«Tesoro?»
Tesoro? Divenni rossa all'istante e per non farlo vedere indietreggiai e abbassai il viso facendo cadere la mia chioma color ruggine davanti alle guance in fiamme. Volevo rispondere, ma mi si impastò la bocca, e il suo sguardo si fece preoccupato. Di nuovo la sua mano raggiunse il mio viso. Aveva le mani calde e morbide, mi alzò il mento e mi guardo dritto negli occhi.
«Ti sei fatta male?» La sua voce era profonda e sicura.
«Nono, sto bene.» Dissi barcollando per mettere i libri in borsa.
«Aspetta, ti aiuto.» Mi disse con un mezzo sorriso.
Sembrava un modello. Era alto e muscoloso con occhi chiari e capelli neri, folti e spettinati. Avrà avuto circa la mia età.
«Logan, ti vuoi muovere?» Urlò una voce maschile proveniente dal piano di sotto.
«Solo un attimo Matty.» Disse in tono pacato, lanciandomi un'occhiata.
Logan. Si chiamava Logan. Mentre si abbassò per aiutarmi notai un tatuaggio che occupava gran parte del braccio sinistro. Erano degli alberi di un bosco tracciati in bianco e nero. Era il tatuaggio più bello ed elegante che avessi mai visto. Le sfumature erano perfette e davano l'impressione che gli alberi oscillassero. Mi disse qualcosa ma ero troppo concentrata a fissarlo per capire. Una fossetta gli spuntò mentre mi sorrideva, ma poi subito i suoi lineamenti si indurirono.
«Ma sei davvero sicura che sia tutto okay?» Non era per nulla divertito, il suo tono era dolce e preoccupato allo stesso tempo.
Guardai l'orologio. Mancavano sedici minuti all'inizio della lezione di letteratura inglese e, data la mia puntualità sarei dovuta già essere in classe. «Oh, ehm, scusa devo proprio andare.»
«Ehi, non mi hai nemmeno detto come ti chia..» Mi chiamo Grace. Dentro di me lo urlai, posso giurarlo. Ma era tardi, oramai ero già per le scale, non ne valeva più la pena. Ci saremo dimenticati presto l'uno dell'altra.
Scesi le scale in tutta fretta e riconobbi quello che probabilmente era Matty. Che, vedendo una pazza correre, mi lanciò un'occhiata perplessa come se stessi scappando da un serial killer.
I ragazzi da quelle parti erano tutti così? Matty era alto, con gli occhi grigi, la carnagione scura e una massa di capelli castani. Ero ufficialmente nel dormitorio dei Ragazzi Più Sexy Dell'Intero Pianeta.
E io ero scappata. Di nuovo.
Come facevo a scappare ogni volta non ne avevo idea, oramai mi veniva naturale. Dio quant'ero stupida. Il ragazzo più bello dell'intero universo mi stava parlando e io ero scappata? Scappavo dal passato, dalle persone, dai miei genitori.. Più scappavo e più mi dicevano che era sbagliato. E allora perché nessuno provava a fermarmi?Trovai la classe dopo un tempo che mi sembrò infinito. Feci un respiro e entrai. I ragazzi erano quasi tutti già al proprio posto, ma non c'era ancora il professore. Scelsi un posto in cui potevo stare sola alla penultima fila e tirai fuori i miei libri di letteratura inglese.
Un gruppo si sedette come me agli ultimi posti e li guardai accomodarsi mormorando qualcosa. Erano due ragazze e un ragazzo. Fissai la ragazza bionda e lei ricambiò lo sguardo sorridendomi.«Ehi ciao! Io sono Emily, sei nuova vero?» Disse con un sorriso che faceva invidia.
Questa volta non sarei scappata. Dovevo smetterla di andarmene. «Mi sono trasferita qui un paio di settimane fa.» Dissi un po' imbarazzata. «Piacere Emily, io sono Grace.»
«Hai un nome bellissimo!» Disse l'altra ragazza fissandomi con due occhi verdi e vivaci. «Ciao Grace, io sono Sarah.»
«Ciao Sarah.» Le sorrisi sempre più a mio agio.
«Io invece sono Jake. Se ti va, dopo puoi mangiare con noi, così ti facciamo conoscere gli altri.» Era un bel ragazzo, alto, capelli biondi e occhi chiari.
«Ciao, Jake. Mi farebbe molto piacere mangiare con voi.» Dissi felice.
«Fantastico!» Mi fece l'occhiolino e subito si rivolse a Sarah «A proposito, quei due coglioni si presenteranno almeno il primo giorno di scuola?»
Sarah fece spallucce.
Poco prima che entrasse il professore due ragazzi presero posti dietro di me, ma io ero troppo colpita da quel uomo per badare a loro.
«Scusatemi per il ritardo ragazzi.» Disse l'insegnante sistemando tre dizionari e due libri sulla cattedra.
Era un tipo strambo: pantaloni scozzesi, camicia verdone. Avrà avuto una cinquantina d'anni, era basso e con una folta barba pel di carota. Per questi aspetti, mi ricordava tantissimo i folletti delle fiabe irlandesi che mi raccontava sempre la nonna.
Uno dei ragazzi seduto dietro di me, sposto rumorosamente la sedia e si sedette di fianco a me. Mi si avvicinò e subito al suono di quella voce mi vennero i brividi.
«Io lo trovo geniale quest'uomo, tu che dici tesoro?»
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Abbracciami
RomanceLentiggini, capelli rossi, occhi blu. Questa era Grace. Prima che scappasse dalla sua vita a Bedford era una ragazza come altre: amava stare con gli amici, andare alle feste, divertirsi e sognare. Ma un giorno cambiò tutto. Quando finalmente all'età...