Capitolo 3

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Rimasi a bocca aperta mentre, fissandolo dritto negli occhi si girava il cappello. Da sotto la visiera uscivano i riccioli neri come il carbone e se fosse valso il detto "Ogni riccio è un capriccio" Logan era una persona che aveva passato la sua breve vita a fare capricci.

«Che diavolo ci fai qui?» Sussurai quasi con rabbia. Non volevo sembrare una secchiona, ma avere quel ragazzo di fianco mi disturbava. E lo studio era molto importante per me.

«Sapevo che ti eri innamorata di me stamattina e non potevo lasciarti scappare via. Dio, ti avrei spezzato il cuore tesoro.» Disse con un sorriso presuntuoso.

Che schiocchezza. Mi stava irritando, ma mi limitai ad alzare gli occhi al cielo. «Logan, starei cercando di..»

«Allora la faccenda è grave! Non pensavo che il tuo amore nei miei confronti ti avrebbe spinto ad indagare sul mio conto fin quando avessi scoperto il mio nome!» Disse sorpreso e divertito.

Divenni paonazza. Non era una novità che mi sentissi a disagio con le persone. Dopo quello che era successo, la mia esistenza a scuola era stata un sentirmi a disagio continuo, ma mai avrei pensato che sarebbe stata una semplice battuta del genere a farmi vergognare. Sapevo che stava scherzando. «Ho sentito il tuo amico che ti chiamava, non ho indagato..»

M'interruppe di nuovo, quasi come avesse capito cosa mi passava per la mente. «Ehi, scherzavo. Non volevo metterti in imbarazzo.» Mi disse con un tono dolce.

Faci un mezzo sorriso. Non ero più a Bedford, la gente non mi avrebbe rovinato. La mia vita sarebbe cambiata, avrei avuto amici fantastici, avrei conosciuto persone uniche e gentili. Sarei stata felice. E dovevo smetterla di sentirmi attaccata ogni volta che qualcuno apriva bocca, dovevo smetterla.

Passarono alcuni minuti poi ricominciò a parlare «Dato che sei una secchiona, non ruberò altro tempo alla tua importantissima prima lezione di letteratura inglese con signor Bastond, ma tu devi dirmi come ti chiami. Sennò sarò costretto a chiamarti tesoro per il resto della tua esistenza.»

Mi accarezzò il braccio mentre mi guardava aspettando la risposta. M'irrigidì e lui, notandolo, scostò la mano.

«Mi chiamo Grace.» Gli sorrisi, per la prima volta.

Mi fissò è una scintilla gli passò negli occhi. Mi sorrise e ripetè ancora più a bassa voce il mio nome.

Dopo avergli confessato il mio segretissimo nome, non parlammo più fino a fine lezione. Il professore aveva passato la lezione nominando uno strano libro inglese che avremmo dovuto leggere per il test di fine trimestre.

Suonò la campanella e uscimmo tutti dalla classe. Emily, Sarah e Jake mi fecero segno di seguirli e io mi affrettai a raggiungerli. Affianco a loro c'era Logan e il ragazzo che mi aveva squadrato mentre correvo giù dalle scale.

Emily me li presentò «Grace, ti presento Logan e Matty. Ragazzi, questa è Grace.»

Incrociai lo sguardo di Logan e sentii le guance infiammarsi.

Matty mi riconobbe e sgranò gli occhi grigi «Ma tu sei la ragazza che scappava da un maniaco questa mattina nel dormitorio a Sud, vero?»

«Ehm, sono proprio io.» Sorrisi imbarazzata.

«Ehi coglione, non mettere in imbarazzo la mia ragazza.» Disse Logan scherzando, tirandomi a lui con un braccio sulla vita.

M'irrigidì e sentii che il calore sulle mie guance aumentava.

Jake rise e subito si informò «Com'è che voi due vi conoscete già?»

Logan rispose tranquillamente «Stamattina mi è saltata addosso e poi è scappata perché si è innamorata di me.»

Gli lanciai un'occhiata.
Volevo ucciderlo.
Però incrociai il suo sguardo e non potei fare meno di ridere. Risi perché da tanto non mi sentivo così bene. E poi rise anche lui e mi accorsi che la sua risata aveva un suono bellissimo.

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