Capitolo 12 - Appartamento

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Durante il liceo, Atsushi Nakajima si affezionò molto ad un ragazzo: Akutagawa Ryunosuke. Nonostante lui sembrasse non sopportarlo, passavano molto tempo insieme, tant'è che Dazai iniziò a stuzzicare il suo caro "Sushi" - così chiamava l'albino - ogni qualvolta nominasse il corvino, dicendo frasi del tipo: <<stareste molto bene insieme, se solo lui non fosse così emo e tu così stupido>> oppure <<cosa farò quando il tuo caro emo ti porterà via da me!>>, facendolo diventare terribilmente rosso. Probabilmente, l'albino provava qualcosa di più di un'amicizia, verso Akutagawa. Alla fine, però, il corvino se ne andò senza di lui. Quando quest'ultimo, dopo il diploma, si traferì a Nara, Atsushi iniziò a passare molto tempo in compagnia di un gruppetto molto diverso da quello che era lui. Questo era costituito da altri tre ragazzi: Tachihara, Ranpo e Kajii. I primi due non erano cattivi ragazzi, gli piaceva solo fare festa quando e come volevano: tutto sommato erano dei buoni compagni di sbronza per l'albino, ma Kajii, quello strano ragazzo ossessionato dai limoni, era diverso. Cercava sempre di coinvolgere i ragazzi in brutti giri, quali andare a prostitute e droghe ma, non riuscendoci, cercava sempre di animare le serate a modo suo. Ad esempio, più avanti col tempo, si scoprì che era stato lui a prendere l'iniziativa di far indossare dei cosplay da coniglio a Chuuya e Dazai, per non parlare delle foto che poi divulgò in internet. Non veniva allontanato dal resto del gruppo perché, grazie alla sua situazione benestante, era sempre lui a pagare ovunque facessero baldoria. Nonostante questo, però, ad Atsushi spaventava l'idea di essere in compagnia dello strano quattr'occhi, perciò chiedeva davvero troppo spesso a Dazai di andare in giro con loro, oppure nel cuore della notte si infiltrava a casa sua - ormai, aveva una copia delle chiavi dell'appartamento del moro - e passava lì la notte, coperto di tensione. Spesso trovava l'amico sveglio, intento ad escogitare qualche tentativo di suicidio, ma quella sera non era in casa. Decise comunque di infilarsi nel futon di scorta che il moro teneva sempre per lui, pensando che fosse in un qualche bar da solo, come in realtà non era poi così raro. Chiuse gli occhi, rassicurato da quelle quattro mura di proprietà del ragazzo che considerava come un fratello maggiore, perdendosi nel dolce mondo del sonno.

La mattina seguente, di Dazai, però, non c'era traccia. Non era da lui passare la notte fuori ma, avendo percepito una certa affinità tra l'amico e il basso host, pensò che forse era con lui, al sicuro.
<<Ah! Come al solito ha il frigo vuoto...>> disse rassegnato, cercando qualcosa da mangiare. Prima di uscire, decise di sistemare un po' l'appartamento, per fare una sorpresa all'amico. A dirla tutta, lo spaventava toccare le stoviglie ammuffite, ma si impegnò profondamente e pulì ogni centimetro dell'abitazione. Uscì, chiudendo la porta a chiave, intento a tornare a casa propria.

Ma quello è Nakahara-san? Si chiese, cercando di mettere a fuoco la vista per osservare i lineamenti del rosso in lontananza. Non vedeva bene, ma la statura e soprattutto il cappello erano inconfondibili. Il ragazzo era impegnato ad aiutare una vecchietta ad attraversare la strada, quindi attese prima di potergli parlare. Allora anche lui sa essere gentile...

Un brivido gli percorse la schiena quando si rese conto che se Chuuya era lì, da solo, allora Dazai non poteva essere con lui.

Corse verso l'host, che nel mentre stava salutando l'anziana signora che lo aveva ringraziato pizzicandogli le guance.
<<Nakahara-san!>> lo chiamò l'albino, con le mani sulle ginocchia e il fiatone.
<<venditore ambulante... ciao>>
<<mi chiamo Atsushi!>> precisò.
<<sì, sì, Akumi... che vuoi?>>
<<è Atsushi!! Oh, comunque, non è questo il punto... Dazai è con te?>>
Il rosso sgranò leggermente gli occhi, poi rispose: <<ovvio che no, perché dovrebbe?>>
<<ieri non è tornato a casa, e stamattina non è rientrato, non l'ho completamente visto... conoscendolo, potrebbe essersi suicidato davvero o, nel peggiore del casi, incastrato in qualche barile o cespuglio!>>

E le cose peggiori sarebbero quelle?
E poi perché era a casa sua? Cos'è, sua moglie?
Pensò tra sé e sé Chuuya, un po' irritato.
Tutto sommato, l'albino poteva avere ragione: effettivamente, il moro, poteva essere in pericolo, se non morto.
<<beh, a dire il vero, ieri sera mi sembrava un po' giù...>>
<<così non aiuti, Nakahara-san! Dobbiamo cercarlo!>>

<<e che mi importa di quell'idiota bendato?>>
Mi importa.
<<eh?... beh... se lo vedi, chiamami. Scambiamoci i contatti>>
Il rosso annuì leggermente, pensando che proprio quella notte Dazai gli aveva lasciato il suo contatto. Quando lui e Atsushi si salutarono, provò a chiamare il moro. Nessuna risposta. Sotto sotto, cominciò a preoccuparsi. Dopotutto, lo aveva lasciato in un modo così strano la sera precedente. Forse era davvero un bacio d'addio? L'aveva davvero fatta finita per sempre? O forse... era scappato? Fuggito da cosa, però?

<<Basta, è un adulto, non ha bisogno che qualcuno si preoccupi per lui, e poi, io ho ben altre cose a cui pensare, adesso.>> pensò a voce alta, irritato, mentre si accendeva una sigaretta con il telefono tra la spalla e l'orecchio, che incoerentemente stava richiamando il moro.
Cazzo, la segreteria.

𝘚𝘰𝘭𝘰 𝘵𝘶 𝘤𝘪 𝘳𝘪𝘦𝘴𝘤𝘪 - SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora