Jace svolto' in un vicolo a destra continuando ad usare il muro come punto d'appoggio.
Sua madre al telefono gli aveva suggerito di raggiungere il centro della città ed era lì che il ragazzo era diretto anche se non aveva la minima idea di quale fosse la direzione giusta.
Svolto' in un altro vicolo quando improvvisamente inciampò su qualcosa e cadde' a terra.
Il ragazzo gemette dalla frustrazione per poi massaggiare più volte la gamba dolorante quando poco più avanti a se vide una balestra;pensò che fosse molto simile a quella che aveva visto dopo essersi svegliato e quando vide le frecce sporche di sangue al suo fianco capi' di essersi ritrovato nello stesso vicolo di poco prima.
Striscio' fino al muro per poi poggiarci la schiena contro.
Ormai aveva perso le speranze; non sarebbe più ritornato a casa e non avrebbe mai più rivisto la sua famiglia.
Già,la sua famiglia, ricordava a malapena i volti e i nomi dei suoi genitori ;in realtà ricordava a malapena anche il suo di volto.
Erano poche le cose che riusciva a ricordare della sua vita.
"Jace cosa ci fai qui?" Gli chiese una voce in lontananza.
Jace si voltò e si ritrovò davanti un ragazzo; era biondo con dei capelli malamente pettinati ed un piercing al sopracciglio.
"Chi sei?" Chiese Jace sollevandosi da terra trovandosi così faccia a faccia con il biondo.
"Jace,ancora con questa storia?" Chiese l'altro sbuffando per poi incrociare le braccia tatuate.
"tu mi conosci?" Chiese il castano speranzoso.
"hai per caso battuto la testa?" Chiese l'altro trattenendo una risata.
"Si,cioè non lo ricordo" disse in preda a una crisi isterica.
Il ragazzo davanti a se lo guardo' confuso continuando a ridere.
"Allora io non ho idea di chi tu sia ma..." Jace venne' interrotto bruscamente dal biondo.
"fai sul serio?" Gli chiese aggrottando le sopracciglia.
Jace annuì e il ragazzo davanti a se quasi sbianco'.
"Allora credo sia il caso di avvertire tua sorella" disse prendendo il telefono dalla tasca posteriore dei suoi jeans.
"Ho una sorella?" Chiese confuso.Lo strano ragazzo dai capelli biondi guido' Jace per le vie di New York senza proferire parola nonostante Jace avesse provato varie volte ad interagire.
"Come facciamo a conoscerci ?" Chiese il moro per l'ennesima volta.
"Siamo nello stesso corso di scienze" decise di rispondere questa volta il biondo.
"Quindi sei un mio uhm amico?".
Il biondo si morse il labbro divertito "non ricordi sul serio?" Chiese.
Jace sbuffo' "per quante altre volte dovrò ripetertelo?" Rispose infastidito.
Era già abbastanza frustante il fatto di non riuscire a ricordare quasi nulla del suo passato e ora ci si metteva anche questo strano ragazzo a fargli perdere la pazienza.
Restarono in silenzio per vari minuti fino a quando il biondo decise di parlare "in realtà non abbiamo mai parlato molto" disse sospirando.
"E allora perché mi stai aiutando?" Chiese quando improvvisamente il biondo si fermò di colpo davanti alla porta d'ingresso di una casa.
"E ora per quale motivo ti sei fermato?" Chiese confuso Jace facendo ridere il ragazzo.
"Certo che sei ridotto male" constato'.
"Questa è casa tua" aggiunse poco dopo suonando il campanello di casa.
Jace non fece in tempo a replicare dato che la porta si aprì di scatto rivelando una donna di mezza età in lacrime che non appena lo vide lo abbraccio'.
"Non dovevi farlo" gli disse tra i singhiozzi.
Era la stessa voce con la quale Jace aveva parlato al telefono.
"Mamma" disse ricambiando l'abbraccio.
La donna sorrise e gli prese il volto tra le mani "ti ricordi di me?" Chiese speranzosa.
Jace "ho ricordato la voce" disse per poi gemere dalla frustrazione.
"Non capisco che diavolo mi sia successo" proseguì allontanandosi dalla donna.
"Signora Evans forse dovrebbe portarlo in ospedale" intervenne' il biondo che per tutto quel tempo era rimasto fermo ad osservarli senza proferire parola.
"Non ho bisogno di un ospedale" urlo' Jace dalla frustrazione.
La signora Evans si voltò verso il biondo per poi poggiargli una mano sulla spalla e annuire.
Jace scosse la testa "sto bene, sono solo confuso non ho bisogno di andare in ospedale" disse cercando di auto convincersi.
La signora Evans sospirò, spinse quasi con forza il figlio all'interno della propria auto e si sedette al posto di guida.
"Signora vuole che venga anche io?" Chiese il biondo avvicinandosi al vetro della macchina.
"Michael, resta qui e aspetta Joanna" gli disse dolcemente e Michael annui per poi vedere la macchina allontanarsi sempre di più fino a sparire dal suo campo visivo.
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Darkness||Michael Clifford
Teen FictionC'è un nuovo arrivato in città. Michael sembra un ragazzo come tutti gli altri. Ma non è così. La sua famiglia si porta dietro un segreto da secoli. Copertina : closetoash_