POV JISUNG
Sarebbe stato più facile se l'indirizzo di casa di Leeknow non lo avessi dovuto cercare tramite internet. Seungmin mi ha dato una mano, e ora so quanto sia bravo con il computer.
Arrivo sotto casa di Leeknow e non so cosa dire. Cerco di prepararmi un discorso, qualcosa che lo possa spingere a perdonarmi, ma mi rendo conto che è inutile. Inutile perché non so se vorrà ascoltarmi. O farmi entrare in casa. Forse dovrei considerare l'opzione di una serenata di scuse.
Mi costringo a scendere dalla mia auto una volta trovato parcheggio poco lontano dalla casa di Leeknow. Percorro quei pochi metri con il magone in gola e con gli occhi semi lucidi. Il mio cuore è pesante e la consapevolezza ancora di più.
È tutta colpa mia.
Non c'è una giustificazione alle mie azioni. Sono stato avvertito più volte, stesso io ho promesso di stargli accanto più e più volte, invece non l'ho fatto. Alla prima occasione più difficile da gestire per me, me ne sono andato.
Mi godo quei passi che mi portano verso la sua casa. La scelta può essere giusta, come non può esserlo, ma non ho alternative. Nemmeno una.
Devo risolvere la situazione, oppure rimarrò una persona di merda per molto più tempo di quanto voglia onestamente ammettere.Busso non appena mi ritrovo davanti la porta. Qualche minuto dopo, questa si apre, rivelando la figura di Leeknow. A differenza di come l'ho visto io – ben vestito o senza vestiti – ora indossa un pantalone di tuta grigio molto oversize, con la maglietta bianca con sopra una pizza. La maglia recita «pizza time?».
"Non mi aspettavo di vederti. Cosa vuoi?" mi dice, freddo. In realtà, non mi aspettavo mi accogliesse in quel modo. Pensavo che non avrebbe mai aperto la porta.
"Voglio darti delle spiegazioni." vorrei potergli davvero trasmettere quanto mi dispiaccia.
"Te ne sei andato. Ora non..."
"Fammi parlare, cazzo!" forse non avrei dovuto dirlo così.
POV LEEKNOW
Lo vedo distrutto. I suoi occhi sono stanchi, pieni zeppi di tristezza. Ma se lo merita.
La settimana che lui non c'è stato, Jeongin si è preso cura di me. Mi ha tenuto sveglio, mi ha curato, ha parlato con me. Quando avrebbe dovuto farlo lui.
O forse no.Tutto è confuso, nel mio cervello. Non voglio perderlo, ma allo stesso tempo, voglio che soffra come ho sofferto io. Volevo stargli lontano perché stargli vicino fa più male, ma forse il non avere Jisung nella mia vita è peggio.
"Va bene. Entra." lo lascio entrare in casa. Lui mi dice un grazie sussurrato appena, poi va direttamente nel mio salotto. Si siede sul divano. Ha gomiti poggiati sulle ginocchia, le mani sulla fronte. È nel panico. Forse sta scegliendo cosa dirmi.
"Allora?" inizio io, andando a sedermi "Cosa vuoi dirmi?"
"Leeknow, io..." lui pare star per piangere. Qualcosa dentro di me si crepa. "Davvero, ero troppo scosso per quello che avevano detto i miei amici che non ho pensato a nient'altro. Però, nei giorni in cui sono stato a casa, ho sempre voluto venire a trovarti. Ti pensavo. Sempre. Ogni giorno. Solo che quello che era successo mi impediva di venire da te."
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𝐏𝐋𝐀𝐘𝐁𝐎𝐘 | 𝐦𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠
Fanfiction"Doveva essere una notte sola. Uno sfogo. Un attimo di divertimento, in modo da smettere di pensare a tutto. Invece è stato l'inizio della mia pazzia." "Doveva essere una notte come le altre. È il mio lavoro. Lui un ragazzo qualunque, che mi paga pe...