17🌹Ragazza Spia (14)🌹

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La cena nella Sala Grande si era conclusa in un'atmosfera di tensione palpabile, con il preside che aveva ricordato agli studenti l'imminenza degli esami. Alcuni studenti si stavano già dirigendo verso le rispettive sale comuni, ma Hermione rimase indietro, perduta nei propri pensieri. Il suo sguardo determinato non passava inosservato, e fu proprio una sua compagna di Grifondoro ad avvicinarsi, con un'aria che tradiva la voglia di rivelare un segreto.

"Lo so perché Draco ti evita," disse la ragazza in tono confidenziale, facendo sussultare Hermione. "Ha ricevuto una bella ramanzina, non solo da Moody. Anche Piton l'ha preso da parte. Mi dispiace per lui. E tu... hai fatto bene a scappare via. Io avrei paura di attirare l'attenzione di Piton. È imprevedibile, lo dicono tutti, persino i fantasmi. Chissà, magari persino la Dama Grigia lo teme!" concluse con una risatina nervosa.

Hermione cercò di mantenere la calma, ma il suo sguardo rivelava un misto di curiosità e preoccupazione. "Grazie per l'informazione," disse, cercando di sembrare disinvolta. Ma la sua mente correva veloce, cercando di capire cosa stesse realmente accadendo.

La ragazza, però, non mollò la presa. "Motivi? Tutti sanno che ti ha toccato il viso e per questo è stato rimproverato davanti a tutti. Povero Draco, non lo riconosco più."

Hermione rimase impassibile, ma dentro di sé sentiva il peso delle parole della compagna. "Capisco," rispose con voce ferma. "Affronterò la situazione con lui quando sarà il momento giusto." Nonostante l'apparente calma, dentro di sé sentiva un tumulto di emozioni che non riusciva a controllare.

La ragazza di Grifondoro continuò, quasi divertita dall'inquietudine di Hermione: "Non è stato bello vederti cercare di scusarti a cena. Dovresti sapere com'è la gente di Serpeverde."

Hermione alzò il mento con determinazione. "Hai ragione," ammise, senza battere ciglio. "Ma non posso cambiare il passato. Farò del mio meglio per affrontare le conseguenze e imparare da tutto questo."

Quando la conversazione sembrava giunta al termine, la ragazza di Grifondoro sganciò l'ultima bomba. "Se ti piace Draco, lascia perdere. Sto cercando di conquistarlo io." Hermione trattenne il fiato per un istante, poi rispose con calma: "Capisco. Ti auguro buona fortuna, ma non dimenticare di prenderti cura di te stessa."

La ragazza si allontanò con un'aria fiera, dirigendosi verso Pansy Parkinson. Hermione la seguì con lo sguardo, un misto di curiosità e sospetto la pervase. Si chiedeva quale fosse il vero scopo di quella conversazione.

Mentre le due si immergevano in un dialogo fitto, Hermione si interrogava sulle possibili implicazioni. Doveva essere più cauta? Le domande la tormentavano mentre cercava di decifrare il significato di quell'incontro apparentemente casuale. Ma una cosa era certa: non avrebbe lasciato nulla al caso.

"Ragazzi, ma cosa significa O.W.L.s?" chiese Harry improvvisamente, interrompendo i pensieri di Hermione.

"Sono gli esami, Harry," rispose Ron, cercando di mantenere un tono rassicurante.

Il prefetto di Grifondoro li interruppe, invitando tutti a lasciare la Sala Grande. "Avanti, muovetevi, e voi tre uscite."

Harry sembrava perso. "Ma non so nemmeno da dove cominciare!"

"Calmati, Harry. Ci siamo noi," disse Ron, lanciando uno sguardo a Hermione in cerca di conferma.

Hermione, ancora persa nei suoi pensieri, annuì con decisione. "Sì, ci siamo noi," rispose, ma dentro di sé sapeva che avrebbe dovuto affrontare molto di più che solo gli esami imminenti.

SeverGranger L'angolodellapassioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora