Capitolo 5 - Pazza gioia?

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Attraverso le palpebre, poteva intravedere una luce soffusa attorno a sé.
Sotto di lui la superficie era dura e fredda,  sui polpastrelli sentiva delle piccole spine di legno e un on odore un po' umido. Nell'aria, però, percepiva odore di tabacco e vaniglia.

A parte questo, beh... faceva freddo, ed aveva un gran mal di testa.
Dazai aprì delicatamente gli occhi.

Dove sono?

Era su una panchinetta in legno, una di quelle che si usa alle feste all'aperto nelle piazze o nei raduni. Non riconosceva il luogo, ma... Atsushi?

Non ricordava niente di ciò che era successo, né tanto meno perché fosse in un luogo a lui estraneo, con Atsushi che dormiva ai suoi piedi.

In tutto quel tempo, cercare di capire dove fosse e perché, gli aveva fatto ignorare che stava tenendo tra le braccia qualcosa... il bollitore per il riso di Chuuya?

CHUUYA?!

L'ultimo ricordo che il moro possedeva era un bar in cui era in compagnia del rosso. Lui stava accarezzando i mici che li circondavano allegro. Poi erano usciti, e?... O forse no? Forse erano ancora dentro il bar? Ma che ci faceva Atsushi, lì? E perché lui stava abbracciando il bollitore di Chuuya, dormendo?

Troppe domande gli passavano per la testa, così si alzò, facendo attenzione a non svegliare l'albino.
All'interno della stanza c'era un basso tavolo rotondo in legno, su cui stava per inciampare. Gli cadde l'occhio sul bigliettino al centro di esso.

"Merdazai e venditore ambulante, vi ho lasciato le chiavi del locale appese alla porta del backstage, verso l'interno. Quando uscite chiudete sia questa che la porta d'ingresso principale. Se non lo fate, vi ucciderò. Stasera, alle 18, tornate qui per restituirmi le chiavi. Se non lo fate, vi ucciderò una seconda volta; non so come, ma un modo lo troverò.
Ci si vede. - Nakahara Chuuya."

CHE DIAMINE È SUCCESSO?
PERCHÉ SIAMO NEL BACK DELL'HOST CLUB DOVE LAVORA CHUUYA? E DOV'È LUI, ADESSO?

Beh, una cosa era certa: per avere tutte le risposte, avrebbe dovuto aspettare fino a quella sera. Non aveva il suo contatto, non sapeva dove si trovasse, quindi l'unica cosa che poteva fare era uscire da quel locale e aspettare le 18.

Si avviò verso Atsushi, che dormiva ancora come un bambino. Non cambia mai, eh?

- Suuushii, svegliatii!... - si lamentò, scuotendo delicatamente il ragazzo.

- 5000 yen... riso... Da...Dazai?... -

Il moro perse la pazienza. - SVEGLIATI ATSUSHI, C'È AKUTAGAWA! -

L'albino scattò in piedi: - EH?! DOVE?! -
Il bendato ridacchiò.

- sei crudele, Dazai... - si lamentò il più giovane, ricordandosi che il suo caro "amico" Akutagawa si era in realtà trasferito a Nara dopo il diploma.

- era l'unico modo per farti alzare, Sushi. Oggi non sono per niente dell'umore. Piuttosto, hai idea del perché ci troviamo qui? - si massaggiò la nuca.

- beh... quando ieri ti ho visto al bar con Chuuniglietto, io, Tachihara, Ranpo e Kajii vi abbiamo raggiunti e poi Chuuniglietto doveva venire al lavoro, così lo abbiamo seguito. Dopodiché... ecco... ci siamo divertiti, sì, e ci siamo ubriacati... da lì non ricordo nient'altro... -

Chuuniglietto?...

- con Chuuniglietto intendi Chuuya?... - l'albino annuì.
- perché diavolo lo chiami così? - domandò stranito il moro.

Atsushi cambiò argomento.

- Dazaaai, ho una fame da lupi, andiamocene a fare colazionee - si lamentò.

Perché aveva evitato la domanda? Dazai si stava seriamente preoccupando per cosa fosse accaduto quella notte, ma se Atsushi non voleva parlare, avrebbe dovuto aspettare. Forse, i ricordi, sarebbero riaffiorati da sé.

- offri tu, Sushi. -

[ ... ]

Erano le 15 del pomeriggio. Atsushi se n'era andato a casa a studiare per l'ammissione all'università, mentre Dazai era rimasto solo nel suo appartamento. Avrebbe dovuto prendere un gatto forse, o un cane, così che non si sarebbe annoiato troppo durante le giornate. Suo padre, quando era morto, gli aveva lasciato in eredità un'attività e molti appartenenti, permettendogli di non dover lavorare per vivere.

Non aveva mai nulla da fare, nulla per cui svegliarsi la mattina ed interessarsi. C'era solo vuoto e dubbi, tanti dubbi.

- ahh, che noia!! - si lamentò, buttando la testa all'indietro sullo schienale del divano.

Aprì Instagram, iniziando a scorrere annoiato le storie, senza nemmeno fermarsi a guardarle. Qualcosa, però, catturò la sua attenzione. Tornò in dietro per vedere meglio la foto.

Che cazzo?

Gli tornarono in mente le parole di Atsushi.
Chuuniglietto.
Ecco cosa intendeva.

[...]

Una sgasata riempì gli occhi e i polmoni dei due poveri ragazzi di benzina, mentre quello alla guida, soddisfatto della sua entrata ad effetto, parcheggiò perfettamente la moto.

- datemi le chiavi e fuori dai piedi - disse, togliendosi il casco.

- non lo vuoi, questo? - il moro mostrò il bollitore di riso tra le sue mani

Gli occhi di Chuuya si illuminarono e si sporse per toglierlo dalle braccia dell'altro, che però, si ritrasse. Inclinando leggermente il capo, con un sorriso, porse le chiavi del locale al rosso, che le prese con rabbia, aprendo la porta del club. Dazai e Atsushi lo seguirono mentre ne varcava la soglia.

- si può sapere che volete, voi due? - chiese irritato

- offrici questa serata, d'accordo? - disse, il moro, allungando il bollitore verso il più basso.

𝘚𝘰𝘭𝘰 𝘵𝘶 𝘤𝘪 𝘳𝘪𝘦𝘴𝘤𝘪 - SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora