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La tua semplice assenza si fa sentire molto più della presenza di chiunque altro.
-William Shakespeare.
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Caldo.
Era l'unica cosa che sentivo.
Avevo talmente caldo che sembrava mi si stesse sciogliendo la pelle, come fossi un fiocco di neve in pieno agosto.
Sudavo, tanto, e tossivo, il fumo aveva impregnato i miei polmoni non permettendomi più di respirare.
Ero lì da sola, intrappolata nella mia stessa casa senza una via d'uscita.
La mia pelle era illuminata da quella luce dorata così dolorosa che avrei voluto urlare, se non fosse che il fumo aveva riempito le vie respiratorie impedendomi di farlo.Il soffitto non c'era più, si era lasciato andare in mezzo alle fiamme, che ormai avvolgevano tutta la casa come una coperta fatta di dolore, proprio come stavo facendo io in quel momento.
Avevo talmente tanto caldo che mi dimenticai dell'enorme buco che avevo nella mano da cui sgorgava una quantità di sangue che avrebbe fatto svenire un elefante, o forse era dovuto dal fatto che avessi iniziato a sentirmi assonnata, avevo tutto il corpo anestetizzato.
Il mio cervello mi suggerì di addormentarmi, mi diceva che dovevo farlo.
Il mio corpo mi sussurrava di resistere, ma ero troppo stanca per dargli retta.Pian piano la mia vista si appannò sempre di più, fino a che chiusi gli occhi, credendo sarebbe stato per sempre.
16 Novembre
Spalancai gli occhi di scatto, il cuore mi batteva a mille come se da un momento all'altro potesse esplodere.
Le lenzuola erano umide di sudore, il collo mi prudeva a causa dei capelli che vi si erano incollati.
Il respiro affannato non accennava a rallentare.Rimasi a fissare il soffitto, cercando di metabolizzare quello che era appena successo.
Lo avevo sognato di nuovo.
L'incidente.
Avevo quindici anni quando tutto cominciò.
Gli incubi si erano insinuati nel buio della mia camera d'ospedale senza che nessuno se ne accorgesse, come ombre oscure che avevano il compito di imprimere le loro tenebre all'interno della mia mente, che presto si sarebbe impregnata dello stesso sporco di cui erano ricoperti tutti quelli che io ritenevo "persone per bene" e che erano viste in questo modo dalla maggior parte della popolazione londinese.
Costringendomi a un sistema di conformismo da cui non sarei potuta scappare, perché sì, ormai ero una di loro e non avrei potuto fare altrimenti se non accettarlo, glielo dovevo;
Dovevo scegliere, o io o loro, ma davvero volevo distruggere ancora di più la vita di due bambine?
Il solo pensiero che loro avrebbero dovuto prendere il mio posto se avessi deciso di rifiutare mi metteva i brividi, solo che all'epoca ero ancora all'oscuro di tutto.Non si trattava realmente di incubi, quelli erano piccoli frammenti di quello che, ai miei occhi, appariva come un piccolo di film della mia vita precedente, una vita non troppo lontana dalla realtà.
Era un loop infinito, una pellicola che si era inceppata e dava sempre lo stesso piccolo pezzo di film a non finire, ed era come se fossi incatenata su una poltrona e costretta a guardare nonostante quelle scene si fossero impresse nella mia mente così tanto da farmi venire la nausea;
Avrei voluto chiedere pietà, urlare di fermare quella tortura, che avevo capito la lezione, perché più il film si ripeteva più il senso di colpa mi divorava come faceva un animale carnivoro con la sua preda.
Ogni volta mi ritrovavo tra le fiamme che danzavano distruggendo tutto quello che si trovava in mezzo al suo cammino.
Il fuoco mi ustionava la pelle e quelle che sarebbero dovute essere delle grida di dolore, risuonarono silenziose, bruciandomi la gola dall'eccessivo sforzo.
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La Bellezza Dei Ricordi
RomanceUna storia finita ancora prima di cominciare. Due fiamme che bruciano l'una per l'altra, ma distanti. Due anime che non si potranno mai incontrare. Due anime condannate ad innamorarsi per sempre, come un loop che non smette mai di ripetersi, come...