Come diavolo avevano fatto a trovarmi di nuovo? Avevo cambiato numero, città e scuola. Come facevano a riportarmi da loro ogni volta?
L'avevo fatto centinaia di volte e, per l'ennesima volta, cancellai il messaggio e andai a dormire. Col cuore a pezzi, ma andai a dormire.
La mattina seguente a quella sera, verso le 7.30 di mattina, sentii bussare alla porta. Chiunque fosse il deficiente che di sabato mattina mi stava svegliando, meritava la pena di morte.
Mi trascinai fino al portone e aprii.«Buongiorno tesoro! Oggi è sabato e, al posto di andare a mangiare una qualsiasi pietanza priva di arte culinaria, è arrivato a casa tua, direttamente dalle alte cucine di Parigi, il tuo chef personale.» Disse pieno d'entusiasmo mentre si indicava coi pollici. Il mio cuore era di nuovo a pezzi a causa di quel messaggio. Non volevo ferire Logan, perché era fantastico con me, ma volevo rimanere sola quel giorno.
«Logan, scusami ma..» Non feci in tempo per ribattere che lui si era già fiondato nella mia cucina.
«Buongiorno Logan.» Mi arresi e sorrisi al suo entusiasmo. «Ma ieri non sei andato alla festa? Come diamine fai ad alzarti così presto? È da pazzi.» I nostri sguardi si incrociarono.
«Prima cosa, alla festa non mi divertivo e sono rincasato presto. Seconda cosa, quando sono arrivato ho bussato più volte alla tua porta perché volevo sapere come stavi dato che mi hai sbattuto la porta in faccia come se ti avessi violentata verbalmente. Terza cosa, non sono pazzo, sono fottutamente fantastico.» mi fece l'occhiolino.
«Per ieri sera, scusami io non..» Abbassai lo sguardo e divenni rossa.
«Zitta tesoro, non scusarti di nulla.» Mi passò l'indice sulle labbra e io rabbrividii. «Sono fantastico, dunque posso capire la tua reazione.»
Ridemmo di gusto.
Appena le uova furono cotte, ci sedemmo a tavola e iniziammo mangiare insieme.«Che programmi hai per oggi?» Mi chiese mentre ancora masticava il boccone di uova.
«Penso che comincerò a leggere quel libro di..» Dissi pensando a quel titolo che non mi veniva mai in mente.
«Okay, leggi quello che vuoi, ma poi dopo andiamo a farci un giro.» Sospirò distrattamente.
Andiamo a fare un giro?
«Ehi, sto parlando dei miei programmi.» M'irrigidii e alzai di poco il tono della voce lamentandomi.
«Che dal momento che tu hai mangiato le miei uova a colazione sono anche i miei di programmi.» Mi rispose con un sorriso furbo.
«Ti conosco da due giorni e già non ti sopporto più.» Sbuffai.
«Non ti libererai di me tanto facilmente tesoro.» Mi strizzò l'occhio.
Era una calda giornata, non sembrava che da lì a poco sarebbe arrivato l'autunno e poi l'inverno. Così, per scacciare via un po' il caldo andammo a prenderci qualcosa di fresco in una gelateria artigianale che, da quanto diceva, era assai famosa nel campus.
«Parlami un po' di te.» Mi disse ad un certo punto, fissandomi gli occhi.
«Non c'è nulla da sapere.» Mi irrigidii.
«Io direi che c'è tanto da sapere.» Mi fissava tanto dolcemente quanto incuriosito.
«Vivevo con mio padre e mio fratello maggiore a Bedford.» Risposi con la speranza che quello gli bastasse.
«Come mai ti sei trasferita qua?» Socchiuse gli occhi, come alla ricerca di una conferma.
«Volevo cambiare aria.» Mentii. O meglio, dissi una mezza verità.
«Memorizzato. Cosa ti piace Grace?» Ebbi l'impressione che voleva sapere altro, ma si limitò a sorridermi. Ed ecco spuntare quelle famose fossette.
«Niente in particolare. Tutto, forse.» Vedendo la sua faccia perplessa, cercai di invertire l'interrogatorio. Non volevo parlare di me. «Tu cosa mi dici di te, Logan?»
«Sono il ragazzo più bello del campus, abito a due ore da qui con i miei genitori e le mie due sorelline. Le ragazze sono pazze di me e non vedo l'ora di terminare gli studi. Amo il cinema, le feste, l'alcool, il calcio e..»
«E Kitchen & Chicken.» Aggiunsi sorridendo.
«Esattamente.» Rise.
Le sei settimane seguenti le passai con i ragazzi la mattina e con il passato la sera. Continuavano ad arrivarmi messaggi e io continuavo ad eliminarli non appena vedevo il mittente.
Ogni sabato Logan si presentava alla mia porta per passare la giornata con me, finché il sabato divenne la nostra tradizione.Il tempo passava, le stagioni cambiavano, gli studi andavano alla grande e io continuavo ad affezionarmi sempre di più ai ragazzi. A Logan particolarmente. Ogni tanto passavo la serata a dormire con Emily e Sarah oppure a giocare alla play con Logan, Matty e Jake che non perdevano occasione per entrare in casa mia e, prima di obbligarmi a giocare con loro, strapazzare il povero Charlie che non ne poteva più.
Logan rendeva tutto magnifico. Eravamo spesso insieme e in poche settimane era diventato la persona con cui passavo la maggior parte del tempo. Non davo a vedere il mio cuore che si spezzava ad ogni messaggio, forse perché lui, con i suoi sorrisi e con il suo modo dolce mi faceva dimenticare di tutto.
Il freddo cominciava a farsi sentire. Da lì a poco ci sarebbero state le vacanze natalizie e per la prima volta speravo arrivassero il più tardi possibile. Io sarei rimasta al campus, mente tutti gli altri ragazzi sarebbero andati a trovare le loro famiglie. Io non avevo una vera e propria famiglia, avevo solo mio fratello e non sarei sicuramente tornata indietro a Bedford.
Uno dei primi sabati freddi, Logan mi portò a mangiare Giapponese, così scoprì il mio amore verso il cibo orientale. Rincasammo intorno alle 11.30 quella sera. Facemmo le scale soffocando le risate perché, essendo tardi, non volevamo disturbare tutti gli studenti del dormitorio. Arrivammo al piano del mio alloggio e cominciai ad aprire la porta mentre lui finiva il suo fantastico discorso sulle marionette di Biancaneve che lo terrorizzavano da piccolo.
«Grace?» Mi sussurrò cambiando completamente tono.
«Logan?» Feci per girarmi ancora col sorriso per quel discorso strano, ma quando vidi che non aveva più l'espressione divertita di prima mi incupii. È inutile dire che non ebbi il tempo di chiedere nulla. Con lui non avevo mai abbastanza tempo.
Mi ritrovai appoggiata al suo petto, un suo braccio sulla mia nuca e l'altro intorno alla mia vita. Le mie mani erano posate delicatamente sui suoi pettorali. M'irrigidii quando sentii il contatto col suo corpo scolpito.
Logan, percependo la freddezza del mio corpo, mi strinse ancora di più a sè e affondò la testa nei miei capelli color ruggine. Io non lo stavo stringendo. Il mio corpo era completamente pietrificato. Sorrise, mentre mi stringeva a lui e non potei non sciogliermi quando mi disse dolcemente:«Abbracciami.»
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Abbracciami
RomanceLentiggini, capelli rossi, occhi blu. Questa era Grace. Prima che scappasse dalla sua vita a Bedford era una ragazza come altre: amava stare con gli amici, andare alle feste, divertirsi e sognare. Ma un giorno cambiò tutto. Quando finalmente all'età...