Ottobre 2024
Dover fare i conti con una consapevolezza simile aveva sempre spaventato Manuel, al punto che il suo cervello per l’istinto di autoproteggersi cercava di fargli pensare che mai avrebbe dovuto trovarsi davanti alla fine della sua relazione.
In parte non riesce a crederci nemmeno ora, mentre torna su in casa dopo essere stato per più di un’ora in giro da solo; si dice che forse ha capito male, che le intenzioni di Simone non sono quelle che ha percepito e che ce la faranno anche sta volta, ma quando è di nuovo di fronte a lui e si guardano sente di dover cedere. Di doversi arrendere al fatto che non può scegliere tutto della sua vita, che non può evitare feriti in una situazione come questa.
Tutta la rabbia e la delusione che aveva prima di scappare via si sono trasformate in angoscia e soprattutto dolore. Un dolore che può giurare di non aver mai provato prima, non in modo così forte, e che vede anche nell’espressione di Simone.
“Ho pensato molto, mentre camminavo…” il suo tono è calmo, nonostante la voce gli tremi. “Ho bisogno di farti una domanda per l’ultima volta…”
Simone lo ascolta, gli fa capire con il solo sguardo che può chiedergli qualsiasi cosa e che possono parlare anche per altri dieci giorni consecutivi.
“Quanto è più forte il senso di malessere, rispetto a quello che riusciamo ancora a provare quando stiamo insieme?”
“Molto… adesso è molto forte, più dei momenti in cui sto bene” non ha avuto bisogno di pensarci, Simone, perché lo sa perfettamente.
Al momento è troppo forte la parte negativa di tutta questa storia per poterla mettere da parte e godersi solo il bello che hanno. Un bello che si è comunque incrinato nell’ultimo periodo perché contaminato dal resto.Si siedono sul divano, girati entrambi di lato per potersi guardare, e stendono un braccio per far sfiorare la punta delle loro dita come fosse il gesto più naturale del mondo.
“Volevo solo cercare di gestire tutto… di non perdermi niente. Evidentemente non ci sono riuscito”
“Non è colpa tua, Manu… hai fatto quello che avrebbe fatto chiunque. Però non è nemmeno colpa mia, anche se lo so che pensi che magari potrei insistere, potrei sforzarmi…”
“Sì, lo penso… però lo capisco. Io ora dico che al posto tuo ti avrei seguito dall’altra parte del mondo e avrei accettato anche dieci figli pur di stare con te, ma è solo teoria.”
“L’ho pensato anch’io tantissime volte, ma poi non ce l’ho fatta. E questa cosa mi devasta, perché mi sembra di non essere riuscito a dimostrarti quanto ti amo e quanto vorrei veramente lottare per noi due… ma io proprio non ce la faccio, mi sento soffocare ogni giorno, ho ventiquattro anni e il punto non è solo tuo figlio… è tutto quanto. La lontananza, tu che vuoi ovviamente stare sempre con lui e recuperare il possibile, l’idea che dovremmo mettere in pausa tutti i progetti che avevamo e probabilmente non riusciremmo mai a ripremere play. Io ti odierei a un certo punto, quello che ti ho detto prima è vero. Non voglio arrivare ad odiarti, non voglio svegliarmi la mattina e pensare che sono felice a metà.”
“E pensi che allontanarci sarebbe meglio?”
“No, starei male cento volte di più ma non starei lì ogni giorno a illudermi di poter essere felice come prima o a sforzarmi di accettare una cosa che non mi piace. Però no, non sarebbe affatto meglio stare senza di te, solo dirlo mi fa malissimo…” recupera il fiato spezzato dal desiderio di piangere, e inizia a farlo portandosi una mano sul petto per riprendere un po’ di contatto con se stesso.
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BROKEN [Simuel]
FanfictionUn presente in cui tutto si è rotto, un passato in cui sono successe troppe cose. "Si erano rotti, il loro tempo era finito e non ce ne sarebbe mai stato un altro all'altezza del precedente ".