13. No Interviews

5 2 0
                                    

Il mio cuore non è altro che un battito di nostalgia.

                                             -Giuseppe Ungaretti.

__________________________________________

2 Dicembre

Sono consapevole che magari possa sembrare strano, soprattutto se detto da me, ma io ho sempre amato i matrimoni.

Da adolescente, quando mio padre portava me, mio fratello e le mie sorelle nel cottage a Cardiff, adesso di mia proprietà, ogni tanto mi rifugiavo tra le colline a pensare come sarebbe stata la mia vita in un futuro il quale avrei potuto vivere normalmente senza che, ai miei occhi, apparisse come una realtà immaginaria a causa della troppa tranquillità.
Mi sdraiavo nell'erba verde a guardare il cielo azzurro, immaginandomi un mondo dove mi sarei potuta sposare, o innamorare, senza sentirmi in gabbia.

Sognavo il mio abito bianco, completamente ricamato in pizzo con uno strascico lunghissimo, e potevo già vedermi percorrere la navata da sola con il bouquet tra le mani.

Avrei voluto sposarmi al mare ma, mentre io amavo l'idea del rumore delle onde in sottofondo, Ivan lo odiava.

Avrei voluto riempire tutto di fiori, dalle sedie per gli invitati all'arcata da cui sarei passata per raggiungere l'altare, pieno di rose rosa, bianche, girasoli, peonie.
Ma Ivan detestava i fiori.

Volevo amare, ma io odiavo Ivan.

Volevo essere amata, ma Ivan odiava me.

Era un sentimento reciproco, ma quello sbagliato per quanto riguarda la visione di un matrimonio.
Per questo motivo ero convinta che, sposandomi, mi sarei sentita in trappola.

Io aspiravo alla felicità, il classico finale felice che si vede sempre nelle favole.
Io desideravo il mio 'e vissero tutti felici e contenti.' pur sapendo di non potermi permettere tale lusso, per il fatto che il mio futuro era già stato scritto.

Quindi il mio sogno di sposarmi, prima o poi, fui costretta ad abbandonarlo appena lo conobbi tra le mura di quel campus nel Newcastle.

Per un breve periodo lo amai anche a Ivan, tanto.
Mi ricordo, come fosse ieri, le nostre prime uscite fatte di nascosto nei parchi, la notte.

Mi innamorai di lui, non per i soldi, di loro non me ne facevo niente, piuttosto di tutto l'amore che sembrava disposto a concedermi.
In lui vedevo la possibilità di sentirmi finalmente adorata da qualcuno di sesso maschile.

All'apparenza poteva sembrare una buona persona, ero talmente innamorata di lui che, quando ci rincontrammo a Londra l'anno dopo finiti gli studi, non ci pensai due volte ad accettare il suo invito a cena.
Per i primi sei mesi mi sentivo come se potessi toccare le stelle.
Sapevo, ero convinta, di aver trovato l'uomo giusto per me, poi, ad un tratto, Ivan mi presentò la possibilità di esaudire uno dei miei più grandi sogni, a una condizione... E quello che prima era amore si trasformò in convenienza.

Provo spesso invidia, ma mai mi sarei immaginata di poterla provare per una persona come Victoria.
Era bellissima, avvolta in quel suo abito da sposa bianco.

In tutta sincerità, sarei voluta essere da tutt'altra parte fuorché alla prova dell'abito di mia cognata ma, da damigella d'onore, quello era uno dei miei tanti e odiosi compiti.
Ancora dovevo scoprire chi fosse il genio che avesse deciso di far fare a me la damigella d'onore.

Mi sarebbe sempre piaciuto prendere le redini di tale ruolo, ma di certo non per lei.
Invece mi ritrovavo nell'ennesima boutique, seduta su uno di quei tanti divanetti in pelle nera, a guardare Victoria che si atteggiava su quella cazzo di passerella con indosso il millesimo abito della giornata.

La Bellezza Dei RicordiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora