16. You're My Downfall

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Al di là del bene e del male esiste uno spazio.
lì è dove ti reincontrerò...

                                                                                                         -Rumi

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Aleksey pov's

Una cosa che odiavo del mio lavoro erano i colloqui con Jayson Foster, per discutere di nuovi progetti di lavoro.

Mi chiedevo come facesse Theia a sopportarlo.

All'apparenza era il classico uomo d'affari perennemente incazzato.
Nel privato era esattamente uguale, parlava dei suoi dipendenti come fossero animali da macello.

Cinque minuti passati dentro il suo ufficio equivalevano a dieci proposte implicite di lavoro.
Credeva seriamente che avrei mollato tutto per andare a fare il cane nella sua azienda di falliti.

Cazzo, se lo poteva scordare.

Finii il colloquio più irritato di prima, e con l'intento di strangolare quella testa di cazzo, venduto, di nome Tayler.

Tornai a camminare tra uno stand e l'altro, ma ce n'era uno in particolare che desideravo vedere più di tutti;

La scrittrice emergente più giovane di tutta l'azienda.
Ma non ero lì per lei, non per lo stesso motivo per cui, poco prima del mio incontro con Foster, mi ero avvicinato tre ore prima.

Arrivai a un tavolo che accanto aveva un cartellone con la sua faccia, ma di lei nessuna traccia.
Di conseguenza nemmeno del diretto interessato.

Dopo il mio colloquio dovevo parlare immediatamente con lui.
Sentivo uno strano bisogno di strappargli gli occhi dalle orbite a morsi.

Se non mi avesse dato una spiegazione al casino che aveva combinato lo avrei ucciso.

Si era sempre sentito in dovere di fare di testa sua, rischiando più volte di rovinare tutto il lavoro che avevo fatto.

Dopo aver vagato come un coglione per tutto il festival, tornai davanti allo stand di Theia, nella speranza di trovarla finalmente lì.

Sfortuna volle che non fossero ancora tornati.

Mi passai una mano tra i capelli.
Cercando di pensare a dove fossero finiti quei due.

«Scusami.»

Una donna dai capelli scuri mi fermò, appoggiandomi una mano sulla spalla.

La guardai alzando un sopracciglio.
Stavo perdendo fin troppo tempo, e c'era la possibilità che quel coniglio fosse già scappato a nascondersi da qualche parte.

La guardai bene.

Se non fosse che sembrasse avere quasi dieci anni in più di me, ci avrei potuto fare un pensierino.

«Sì?»

La squadrai da testa a piedi.
Era davvero una bella donna, non si poteva negare.

«Caroline Sarah.»

Si presentò, allungando la mano.

Non potei fare a meno di notare quando la sua voce fosse rovinata e roca.
Ecco a cosa alludevo quando dicevo che sembrava avere dieci anni in più di me.

Lei la conoscevo bene.
La donna che aveva rimpiazzato Theia in classifica.

Rimasi piuttosto sconcertato quando scoprii che avesse solo due anni in più di me.

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