𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟏𝟒

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POV JISUNG

Una volta chiarito con Leeknow, sono rimasto a casa sua. Lui mi ha preparato il futon nel salotto, mi ha offerto la cena e abbiamo guardato un film.

"Non pensi mai" chiedo, dopo aver finito il film "A come potrebbe essere la tua vita se riesci ad allontanarti da PLAYBOY?"

Lui mi osserva, come se avessi fatto la domanda sbagliata al momento sbagliato. Vorrei scusarmi, ma lui risponde prima che io possa farlo.

"Si, ci ho pensato. " si sistema sul divano "Ma non so proprio cosa potrebbe accadere."

"Se ti servirà un lavoro, prova a vedere se nel mio negozio di assumono. La signora che lo gestisce è in maternità."

"Magari." Ma Leeknow sapeva che la sua situazione non si sarebbe risolta dall'oggi al domani. Sapeva anche che rischiava il tutto per tutto.

"Prendilo in considerazione." rispondo io. Vorrei che mi facesse compagnia a lavoro, davvero. Sarebbe una scusa per passare del tempo ulteriore assieme.

"Lo farò." risponde lui. Mi osserva come se si aspettasse un altra risposta, ma non accade nulla. Io non so più cosa dire e rimaniamo a guardarci come due ebeti.

A quel punto, scatta qualcosa. Io mi spingo verso di lui e lui verso di me. Poi mi tira più vicino, come se avesse fretta di annullare la distanza e, quando le mie labbra incontrano le sue, nel mio stomaco scoppiano i fuochi d'artificio. Non mi ricordo l'ultima volta che è successo. Forse non è mai accaduto?

"Leeknow" sospiro "Finiscila, prima che accada l'irreparabile."

"Cosa intendi?" è confuso. Molto confuso. E pensare che pensavo che ci sarebbe arrivato da solo, alla risposta.

"Non voglio scopare con te." lui si acciglia "Non ne ho l'intenzione."

"Non avremmo scopato." mi morde le labbra, come a contraddire ciò che ha appena detto. La mia mente prende una sbandata.

"No?" rispondo io, poi mi fiondo sul suo collo e glielo succhio con la forza necessaria per lasciargli un livido.

"No." si avvicina a me e mi morde l'orecchio con voglia.

"Eppure, ci stiamo infervorando a vicenda." il mio commento mette in chiaro la realtà. Leeknow mi stringe i fianchi con le mani, come se fossero delle pinze.

"Allora smettila di provocarmi in questo modo." si allontana, ed io sento il freddo gelido della mancanza. Il mio cuore tende le mani verso Leeknow, ma la mia mente le taglia non appena si sfiorano. Mi rendo conto di non essere stato coerente con me stesso, con lui. Non voglio usarlo, ma l'ho baciato. Non voglio usarlo e per questo mi sono fermato prima di scoparlo.

"Va bene." mi ritrovo, di nuovo, sul suo divano e lui accanto a me. Le mie emozioni stanno pian piano scomparendo, come se fossero state assorbite da un buco nero. Mi soffermo un attimo sull'orario. Noto che è tardi.

"Credo che dovremmo andare a dormire." Quando lo dico, non lo penso per davvero. In realtà, vorrei baciarlo ancora.

"Hai ragione. Domani ci aspetta una dura giornata." ed ha ragione. Domani, io e Leeknow dovremmo parlare a Bangchan e company del come aiutare Leeknow. Ed io non sono pronto. Una sana dormita mi farà bene. Ed anche a Leeknow.

"Allora, buonanotte." mi alzo per primo dal divano. Il mio tono era caldo di tenerezza. La mia buonanotte doveva essere una coccola, una carezza.

Si alza anche lui. "Buonanotte." La sua, invece, è carica di distanza. Vorrei che fosse diverso.

"Non dirmelo così."

"Cosa?" Leeknow si volta.

"Non dirmi buonanotte in quel modo...come se avessi fatto qualcosa che non dovevo." Abbiamo chiarito. Abbiamo parlato. Siamo noi, ora. Perché trattarmi così?

"Prima mi baci" si avvicina "Ma poi dici di non voler scopare." non comprende le mie azioni.

"Ti ho baciato perché io ne necessitavo." gli poggio le mani sulle spalle "Io ti voglio, ora. Ma non ho intenzione di usarti."

"Tutti mi usano." è vero. Ha ragione. Tutti lo usano, ma io voglio essere l'eccezione. Colui che lo fa sentire amato. Ma non sto parlando del mio amore, perché lui mi piace solo un po'. Il gusto per un amico. Forse un po' in più di questo. Ma non mi piace nel senso che si intende quando si parla di questo.
Si. Sto mentendo a me stesso. Ma è meglio così.

"Io non voglio." Devo allontanarmi da lui, anche solo un po'. Stabilire dei limiti. Io e Leeknow siamo due persone che si attraggono, su questo non ci piove. Ma oltre ciò? Sento le mani che mi formicolano. Le tolgo dalle spalle di Leeknow.

"Buonanotte, Jisung." stavolta lo dice nettamente più dolcemente. Mi da un bacio sulla fronte, attraversa il salotto e scompare dietro la porta. Io mi guardo attorno.

Forse devo iniziare a non importarmene. Io non posso stare assieme a Leeknow.

POV LEEKNOW

Quando mi ritrovo Jisung che dorme sul futon, mi soffermo sui suoi lineamenti. Sono dolci, sembrano disegnati da un mangaka. Gli sfioro i capelli. Non ci credo che ha dormito qui, a casa mia. Il sole è ormai alto. Devo svegliarlo.

Mi sporgo su di lui. Il suo viso pulito dalle imperfezioni è nel pieno riposo. Lo osservo ancora. Ma quando può essere bello l'uomo? Jisung rispetta molti criteri di bellezza. Forse è per questo che devo proteggerlo da quello che può accadere.

Poggio la mia mano sulla sua spalla e lo scuoto. Lui geme qualcosa, come per dire di lasciarlo ancora dormire. Per un attimo, credo di cedere. Ma poi mi ricordo che giornata ci aspetta e lo sveglio, tirandolo su di forza.

"Buongiorno, Jisung. Vuoi un caffè?" chiedo. Mi dirigo alla macchinetta del caffè per farmi il mio.

"Caffè? No, non mi va." si stropiccia gli occhi mentre alza il busto. Poi si alza per davvero e mi raggiunge in cucina.

"Ci hai ripensato?" lo vedo che osserva il mio, di caffè.

"No. È solo che vorrei sapere da dove proviene questo odore."

Indico il tostapane "Sto facendo del pane abbrustolito. Mi piace con un po' di olio sopra. E ti assicuro che è salutare, a patto che tu non ci metta tanto olio."

Il mio caffè è uscito. Soffio un po' e me lo porto alle labbra.

"Buono! Dovrei imparare anche io queste cose!" Jisung si appresta a prendere dei pasticcini dalla tavola. Io guardo la sua espressione mentre li mangia: come se non avesse mai mangiato nulla di più buono.

"E comunque grazie." Cala il silenzio per qualche secondo. Si tartassa il codino avvolto attorno al suo polso "Mi dispiace davvero per..."

"È acqua passata." No, non lo è. Il nostro rapporto è sicuramente cambiato. Non voglio più mentirgli. Ma, per il suo bene, questa sarà una bugia che dovrà accettare.

"Va bene." lui non mi crede, ma non fa domande. E così torno a concentrarmi sui fatti miei, fino a che non abbiamo entrambi la bocca occupata e lo sguardo altrove.

Non vedo l'ora di andare da Bangchan. Almeno rompo questo insopportabile imbarazzo. Vorrei che non ci fosse. E vorrei che fosse facile ammettere che cosa provo.

𝐏𝐋𝐀𝐘𝐁𝐎𝐘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora