BakuDeku: Colpi di Fortuna (Part I)

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Del cioccolato.

Dei fottutissimi cioccolatini a forma di cuore, divisi in numero pari tra quelli al latte e quelli fondenti.

Katsuki sbuffò mentre faceva rimbalzare lentamente il pacchettino bianco chiuso da un fiocco rosso che le aveva dato una ragazza del terzo anno.

"S-scusa, Bakugo-san... t-ti prego, a-accetta i mi-miei sentimenti!".

Quella voce troppo squillante, terribile per le sue orecchie ed improvvisa lo aveva fermato dall'andare ai distributori per prendersi una bibita energetica. Lentamente il suo collo si era voltato e il suo sguardo aveva trucidato l'alta ragazza snella, senza seno, con i capelli lunghi e castani e gli occhi pieni di lacrime.

"Non mi interessano queste cose".

"P-prendili lo s-stesso!".

Ora non sapeva che farsene di quei cioccolatini. L'amore, dopotutto, era una cosa davvero inutile e per di più si era accorto, dall'ultimo anno delle medie, che non provava attrazione per il sesso opposto.

Katsuki, primo anno del Liceo U.A. sospirò pesantemente. Perché gli dovevano rompere le scatole quando lo vedevano passare per i corridoi?

Nel giardino ben curato del complesso scolastico che si notava dai corridoi dei piani più alti era cresciuto un timido quanto piccolo girasole. Era di un vibrante colore giallo e la cosa più incredibile era il suo sbocciare in una stagione del tutto strana.

Katsuki non poteva fare a meno di guardarlo ogni volta che si fermava ad osservare il cielo dalle finestre linde e chiuse. Aveva notato, con lo scorrere dei giorni, che sulla parte più esterna dei petali, dove vi andavano a restringersi a punta, vi era un lieve spolvero di chiazze nere.

-Assomiglia a quell'idiota di Deku. Alle sue cazzo di lentiggini- si ripeteva sempre nel pensiero.

Avrebbe avuto un buon odore?

"Oi, Baku-bro!".

I burberi occhi rossi si sollevarono leggermente verso il ragazzo che si stava avvicinando con una sorte di trotto. Eijiro era più raggiante del solito e la mano sollevata per salutare e catturargli l'attenzione cadde a picco sulla sua spalla.

"Non toccarmi, Capelli di Merda".

"Certo, certo, Vice-Capitano!".

Il biondo contrasse nervosamente il sopracciglio destro mentre Eijiro, brioso e sorridente, portava entrambe le mani sui fianchi. Un silenzio leggermente imbarazzante tra di loro cadde, tuttavia ci pensò lo stesso biondo a troncare di netto quella mancanza di comunicazione marciando verso le scale.

Senza la benché minima gentilezza, Katsuki piantò i cioccolatini nel palmo della mano di Eijiro che, stupito, si fermò sul secondo gradino della scala.

"Te li ha dati una ragazza?" domandò.

"Sì. Cazzo! Una del terzo anno" rispose l'altro, con entrambe le mani in tasca. "Puoi prenderli. Non mi piacciono le cose dolci".

Eijiro si illuminò così tanto che affiancò lo scontroso biondo e gli tenne occupate le povere orecchie con uno sproloquio su quell'improvvisa gentilezza fino a quando non arrivarono nella grande palestra.

Varcarono insieme quelle pesante e doppie porte.

Immancabilmente gli occhi rossi del Vice-Capitano della squadra maschile di pallavolo si posarono su un ragazzino che teneva una palla tra le pallide dita. I suoi capelli verdi, soffici e ondulati gli celavano lo sguardo smeraldo fisso sulla sfera gialla e blu della Mikasa.

Double S - Raccolta di Two-Shot Stories!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora