POV LEEKNOW
Odio quando le persone si mettono in mezzo. Lui ha una donna. Jisung ha me. E anche i suoi amici. Jisung non è solo. E se quel farabutto si permette di insultare ancora Jisung, se la vedrà con me.
Dopo essermene andato, quella sera, qualcosa dentro di me si è sbloccato. Ma non come se qualcuno avesse trovato le chiavi per la porta dell'amore e l'avesse aperta con cautela. No. Piuttosto come se qualcuno l'avesse sfondata a forza e avesse annunciato la sua presenza urlandomi dentro. Insomma, è stato improvviso e sono stato colto impreparato.
Come mi sto comportando adesso? Come un pazzo. Ma chiamatemi tale, io avrò ciò che mi appartiene. Quello che mi è successo è unico. Posso amare? Come dire il contrario, chiunque può farlo. Ma siccome siamo troppo codardi per sopportarne il dolore dopo che qualcuno ce ne ha arrecato troppo, diciamo che non ne siamo capaci.
Ecco, ora l'ho capito.
Quindi vaffanculo a tutto e a tutti, mi voglio prendere ciò che è mio."Dovevi incontrare lui, Jisung?" chiedo al tenero scoiattolino di fronte a me, ancora euforico per quello che è successo.
"No! Assolutamente!" mi dice quando siamo nella mia auto "Non mi sarei mai incontrato con lui dopo quello che mi ha fatto!"
E ci credo. Nemmeno io vorrei vedere un ex che ha avuto le palle di tradirmi, e pure con una persona del sesso opposto. Mi sentirei doppiamente tradito.
"Volevo andare lì per rivivere il nostro primo incontro." Ecco che comincia a dire cose di cui potrebbe pentirsi. Perché mi accendono la fiamma dell'amore dentro. Ed io faccio fatica a nasconderla "Ma poi lui è comparso ed ha iniziato a parlare con me. E poi sei arrivato tu."
"Menomale che quel coglione non ha alzato le mani." l'ho visto, lo sguardo assassino sul suo viso mentre parlava a Jisung "Quello è pericoloso. Avrebbe potuto alzare le mani solo perché voleva fare una scenata."
"Menomale che sei arrivato tu." mi dice. Mi si scioglie il cuore come miele. Adoro quando mi parla, quando mi è vicino. Lui mi fa sentire vivo. Mi fa sentire umano. Ma poi il telefono squilla, ed io mi ricordo di essere solo carne. Solo corpo e nient'altro.
"Cos'era?" mi chiede.
"PLAYBOY. Purtroppo il mio tempo libero è finito. Devo tornare a lavorare." lo dico a malincuore. Mi sento di nuovo vuoto. L'ennesima volta.
"Ah...allora torno a casa." poggia la mano sulla portiera dell'auto.
Non posso rinunciare ad un appuntamento con un cliente all'ultimo minuto. Non posso cambiare ciò che ho già scelto. Quindi si, devo davvero lasciarlo andare, ma prima..."Noi ci vediamo domani." gli ricordo, poi lo avvicino a me e gli stampo un bacio sulle labbra. La sua presenza sarà con me.
"Si." lui non sembra sorpreso, piuttosto pare soddisfatto "Ci vediamo domani." e scende dall'auto.
*****
Mi fumo la mia sigaretta elettronica sul balcone di questa casetta niente male. Il bello di avere clienti famosi è questo. Si, perché oggi non sono da una persona qualunque, ma da qualcuno che mi ha esplicitamente richiesto discrezione e la bocca chiusa. Beh, non quando si trattava di succhiarglielo, ovviamente.
Qui la vista è mozzafiato. La villa, sontuosa e ricca, affaccia su un giardinetto recintato, affianco c'è una piscina al coperto, ma circondata dal vetro e riscaldata.
Lui è un giornalista spagnolo, venuto qui per alcune indagini su qualcosa a cui non ho particolarmente prestato attenzione. Ed è vero quello che dicono sugli europei: hanno un cazzo molto più grande del nostro.
Ringrazio dio che sappia la mia lingua.
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𝐏𝐋𝐀𝐘𝐁𝐎𝐘 | 𝐦𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠
Fanfiction"Doveva essere una notte sola. Uno sfogo. Un attimo di divertimento, in modo da smettere di pensare a tutto. Invece è stato l'inizio della mia pazzia." "Doveva essere una notte come le altre. È il mio lavoro. Lui un ragazzo qualunque, che mi paga pe...