Capitolo 7

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E così, il martedì successivo sia Logan che gli altri ragazzi, partirono.
Anche se avevo paura della solitudine ora che avevo di nuovo degli amici veri, volevo restare un po' con me stessa.

I ragazzi furono tutti fantastici con me e tutti mi invitarono a stare insieme a loro.

Emily mi propose di andare quei pochi giorni a Las Vegas con sua sorella e lei. Fui tentata di dirle di sì, ma resistetti perché avevo bisogno di soldi da parte e quel viaggio mi avrebbe sbancata.

Sarah mi invitò a stare da lei e dai suoi genitori. Mi aveva detto che le avrei spezzato il cuore se avessi passato il Natale al campus da sola e cercò di tentarmi dicendo che aveva un fratello che faceva il modello all'Abercrombie. Il problema era che lei era figlia unica.

Matty, Jake e sua sorella sarebbero andati una settimana intera a farsi coccolare alle terme perché erano troppo "stressati" dallo studio.
Carola, la sorella di Jake, era molto simile al fratello. Stessi lineamenti dolci e delicati, e stesso modo simpatico di fare. Con lei avevo parlato un paio di volte e mi ero trovata subito benissimo. Ma rifiutai anche quella proposta.

Il lunedì, Logan venne da me con due film. Mentre le immagini scorrevano sulla TV, mi disse che se non avevo altri impegni, sarei potuta andare da lui, così avrei conosciuto i suoi e le sue due sorelline. Quando me lo propose rimasi allibita ripensando che potesse essere vera la storia che voleva solo portarmi a letto.

«No, non vengo a casa tua.» Dissi ridendo mentre eravamo vicini sul divano.

«Perché? La mia famiglia è favolosa, ti piacerà conoscerla.» Disse serio fissandomi.

«Non metto in dubbio questo Logan, ma penserebbero male, insomma, ti sarai portato a casa solo le tue vecchie fiamme, io sono una tua amica, non mi va che pensino che io e te siamo qualcosa di più.» Dissi sempre sorridendo.

«Perché non ti va che lo pensino?» Cambiò ancora tono.

«Perché noi non lo siamo.» Dissi con un'amarezza, che non capivo.

«A me non dispiacerebbe.»

Sgranai gli occhi. «Cosa?»

«Io e te. Qualcosa.» Disse con un sorriso che interpretai come uno scherzo.

Risi. E mi alzai in piedi per prendere un bicchiere d'acqua. «Tu stai delirando.»

«Forse.» Guardò un punto nel vuoto sorridendomi mentre mi alzavo.

Andai in cucina, bevvi e tornai al divano rimettendomi vicino a lui.

«Grace?» Disse con una voce profonda.

Merda, ogni volta che pronunciava il mio nome in quel modo si metteva male.

«Sì?» Lo guardai.

«Esci con me.» Disse con lo sguardo tanto attraente quanto penetrante.

«Logan, non voglio andare a letto con te.» Risi, pensando che fosse tutto uno scherzo dato che io e Logan scherzavamo molto.

Si alzò dal letto, fece avanti indietro un paio di volte, poi mi disse con un'espressione tanto sincera quanto amara come chi ha appena ricevuto un pugno nello stomaco. «Non ti chiederei mai di uscire con me per il semplice piacere di portarti a letto, Grace. Sei bella, sei bella da fare invidia, hai senso dell'umorismo e poi sei così fragile, che ogni volta mi viene voglia di abbracciarti forte e rimetterti a posto. Come la scorsa sera. Sorridevi, ma avevi gli occhi tristi. E non lo so perché ti succede, non so perché i tuoi occhi non sorridono, perché tu non parli Grace, non parli dei tuoi problemi alle persone probabilmente perché queste ultime ti hanno ferito. E qualsiasi cosa sia successa nel tuo passato, mi dispiace. Mi dispiace, perché tu non meriteresti nessun male. E non lo dico per portarti a letto, cazzo. Non ho mai voluto usarti, né farti del male dal primo giorno che ti ho vista. L'hanno capito tutti Grace, come fai a non capirlo?»

Non so chi era quel ragazzo, ma non volevo perderlo. Mai in vita mia avevo incontrato un ragazzo disposto a fare tanto per me. Nessuno mi aveva mai letto il cuore come faceva lui.
In quel momento mi venne voglia di sfogarmi con lui. Raccontargli di Megan, di quello che era successo dopo quel capodanno, di mia madre, di mio madre, di mio fratello e delle persone di Bedford. E dopo un lungo silenzio lo stavo quasi per fare, però lui ruppe quel silenzio poco prima che lo facessi io.

«Non hai niente da dire?
Fantastico insomma. Non ho mai detto nulla del genere a nessuna ragazza, a nessuna tesoro. E mi dispiace che tu non riesca a capire questo. Mi dispiace che tu non riesca a capire che quel giorno che mi sei venuta addosso sulle scale è stato il giorno più bello della mia vita. Mi dispiace che tu non riesca a fidarti di me. Mi dispiace, mi dispiace perché tu mi piaci così tanto Grace e invece.. Buonanotte.» Si avviò verso la porta, ma poco prima di aprirla si fermò senza voltare le spalle. «E comunque, non ho mai portato a casa nessuna ragazza. Volevo che tu fossi la prima.»

Rimasi con la bocca asciutta quando sentii rompersi un lucchetto dentro di me. Rimasi con la bocca asciutta e con le ossa congelate quando lo sentii uscire dal mio appartamento sbattendo la porta.

Soprattutto il mio cuore rimase congelato, quando, quel martedì, lo vidi preparare la macchina e partire.
Senza neppure salutarmi.

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