Special Easter Soft Bakudeku: Sweet Gift (Part II)

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Katsuki non se l'era immaginato.

Aveva davvero visto qualcosa tramite il lunotto di un'utilitaria nera piena di ammaccature, parcheggiata accanto a un palo dello luce.

Sui sedili posteriori un neonato non si muoveva. Aveva le punte delle manine violacee e il suo petto non si abbassava od alzava.

Il Pro Hero rimase a guardargli lo sterno per qualche attimo, poi capì che qualcosa non andava bene. Le portiere delle auto erano chiuse con la sicura.

Si guardò attorno, magari avrebbe trovato qualcuno o la mamma di quel bambino?

Il suo Alpha Interiore era nervoso e sbuffava ringhi, se lo sentiva premere nel petto, dietro al cuore.

— Cazzo...

Sapeva certamente cosa fare, ma c'erano diversi problemi. Se avesse sfondato il vetro con un'esplosione, i frammenti avrebbero potuto ferire - o peggio, uccidere - il cucciolo d'uomo.

Se avesse scassinato la portiera il rumore forte avrebbe potuto portare il bimbo ad avere una crisi per l'improvviso spavento.

Ma quel piccolo non dava segni di vita.

Katsuki iniziò a tempestare di pugni il finestrino della portiera anteriore. Lo fece con tutta la forza nel corpo e la paura.

Non gli piacevano i bambini e allora di lì a poco si sarebbe messo a piangere?

Non avrebbe mai accettato di diventare padre, quindi come mai gli occhi tristi di Izuku gli avevano spezzato in due il cuore?

Non desiderava costruirsi una famiglia, perché mai aveva comprato quei minuscoli calzini?

Il finestrino s'incrinò, una ragnatela era velocemente fiorita rumorosamente. Katsuki assestò un ultimo pugno e finalmente il vetro si infranse.

Sbloccò la sicura, arrivando al piccolo.

Katsuki lo avvicinò alla propria guancia: era freddo come il ghiaccio. Gli sentì il cuore. Per interminabili istanti non udì nulla ma poi un flebile battito sopraggiunse.

Era ancora vivo!

Un sorriso sollevato crebbe sulla sua bocca. Il giovane Alpha controllò subito sul cellulare l'ospedale più vicino.

Ben sette chilometri. Ecco quanto distava dalla sua attuale posizione.

Troppo! Guardò ancora il piccolo. Era minuscolo nella sua tutina bianca e la pelle era mortalmente glabra.

Non c'era verso di arrivare in tempo in ospedale, l'unica soluzione sarebbe stata sperare di vedere quell'auto in moto.

Preso posto alla guida, arraffò la copertina e si creò un'imbragatura di fortuna per tenere a sé il piccolo e sperare di scaldarlo. Ma si ricordò di un particolare: era fradicio di pioggia!

Con stizza e rabbia si sfilò solo la parte superiore del costume. Il suo corpo caldo avrebbe scaldato un pochino il cucciolo.

A fatica raggiunse la scatola dello sterzo: staccò i fili dal motorino d'avviamento e li unì. Per magia - o merito della sua intelligenza! - la macchina si mise in moto.

C'era anche abbastanza benzina!

Katsuki guidò velocemente fino all'ospedale più vicino.

Non se ne fregò quando uscì dall'auto calda a torso nudo.

Non se ne fregò quando le infermiere lo guardarono con lussuria.

Non se ne fregò quando si mise a urlare per implorare un aiuto per il neonato moribondo.

Double S - Raccolta di Two-Shot Stories!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora