Capitolo 15

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E come sempre, dopo ogni domenica, la settimana ricominciava partendo dal lunedì. Mi allontanai un po' da tutti in quegli ultimi giorni per il semplice fatto di non voler mettere nel mirino di quel psicopatico anche le persone che in così poco tempo mi avevano reso tanto felice. Non si meritavano nulla di ciò.

I primi giorni fu davvero dura, ebbi più volte l'impulso di chiamare Logan e sfogarmi con lui, raccontargli tutto e chiedergli aiuto; ma poi mi chiesi: come sarebbe stato possibile dimenticare un passato se l'avessi riportato a qualcuno vicino a me? Quel qualcuno se lo sarebbe ricordato e me l'avrebbe ricordato facendo, in un certo senso, quel mio ricordo 'suo'. E non ero sicura che condividere il mio passato con qualcuno, per quanto quest'ultimo potesse essere importante, mi avrebbe fatto sentire meglio. Quindi presi una decisione: piuttosto che ricordare, sarei stata disposta a mentire a tutti passando per questa nuova Grace che si era formata.

Mentre ricapitolavo i pensieri degli ultimi giorni, ripassando la mia difensiva e riprovando il mio sorriso falso del 'va tutto bene se togli il fatto che uno stolker mi perseguita', mi guardai allo specchio. Ero vestita di nero da capo a piedi.

«No Grace, la gente non pensa che sei serena se sei vestita da vedova.» Dissi mentre cercavo qualcosa di un po' più vivo nell'armadio. «Questo no, no, no.. Oddio!»

Lo indossai e ritornai davanti allo specchio. Il giubbotto di jeans di mio fratello mi arrivava fino a metà coscia. Quello sbadato se lo era scordato qui durante le vacanze di Natale, l'ultima volta che avevano trascorso del tempo insieme. Feci una piroetta e sorrisi al nulla ripensando a quanto era bello indossare qualcosa che portava il suo profumo: ogni volta che qualcosa non andava, mettermi addosso una maglia, una giacca o una felpa di Jack mi dava coraggio. Per me era come indossare un'armatura, un'armatura che mi avrebbe protetto da tutto e da tutti. Ricordo che a otto anni la maestra ci chiese di fare un tema per le vacanze di primavera. La consegna chiedeva qualcosa del tipo "Che tipo di eroe vorresti essere?". Dal momento che ero poco seguita da mamma e papà, passai tutte le vacanza su quel foglio bianco a pensare. L'ultima sera ebbi un'illuminazione e scrissi una sola frase:
"Ho sempre desiderato vestirmi da eroe, ma i vestiti di mio fratello mi vanno larghi."
Quando, alcuni giorni dopo, mio fratello lo lesse, mi prese per mano e sorridendo mi portò in camera sua. Aprì un cassetto e tirò fuori una maglietta nera.

«Alza le braccia, Grace.» Fece un sorriso dolce e me la indossò. «Vedi? Sta molto meglio a te che a me!»

«Grazie fratellone!»

«Okay, ora va meglio.» Presi la zaino in pelle nera ed uscii dall'appartamento. Anche se le strade erano ancora coperte da un lieve strato di neve, era una bella giornata di inizio febbraio.

Messaggio da: Logan
Buongiorno piccola, ci vediamo davanti all'aula di letteratura inglese.

«Ciao!» Dissi con un sorriso appena lo vidi.

«Ehi!» Ricambiò e mi diede un bacio sulla guancia. «Che fine avevi fatto? Sei scomparsa questi ultimi giorni.»

«Ero molto impegnata con lo studio.» Mentii perfettamente. «È stato orribile!»

«Cosa? Ah, stare lontano da me intendi!» Fece un sorriso altezzoso. «Ti capisco, ma ora non soffrire più, sono qui con te!»

Risi. «Dai ragazzo modesto, andiamo in classe.»

Mi piaceva molto come materia la letteratura inglese e il professore era davvero molto bravo a coinvolgere nelle sue lezioni l'intera classe. L'ora volò e quando la campanella suonò andai dal professore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 02, 2016 ⏰

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