Agosto 2024, giorno successivo al congresso.
Il mal di pancia e la nausea hanno accompagnato Simone per tutta la notte fino a questo momento in cui pochi passi lo separano da Alice che lo sta aspettando seduta al tavolino di un bar in cui si sono dati appuntamento.
Adesso i dolori sembrano ancora più forti, ogni volta in cui credeva di dover correre in bagno alla fine si rivelava solo un falso allarme, una condizione fisica resa insostenibile per via dell’ansia e così non crede di essercisi mai sentito prima.
È riuscito a prendere sonno alle sei del mattino, più per sfinimento che per altro, e alle sette e trenta era già in piedi sotto la doccia a fissare il vetro davanti a sé, lasciando che l’acqua gli scivolasse addosso dal soffione senza fare nulla. Mezz’ora in quello stato, con le occhiaie marcate sul viso e la nausea sempre più presente.
“Buongiorno”
“Ciao, Simone. Buongiorno…”
Alice si sforza di sorridere più che può, soprattutto nel momento in cui lui prende posto di fronte a lei e la fissa con gli occhi ancora gonfi e il respiro pesante.
“Prendi un caffè? Un cappuccino?”
“Un caffè” si sforza, nonostante non abbia nemmeno fatto colazione in hotel.
Restano in silenzio per tutto il tempo prima dell’ordinazione e quello dopo, fino a quando un cameriere arriva con due caffè sul tavolo.
“Ancora complimenti per la vittoria di ieri…” è la prima cosa che dice Alice dopo cinque minuti di silenzio a tratti imbarazzante ma necessario.
“Io e Manuel conviviamo” sputa fuori, dopo aver mentito la sera precedente senza alcun motivo. “Stiamo insieme dalla metà dell’ultimo anno di liceo”
“Ok… mi fa piacere. In fondo eravate sempre insieme…”
“Lo so quello che c’è stato tra di voi. Non serve fare finta…”
“Ok…”
Lo immaginava, Alice, e adesso il suo volto è quasi più rilassato perché si aspetta una scenata di gelosia, qualche discorso da ragazzino possessivo. Non che creda ce ne sia il bisogno, ma lo comprenderebbe nonostante l’assurdità della cosa.
“C’è qualcosa che devo sapere?”
“In realtà non sento e vedo Manuel da anni, quindi direi di no. Puoi stare tranquillo, ho la mia vita qui”
“Ho sbagliato a formulare la domanda, infatti. C’è qualcosa che Manuel dovrebbe sapere?”
Adesso la tranquillità sul volto di Alice scompare, lasciando spazio al terrore che cerca di mascherare al meglio.
Simone non sa nemmeno come la voce riesca ad uscire dalla sua bocca; è pietrificato, parla solo perché l’alternativa sarebbe piangere.
“In che senso, scusami? Non ti sto seguendo…”
“Ho visto le foto di tuo figlio. Il più piccolo”
“Continuo a non seguirti, Simone…” lo segue, invece, e Simone può vederlo dalla sua espressione che cambia mano a mano sempre di più.
“Manuel ha un figlio?”
Alcuni secondi di silenzio interrompono il dialogo tra i due, ma Alice scoppia a ridere di colpo come se la persona davanti a sé fosse folle.
“Ma che dici? Sei impazzito?”
“Ho fatto io a te una domanda, rispondimi sì o no”
“Assolutamente no. Che ti dice il cervello?”
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BROKEN [Simuel]
FanfictionUn presente in cui tutto si è rotto, un passato in cui sono successe troppe cose. "Si erano rotti, il loro tempo era finito e non ce ne sarebbe mai stato un altro all'altezza del precedente ".