Capitolo 15 - Dorayaki

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Una volta arrivati a casa, il rosso diede totale libertà di scelta a Dazai su tutto il cibo che aveva in casa, lasciando che si servisse da solo. Il moro si prese gioco di lui insinuando che non sapesse cucinare, ma egli si giustificò dicendo che non avrebbe mai cucinato i suoi preziosi manicaretti per un idiota come lui. A parte questo, Chuuya spiegò com'erano andate le cose ad Atsushi che si sentì terribilmente in colpa per non essersi preoccupato subito per l'incolumità dell'amico, di essersene andato immediatamente dopo aver bevuto, di aver fatto entrare Kajii in quel locale la prima volta, di aver cercato di vendere il bollitore di riso a Chuuya, di essere nato, di esistere, di respirare... Si stava facendo così tante paranoie che, per liquidarlo, il rosso disse fermo un <<no, grazie, ciao.>>, spingendolo da dietro la schiena verso la porta, chiudendogliela in faccia.

<<finalmente...>> bisbigliò, passandosi una mano sulla fronte, asciugando il sudore immaginario su di essa. Buttò lo sguardo su Dazai che ridacchiava mentre schifezzava qua e là con il cibo che più aveva trovato di suo gradimento: del ramen avanzato, un pezzo di torta alle mele, del pane guarnito con burro e marmellata di fichi, dorayaki, mochi, croissant, il tutto accompagnato da del latte di mandorla e sprite.
<<certo che hai davvero pessimo gusto a mischiare tutta quella roba, mi fai ribrezzo>> sbottò cinico

<<silenzio, amante del riso!>> rispose, infantile, facendo la linguaccia.
Il rosso alzò gli occhi al cielo e si sedette accanto a Dazai, poggiando la testa sulla sua spalla. Egli strasalì leggermente, poi rilassò il dorso, continuando a mangiare.

<<Dazai>>
<<mh?>>
<<mi...>> fece un sospiro
<<mi dispiace per quello che è successo. È tutta colpa mia, non avrei dovuto coinvolgerti così tanto nella mia vita. Capisco se vorrai allontanarti>>
<<hai la febbre, Chuuya? Dovrei essere io quello "poverino e malato", non tu! Stai al tuo posto, accidenti!>> disse drammatico.
Il rosso si scostò dalla sua spalla, tirandogli un pugno. <<VAI AL DIAVOLO, IDIOTA!>>

<<facciamo un gioco, Chuu. Questi dorayaki sono ai fagioli rossi e alle castagne. Scegli un gusto: se beccherai quello giusto, io farò tutto quello che vuoi per oggi, se vinco io, tu farai ciò che voglio io; d'accordo?>>
<<eh? E perché mai dovrei fare questo stupido gioco con t->> il suo lamento fu interrotto da un mochi ficcatogli in bocca dal ragazzo.
<<io scelgo fagioli rossi!>> scelse il moro, anticipandolo.
<<pf, d'affordo>> disse Chuuya, ancora con la bocca piena. Prese un dorayaki a caso e se lo portò tra i denti.

Fagioli rossi, cazzo.

<<allooora, principessa?>>
il rosso gli tirò un'occhiataccia.
<<oh! Ho vinto, non è vero?!>>
l'altro gli ficcò il dolce già morsicato in bocca: <<verifica tu stesso, idiota>> disse abbassando lo sguardo.
<<vedi di non farmi fare cose troppo cattive, d'accordo?>> continuò.
Il moro annuì con occhi lucenti. Erano già le 19, perciò non rimaneva molto tempo. Durante la serata, guidati dal volere del vincitore, i due guardarono un film horror mangiando popcorn al caramello, giocarono a nascondino a luci spente e il più alto obbligo Chuuya a rimettersi la felpa con la papera di qualche tempo prima.

<<e come ultima cosa,>> disse d'un tratto, dopo aver sfinito il rosso <<dormirai con me, stasera>>

<<EH?! NON SCHERZARE, PESCE!>>
<<hai perso, principessa, mi dispiace!>> ridacchiò, rovistando nell'armadio del padrone di casa in cerca di qualcosa lontanamente simile a un pigiama.

Dopo qualche secondo di ricerca, prese una felpa con la stampa di un enorme gatto sul petto e, come pantaloni, ne scelse un paio normali da pigiama a scacchiera, rossi e gialli.
Tolse la maglia lercia, lasciando la schiena bendata in bella vista. La pelle era sottile e lucida, coperta qua e là da qualche cicatrice chissà di quale natura. Le bende erano un po' consumate, probabilmente le cambiava spesso ma, essendo stato chiuso in quello scantinato per giorni, non ne aveva avuto la possibilità. Per la prima volta a Chuuya balenò in mente la curiosità di sapere cosa il moro celasse al di sotto di tutte quelle fasciature, ma sarebbe forse stato inopportuno chiederlo dopo che si stava spogliando di fronte a lui, probabilmente in segno di fiducia. Il suo fisico era snello e ben proporzionato, forse più muscoloso di quel che si immaginasse.
Dazai, però, si rese conto prima del rosso che egli stesse esaminando ogni centimetro del suo corpo come se fosse un antico reperto di una statua rimasta intatta, scolpita da Michelangelo in persona e, con un sorriso beffardo, si girò verso il ragazzo. Si avvicinò a lui, gli prese la mano e si inginocchiò, ancora a petto nudo.

<<mia cara dama, sareste così gentile da preparare un bagno ai sali e delle bende pulite a questi pover'uomo prosciugato dal male conferitogli da un vecchiaccio cattivo? Mi duole ammettere che avete forse in comune, con il vostro caro zietto, la malizia, o mi sbaglio?>> disse in tono provocatorio, ricevendo uno schiaffo in cambio.
<<falla finita, idiota.>> proferì arrossendo leggermente.

[...]

<<ce ne hai messo di temp- AHAHAHAHA, SEI RIDICOLO!>> scoppiò in una grossa risata, il rosso, alla vista del moro con in dosso la felpa con il micio.
<<SENTI CHI PARLA, PAPEROTTO!!>> rispose, buttandosi sul letto, raggiungendo l'altro.

<<è tardi per i bambini, è ora di fare la nanna, piccolo Chuuya>>
<<non con te di cert->> non fece in tempo a finire la frase che venne avvolto dal braccio di Dazai, che lo fece sdraiare. Quest'ultimo si mise sotto le coperte e anch'egli fece lo stesso.
Ancora una volta, il braccio sottile del ragazzo cinse il corpicino di Chuuya, riscaldadolo un po'.

È davvero sfinito...
Pensò tra sé e sé, notando la pesantezza con il quale l'arto gli si appoggiava addosso, nonostante fosse in realtà leggero.

<<senti, Chuuya>> iniziò con un filo di voce.
<<non scusarti per avermi coinvolto nella tua vita, quando questa è diventata una ragione per il quale vivere la mia>> pronunciò, prima di lasciarsi cadere in un sonno profondo.

𝘚𝘰𝘭𝘰 𝘵𝘶 𝘤𝘪 𝘳𝘪𝘦𝘴𝘤𝘪 - SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora