4- I know what you are

592 45 9
                                    

Michael appena uscì dalla sala da pranzo andò in bagno e si ritrovò a pensare a joanna e dovette ammettere a se stesso che quella ragazza fosse strana quanto bella .
La sua giacca di pelle nera era ancora ricoperta da orrende macchie di olio immediatamente la sfilo' restando
Con una maglietta a maniche corte che lasciava scoperti i suoi tatuaggi, il primo era una scritta "to the moon" nella parte interna del braccio destro; il secondo era formato da tre strisce nere, le prime due erano nella parte alta dell'avambraccio sinistro, la terza nella parte bassa del braccio.
Infilò velocemente la giacca nella borsa.
Diede una rapida sciacquata ai capelli, che ora erano spettinati, provo a sistemarli con le mani lasciando scoperto il suo pearcing al sopracciglio sinistro.
Dopo di che
Uscì dai bagni per recarsi nell'aula di scienze.
Entrò in classe in ritardo e gli occhi di tutti erano puntanti su di lui la professoressa lo guardò con uno sguardo di disappunto ma il ragazzo scrollò le spalle e si diresse verso
L'unico posto libero che era quello di fianco a Jace il fratello di Joanna .
"Fantastico" mormorò Michael.
Lo guardò meglio e ,a parte i capelli e gli occhi, Jace era identico a sua sorella.
Il ragazzo si voltò di scatto facendo sussultare Michael.
"Allora è vero che hai questo vizio di fissare la gente " Disse il moro in modo brusco
"Te lo ha detto Joanna? Bè, per la cronaca io non ho fissato nessuno"
Michael si voltò per guardare l'insegnante prima che Jace potesse replicare.
Stava assegnando i compiti, ai due toccava fare una relazione sulle cellule procariote insieme
Michael sbuffò pesantemente
"Ci vediamo a casa mia alle cinque in punto. Non tardare di un minuto Evans "Disse velocemente sbuffando prima di uscire dalla classe .

Joanna stava camminando verso la strada di casa.
Al contrario di suo fratello non aveva preso l'autobus, così avrebbe avuto maggior tempo per prepararsi al discorso che avrebbe fatto ai suoi genitori quel pomeriggio.
Mentre camminava avvertì una strana sensazione .
Si voltò e vide Michael Clifford a un centinaio di metri da lei.
Adesso quel ragazzo si metteva anche a seguirla ?
Fù la goccia che fece traboccare il vaso.
La ragazza Si fermò e attese che Il ragazzo la raggiungesse.
Michael ci mise qualche minuto . stava per sorpassarla quando Joanna gli diede una gomitata sulle costole.
Lui la fulminò con lo sguardo
"Ma sei pazza ?" Urlo' gemendo dal dolore bloccandole un polso stando attento a non stringerlo troppo , sapeva che una stretta come la sua avrebbe fatto del male alla ragazza .
Joanna rispose con calma"mi stai seguendo da quando sono uscita da scuola"
Lui la guardò confuso prima di scuotere la testa divertito e lasciarle il polso "Io non ti stavo seguendo, ho..." Venne interrotto bruscamente da Joanna.
"Sì invece ! Prima mi fissi e poi mi segui, se ti avvicinerai ancora andrò dalla polizia!" Detto questo la ragazza si voltò e camminò il più velocemente possibile
Michael scioccato dalla risposta della ragazza gli urlo' dietro con rabbia "se non lo avessi notato abito difronte casa tua e oggi ho perso l'autobus per questo sono a piedi! Il mondo non gira intorno a te Joanna!"
La ragazza si rese conto di essere stata una stupida aveva quasi dimenticato che Michael fosse il suo nuovo vicino ,
e Appena arrivò a casa sbattè la porta.
Butto a terra lo zaino e chiamò i suoi genitori.
Fù Jace a risponderle
"Mamma e papà sono usciti e torneranno sta sera."
Lei incrociò le braccia davanti al petto.
"E dove sono andati?"
Jace era sdraiato sul divano a guardare la televisione.
"Perché ti interessa?" Le chiese senza staccare gli occhi dallo schermo
"Devo parlargli" Rispose Joanna alzando gli occhi al cielo .
"Parlargli di cosa? Del fatto che ieri sera stavi origliando? " Jace spense la televisione con il telecomando e si alzò dal divano ritrovandosi faccia a faccia con sua sorella .
"Io non stavo origliando, stavo... stavo.."
Joanna pensò a qualcosa da dire e in fretta.
"Oh andiamo ti conosco fin troppo bene, quante volte mamma e papà ti hanno detto di smetterla di origliare?" Le disse scocciato
"Non sarebbe necessario se voi non continuaste a tagliarmi fuori dai vostri discorsi." Gli disse quasi urlando.
"È perché sei troppo piccola per questo genere di cose! Non sei abbastanza pronta!" Urlò jace di rimando
"Ho smesso di essere troppo piccola quando ho iniziato il liceo ! E poi tu sei poco più grande di me " rispose la ragazza aumentando sempre di più la voce
"Se non ti diciamo certe cose è per il tuo bene! Per proteggerti! "
Ormai entrambi stavano gridando a pieni polmoni.
"Sono stufa ! Perché non mi dite tutto?" Disse avvicinandosi sempre di più a jace
"È fuori questione! Perché non accetti la cosa e basta?" Le rispose lui in modo acido strattonandole il braccio
"Mai!"
Joanna uscì di casa sbattendo la porta con forza
Delle calde lacrime Iniziarono a solcargli il viso
Proprio in quel momento andò a sbattere contro qualcuno o meglio Michael ; il ragazzo
Indossava una canottiera e dei pantaloncini, molto probabilmente stava facendo jogging.
Si fermò a guardare Joanna.
"Ehy, tutti bene?" Chiese con tono gentile.
"E a te che importa? Tanto il mondo non gira intorno a me" Disse lei cercando di nascondere i singhiozzi ripetendo le parole dette dal ragazzo durante il loro ritorno a casa .
"Hai litigato con tuo fratello vero? Non devi abbaterti capita di litigare qualche volta in famiglia"
"Come fai a saperlo ? " chiese lei abbassando lo sguardo
" dubito che qualcuno in tutto il vicinato non vi abbia sentiti " rispose il ragazzo trattenendo una risatina
Joanna si asciugò le lacrime e sorrise, un sorriso triste e malinconico.
Una lacrima le solcò il viso.
Michael gliela asciugò con un dito.
"So cosa provi. Essere considerati troppo piccoli e ingenui. Tutti che cercano di proteggerti senza che nessuno tu lo abbia chiesto. Essere tagliati fuori dai discorsi..."Disse con un tono di voce che quasi fece calmare la ragazza
Joanna lo guardò negli occhi prima di rispondere " a quanto pare non siamo così diversi io e te " disse sorridendo timidamente trattenendo qualche singhiozzo .
Michael sorrise di rimando accarezzandole una guancia poi guardò verso casa e vide suo padre, con le braccia incrociate davanti al petto e un espressione di disappunto sul volto.
"Peccato che io non mi sia mai trovato in questa situazione " Disse con un sorriso divertito in volto allontanandosi di scatto dalla ragazza
Joanna trattenne il respiro.
Diede uno schiaffo a Michael "sei solo uno stronzo" Sibillò prima di correre verso casa .
Michael si portò una mano sulla guancia sinistra, era rossa e gli faceva male.
"Michael Gordon Clifford si può sapere che cosa stavi facendo? " Chiese con tono duro suo padre avvicinandosi guardandolo severamente
"Tranquillo papà stavo solo cercando di capire perché la ritieni così pericolosa per quelli come noi visto che tu non ti degni di dirmelo "
Rispose Michael bruscamente massaggiandosi la guancia.
"Michael non ti affezionare troppo a lei, non vorrei che tu stia male se qualcuno dovesse farle del male" Disse il padre di Michael scandendo le parole dando una pacca sulla spalla del figlio , poi salì in macchia con sua moglie e partì.
Il ragazzo si ritrovò a pensare alle parole del padre era ovvio che con quel "qualcuno" intendesse se stesso Michael si voltò verso la casa della ragazza per poi sospirare ed entrare in casa .

riuscì a infilarsi una maglietta e un paio di jeans neri prima di sentire il campanello suonare
Era Jace, puntuale come un orologio svizzero.
Michael aprì la porta.
Jace entrò con un sorriso stampato in faccia.
"Avanti diamoci da fare"
I due ragazzi si sedettero in cucina con i libri aperti sul tavolo e iniziarono a fare la relazione.

Dopo più di un ora di lavoro Michael finì di scrivere la sua
"Fatto" Disse sgranchiendosi le braccia stendendole in avanti.
"Adesso dobbiamo solo copiarlo al computer" esclamò Jace portandosi le braccia dietro alla testa.
"Che cosa?" Chiese Michael stupito.
"Ci toglierà due punti se non la scriviamo al computer." Rispose ovvio il castano
"Okay. Il computer è al piano di sopra in camera mia, vieni." Disse alzandosi dalla sedia dirigendosi verso le scale seguito da jace .
Una volta entrati in camera
Michael si sedette alla scrivania e accese il computer mentre il castano si mise alle sue spalle osservandolo .
Iniziò a trascrivere la relazione.
I due Rimasero in silenzio per un po prima che Jace iniziasse a parlare
"Allora...sarà stato difficile abbondonare tutti i tuoi amici."
Michael alzò le spalle.
"Tanto ci sono abituato, ho cambiato spesso citta"
"Ah, davvero? E come mai tutti questi traslochi?" Si finse curioso jace
Michael stava per perdere la pazienza e digito' velocemente sulla tastiera le ultime parole
"Per mio padre, sai il lavoro." Mentì
"È che lavoro fà?"
Michael aveva finito di riscrivere la relazione.
Si voltò e appoggiò il braccio sullo schienale della sedia.
"E io che ne so?!" Rispose con tono seccato.
"Bè è tuo padre in teoria dovresti saperlo."disse jace guardandolo con un sopracciglio alzato
Michael alzò gli occhi al cielo per l'ennesima volta quel giorno.
"Adesso te ne stampo una copia così puoi tornartene a casa tua." Cercò di cambiare discorso
Gli occhi di Jace si ridussero a due fessure " io so cosa sei Clifford!"

Darkness||Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora