Non lo so… non credo di essere pronto. Non mi va di vederli insieme, non mi va di vederlo padre di un bambino che  è solo suo… non lo so, Là… io non so che devo fare”

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