19🌹Notte intima di pensieri🌹(14)

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La luna, con il suo chiarore argenteo, filtrava attraverso la finestra della camera di Hermione, aggiungendo una nota di serenità all'atmosfera carica della stanza. Nonostante la sua luce morbida non riuscisse a dissipare completamente le ombre che avvolgevano il cuore di Hermione, offriva comunque un senso di conforto, come se fosse una presenza silenziosa a vegliare su di lei durante la sua notte tormentata. Era come se la luna sapesse che, anche nelle notti più buie, c'è sempre un filo di speranza, una luce da cercare nel buio più profondo.

Hermione giaceva sul letto di Grifondoro, immersa nell'oscurità della notte. L'atmosfera intima della sua stanza la avvolgeva come una carezza familiare, ma il suo cuore, pesante e angosciato, era tutt'altro che tranquillo.

I suoi pensieri erano agitati come un mare in tempesta, turbati dalle parole velenose del professor Snape. "Hai mancato di rispetto a tutto il genere maschile", aveva sibilato con una ferocia che l'aveva lasciata senza fiato. Quei pochi e potenti accenti si erano insinuati nella sua mente come serpenti velenosi, avvelenando ogni speranza di pace interiore.

Sentiva il peso di quelle parole schiacciarla, come se fosse stata investita da un incantesimo paralizzante. Il suo cuore di quattordicenne pulsava con una miscela tumultuosa di emozioni: rabbia, confusione, dolore. Si sentiva persa in un labirinto di sentimenti, circondata da mura di pietra che sembravano stringerla sempre più forte.

Le sue mani, piccole e tremanti, si muovevano nervosamente, cercando un contatto che potesse alleviare la sua angoscia. Con gesti inconsci, sfiorava il collo e toccava la gamba, come se cercasse disperatamente un appiglio in un mondo che sembrava crollare intorno a lei.

Osservando le sue mani e le sue unghie perfette, Hermione si sentiva sola e vulnerabile. Si chiedeva cosa avesse scatenato l'ira del professor Snape e se davvero lui credesse che lei avesse mancato di rispetto a tutto il genere maschile. Forse c'era qualcosa di più profondo che lo tormentava, qualcosa che lei, con la sua giovane età e ingenuità, non riusciva a comprendere.

La dolce musica della radio accanto al letto, attraverso le cuffie viola, cercava di lenire la sua anima tormentata, ma Hermione non riusciva a distogliere la mente dalle accuse di Snape. Si sentiva come una farfalla intrappolata in una tela di ragno, impotente di fronte alla forza oscura che la circondava.

La sua compagna di stanza notò il suo stato d'animo e le si avvicinò con gentilezza. "Forse è meglio andare a dormire, Hermione", disse con voce morbida, cercando di offrirle un po' di conforto in quel momento buio. Hermione annuì silenziosamente, avvolgendosi nel lenzuolo come se fosse un rifugio sicuro in un mondo di incertezze.

Chiudendo gli occhi e lasciandosi avvolgere dal sonno, Hermione sapeva che la notte sarebbe stata lunga e popolata da sogni tormentati. Ma era determinata a non permettere a nessuno di spegnere la sua luce interiore, poiché sapeva che dentro di lei bruciava una fiamma che nessuna tempesta avrebbe potuto spegnere, nonostante sentisse una lama conficcata nel cuore.

Mentre Hermione scrutava la stanza con sguardo smarrito, le sue dita erravano sul letto con agitazione nervosa. Toccava le pareti come se cercasse conforto nella solidità delle mura. Ma era il tocco del suo labbro inferiore che tradiva la profondità dei suoi pensieri. Con gli occhi semichiusi, immaginava la voce di Snape sussurrare "Basta, basta Hermione" con un tono seducente che la faceva fremere. Si immaginava in una stanza carica di tensione, su un letto matrimoniale, mentre offriva una ciliegia a Severus con un gesto malizioso, consapevole del potere che esercitava su di lui. Era un'immagine audace: una scena proibita, carica di tensione e desiderio, con lei che offriva a Severus una ciliegia immersa in una salsa di cioccolato fondente e un calice di vino rosso, tutto avvolto in un'atmosfera densa di segreti.

In quel momento di vulnerabilità e confusione, la mente di Hermione si abbandonava a fantasie audaci, alla ricerca disperata di una via di fuga dai tormenti che la affliggevano. Ogni dettaglio, ogni gesto, ogni sguardo era permeato di una tensione palpabile e di un desiderio represso che minacciava di esplodere in un fuoco incontenibile.

Nel sonno, mentre dava la fragola a Severus, mormorava ripetutamente: "Ti odio, ti odio, ti odio..."

Severus: "Svegliati."

La sveglia suonò.

SeverGranger L'angolodellapassioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora