POV JISUNG
Una volta tornati a casa, ognuno nella propria, io mi sono messo a rimuginare sui fatti. Ciò che stava per accadere e per accadermi era inevitabile. La separazione da Leeknow è inevitabile e pensarlo mi mette tristezza.
Vivere ogni momento come se fosse l'ultimo, giusto? Questo è il principio di vita che avevo deciso di seguire quando, da adolescente, ho scoperto la mia sessualità.
All'inizio l'ho vissuta male. Non mi piaceva per niente. Mi sentivo sbagliato. Fin quando non ho incontrato altri come me. Ho iniziato a frequentarli, a starci assieme e ho capito che io ero normale, semplicemente mi piaceva qualcosa di diverso. E non era un problema. Non ero un debilitato, un pazzo.
Semplicemente ero e sono omosessuale.Poi è arrivato Woojin. Se fosse possibile, lo avrei sposato. O almeno, erano questi i piani, prima che mi tradisse con una ragazza. Ci ero affezionato molto, forse perché è stato il mio primo amore sin dal liceo. Ma alla fine, si è rovinato tutto. Ha rovinato tutto.
Ma con Leeknow è diverso. All'inizio, ero partito con la convinzione che non dovesse accadere nulla, ed invece tutto è andato a puttane. L'amore arriva quando meno te lo aspetti. Leeknow non doveva essere amore, ed invece lo è.
Ora che dobbiamo separarci, una parte di me si sente insoddisfatta. Perché? Perché non ho potuto rivelargli i miei sentimenti prima che i nostri destini si separassero.
Sono stato un codardo? Non mi definirei così. Credo che, dopo Woojin, qualcosa in me si sia rotto. La fiducia che possa ricambiare. Ovvio, ci siamo detti che ci piacciamo, ma 'piacere' è molto diverso da 'amare'. Mai confondere questi due sentimenti.Vorrei dirgli tutto, a questo punto.
Sapendo cosa sta per accadere, voglio andare da lui e dirgli che lo amo, che noi possiamo essere più che amanti occasionali, più che amici con benefici, più di tante cose. Ma la mia voce rimane dentro di me e aspetta che i miei traumi si facciano da parte.Mi servirebbe una spinta, qualcosa che mi invogli a parlare. Una situazione dalla quale non posso fuggire. E questa già, in parte, lo è. Potrei fuggire lasciandomi tutto alle spalle, ma ho deciso di rimanere.
Mentre penso sul mio divano con indosso un pigiama a scacchi, bussano il campanello del mio appartamento.
Chi è a quest'ora? Ormai io e i miei amici ci siamo salutati tempo fa, non possono essere loro.Mi alzo e vado alla porta. Non ho lo spioncino e, per via dello sbadiglio, non chiedo nemmeno chi è, ma apro la porta. Quello che vedo davanti a me mi gela le vene.
Leeknow, bagnato dalla testa ai piedi e con l'affanno, come se avesse corso per chilometri e non si fosse mai fermato. Annaspa e cola sul tappeto fuori casa mia.
Entra in casa senza salutare e si spoglia velocemente del giubbotto bagnato. Io lo osservo mentre si toglie le scarpe.
"Leeknow, cosa..." ma non faccio in tempo a finire la frase che me lo ritrovo attaccato a me, in un abbraccio.
"Io sento già la tua mancanza. Una terribile mancanza." Mi guarda "Non vorrei mai partire."
"Leeknow, è necessario..."
"Lo so che è necessario, cazzo!" urla "Però lo stesso...io sento la tua mancanza. Non voglio lasciarti solo."
Mi prende il viso e mi ritrovo a baciarlo. Le mie labbra si schiudono e le nostre lingue si incontrano in una danza focosa.
È tutto troppo veloce. Mi stacco spingendolo via, ma con delicatezza.
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𝐏𝐋𝐀𝐘𝐁𝐎𝐘 | 𝐦𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠
Fanfiction"Doveva essere una notte sola. Uno sfogo. Un attimo di divertimento, in modo da smettere di pensare a tutto. Invece è stato l'inizio della mia pazzia." "Doveva essere una notte come le altre. È il mio lavoro. Lui un ragazzo qualunque, che mi paga pe...