Capitolo 12

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Tieniti pronta per le otto.

Se non avessi saputo che sotto a tutti quei vestiti si nascondeva un letto, un comodino e una lampada, probabilmente non avrei mai capito che quella, in passato poteva essere una stanza in cui le persone dormivano.

Erano le sette e mezza passate. Tra meno di trenta minuti Logan si sarebbe presentato alla mia porta vestito di tutto punto, magari con una rosa rossa in mano e sorridendomi mi avrebbe preso per mano sussurrandomi all'orecchio che ero bellissima e che.. E che io ero ancora in mutande e reggiseno.

Bisognava prendere una misura drastica, mancava troppo poco tempo.
«Basta Grace, manca pochissimo. Scegli un vestito, vai in bagno a truccarti e a sistemarti i capelli che oggi esci con Logan!» mi uscii un gridolino strozzato. «Charlie, esco con Logan!» Urlai in faccia a quel gatto fastidioso che si limitò a girarsi dall'altra parte.
Non era da me sprizzare allegria da tutti i pori, ma con Logan stavo proprio bene, mi era impossibile non essere felice con lui.

Alla fine, scelsi un abito nero attillato senza spalline, nè troppo lungo nè troppo corto, lo abbinai ad una collana dorata, ad un bracciale delle stesso tipo, mi misi il tutto e corsi in bagno. Mi truccai con un po' di eyeliner, con un po' di mascara e mi dipinsi le labbra con un rossetto rosso. Non avevo voglia di combattere contro quel cespuglio ramato che mi ritrovavo al posto dei capelli, quindi, mi arresi alla loro ribellione ancora prima di cominciare una guerra senza fine.

Toc toc toc.

Erano le otto precise. Con un'agilità che non mi appartiene, saltai sul letto, mi allungai verso l'armadio e presi le uniche scarpe col tacco che possedevo. Erano semplici, di velluto nero con un cinturino che mi dava sicurezza tenendo la caviglia ferma.

«Arrivo!» urlai alla porta, mentre camminavo rumorosamente verso il salotto. Mi misi il cappotto, presi il cellulare, la borsa e mi diressi verso la porta. Buttai per un'ultima volta lo sguardo sul mio riflesso, respirai e poi aprii.

«Scusami, non trovavo il cellulare.» Dissi appena varcai la soglia. Immediatamente sentii le mie guance avvampare. Tenni lo sguardo basso e mi affrettai subito a girarmi a chiudere a chiave.

«Così mi uccidi, Grace.» Mi girai. Logan era davanti a me, impietrito. Continuava a fissarmi. Il suo sguardo partiva dai piedi, risaliva le gambe, fino a giungere al mio viso ormai paonazzo.
«No, non ti volevo mettere in imbarazzo! Volevo solo dire, bè, ecco.. Sei bellissima.» Disse sfoderando il suo sorriso più bello.

Mentre ci incamminammo verso la macchina mi ricordai di non aver risposto al complimento, e mi sentii una gran maleducata. «Comunque, anche tu non sei male.» Cioè, anche tu sei bellissimo, ma non potevo mica diglielo. Davanti a me c'era il ragazzo in giacca e cravatta più bello che avessi mai visto e, questo ragazzo, voleva uscire con me. Dio mio, ancora non me ne capacitavo.

«Guarda che non mi offendo se dici che sono perfetto.» Pavoneggiò, sistemandosi la giacca in maniera altezzosa.

Risi di nuovo e gli diedi un bacio sulla guancia quando mi aprì la portiera con così tanta normalità che non riuscì a trattenermi. Era un gesto così banale, eppure contò molto per me. Quando mi accorsi di cosa avevo appena fatto mi si gelò il sangue. Non ci avevo pensato, e non era da me baciare un ragazzo sulla guancia così, a caso. Evidentemente neppure lui si aspettava una ringraziamento simile perché si irrigidì all'istante.

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